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Salute: il 42% dei cittadini boccia la comunicazione di aziende sanitarie e ospedali

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Quante volte vi è capitato di perdervi in siti internet o call center di un ospedale in cerca di informazioni preziose per contattare un medico o capire a chi rivolgersi e quali sono le prestazioni sanitarie erogate? Tutti noi utenti abbiamo sperimentato il disorientamento che spesso si prova quando cerchiamo notizie utili, quelle cosiddette ‘di serviziò ma non le troviamo. Ora un’indagine mette nero su bianco questo sgomento e confermano che c’è tanto lavoro da fare. Il 42% dei cittadini, per esempio, giudica insufficiente la qualità della comunicazione esterna degli ospedali e delle aziende sanitarie del nostro Paese. Inoltre, nel 40% dei casi non sono state trovate tutte le informazioni desiderate. Sono alcuni dei dati emersi da un’indagine promossa tra 166 cittadini italiani e utenti di ospedali e aziende sanitarie che rientra nel progetto “Comunicazione interna ed esterna nelle aziende sanitare: dall’ufficio stampa alla comunicazione digitale” promosso dal Commissario Straordinario dell’Azienda Sanitaria Locale Roma 1 Giuseppe Quintavalle in collaborazione con Rossana Berardi,  ordinario di Oncologia all’Università Politecnica delle Marche e Tesoriere nazionale Aiom-Associazione Italiana di Oncologia Medica) e Mauro Boldrini, direttore della Comunicazione di Aiom.

Il progetto sulla comunicazione nelle aziende sanitarie

Il progetto “Comunicazione interna ed esterna nelle aziende sanitare: dall’ufficio stampa alla comunicazione digitale” si pone l’obiettivo di potenziare la comunicazione delle strutture sanitarie italiane per migliorare complessivamente il sistema sanitario nazionale. “Con il nuovo progetto vogliamo incoraggiare il più possibile una migliore gestione della comunicazione della nostra sanità – sottolinea Giuseppe Quintavalle. Ogni singolo ospedale, a prescindere dalle sue dimensioni, e ogni Asl possono svolgere un ruolo davvero importante nel favorire l’accesso e la circolazione d’informazioni corrette e certificate. La salute, la medicina e la sanità sono argomenti molto complessi e che riguardano l’intera società, non solo i pazienti e i loro caregiver. Il nostro sistema sanitario nazionale deve innovarsi anche sul versante della comunicazione. L’attività sui media digitali e quelli tradizionali vanno maggiormente curati e affidati a professionisti opportunamente formati”.

Informazioni poco chiare

In effetti, i dati emersi dall’indagine sugli utenti confermano che c’è insoddisfazione. Il 42% delle persone che consultano siti, social e altri media ufficiali delle strutture sanitarie alla ricerca d’informazioni sulla salute giudica insufficiente la qualità della comunicazione esterna degli ospedali e delle aziende sanitarie del nostro Paese. I testi on line sono giudicati di non facile comprensione dal 23% degli utenti, il 37% non li ritiene esaustivi e per il 43% non vengono aggiornati regolarmente. Inoltre, oltre il 50% dei cittadini vorrebbe leggere sui siti più notizie sulle principali patologie, sulla prevenzione primaria di queste e più in generale sui comportamenti sani da adottare.

Il sondaggio per gli addetti ai lavori

Oltre al questionario rivolto agli utenti, nell’ambito del progetto “Comunicazione interna ed esterna nelle aziende sanitare” è stato condotto anche un secondo sondaggio tra 35 rappresentanti di altrettanti Policlinici, Aziende Ospedaliere o Universitarie, Irccs, Ast o Ask attivi sull’intero territorio nazionale. Il 62% degli addetti ai lavori giudica molto positiva la comunicazione esterna della propria struttura sanitaria ma il 17% ammette di non avere un ufficio proprio stampa interno. Il 48% sostiene di non possedere un piano editoriale preciso e il 51% non ha una procedura prestabilita per divulgare all’esterno le notizie. Solo il 26% afferma di poter usufruire di un vero social media manager per la gestione giornaliera dei vari profili Facebook, Instagram o You Tube.

Verso le Raccomandazioni nazionali

Partendo dall’analisi dei risultati delle due indagini, il gruppo di lavoro del progetto sta elaborando delle Raccomandazioni nazionali specifiche per le aziende sanitarie che saranno pubblicate a breve. “Le sta elaborando il nostro gruppo di lavoro che ha riunito medici e giornalisti – prosegue Rossana Berardi. Forniranno delle indicazioni precise e aiuteranno così le strutture sanitarie ad elaborare delle proprie ed efficaci strategie di comunicazione. Come hanno evidenziato le due indagini vi è l’esigenza e anche l’urgenza di una migliore collaborazione tra media e salute. Una comunicazione poco chiara può incentivare la diffusione di fake news e questo è abbastanza evidente in oncologia”.

Il corso di perfezionamento universitario 

Il cancro rappresenta un grande problema socio-sanitario con oltre 3 milioni di persone coinvolte solo in Italia e gli oncologi sono convinti che anche grazie ad una corretta comunicazione sia possibile sconfiggere le malattie oncologiche. Ed è anche con questo obiettivo che parte la seconda edizione del primo corso di perfezionamento universitario in ‘Comunicare il cancro, la medicina e la salute’ promosso dall’Università Politecnica delle Marche. “Sono disponibili 25 posti, si svolgerà in modalità ibrida con cadenza quindicinale e avrà una durata semestrale. Le lezioni inizieranno il prossimo 10 maggio mentre la scadenza per la presentazione delle domande di partecipazione è il 15 aprile”, spiega Berardi che aggiunge: “Un team multidisciplinare di professionisti insegnerà ai partecipanti come affrontare l’informazione e la comunicazione sui temi della medicina e della salute, con particolare riguardo all’ambito oncologico”.

Il ruolo dei social

L’indagine condotta sugli utenti ha posto l’attenzione anche sui social ed emersa la richiesta di una maggiore presenza dell’azienda sanitaria attraverso la pubblicazione di contenuti soprattutto su Facebook (69%), YouTube (32%) e Instagram (29%). Il 51% non ha mai letto un comunicato stampa della propria azienda/ospedale e solo l’8% consulta regolarmente la newsletter dell’ospedale di riferimento. “Proprio la pandemia ci ha insegnato quanto siano fondamentali anche le nuove forme di comunicazione digitale – aggiunge Mauro Boldrini. Pensiamo, per esempio, alle dirette social oppure agli incontri da remoto che ci hanno accompagnato nei momenti più difficili del biennio 2020-2021. Eppure, dal sondaggio emerge come addirittura il 97% delle strutture sanitarie non abbia una propria Web TV. A volte risultano carenti anche i servizi più banali e che riguardano direttamente le funzioni primarie degli ospedali o delle Asl. Nel 14% dei casi dal sito web dell’azienda non è possibile scaricare o compilare direttamente on line della modulistica. Mentre ben il 33% degli utenti non ha mai prenotato on line una prestazione sanitaria. Resta ancora molta strada da percorrere, per una corretta comunicazione interna ed esterna, e tutti gli attori coinvolti devono fare la loro parte”.

Il rischio delle fake-news

Purtroppo, si calcola che circa un terzo delle notizie sui tumori pubblicate sui social media sono false o imprecise da un punto di vista scientifico. “Questo significa – afferma Elio Rosati, segretario regionale di Cittadinanzattiva Lazio – che milioni di persone, sull’intero territorio nazionale, rischiano di leggere e condividere fake news su un argomento molto delicato. Per proteggere i cittadini da questi pericoli serve una nuova alleanza tra i medici e i professionisti dell’informazione”. Concorda anche Antonio Magi, presidente dell’Ordine dei Medici di Roma che dichiara: “Il personale sanitario deve imparare anche a comunicare correttamente con i media, i pazienti e anche il resto della comunità scientifica. Le nuove tecnologie possono aiutarci nel nostro lavoro e favorire contatti diretti ed immediati. Inoltre, il web garantisce un facile ed immediato acceso a moltissime informazioni di carattere medico-sanitario. I medici devono svolgere un ruolo educativo fondamentale e indirizzare gli utenti verso fonti di notizie sicure e certificate”.



www.repubblica.it 2024-04-09 09:44:46

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