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Influenza aviaria, i timori dell’Oms per la trasmissione tra umani

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L’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) ha espresso la sua “enorme preoccupazione” per la crescente diffusione del ceppo H5N1 dell’influenza aviaria a nuove specie, compresi gli esseri umani. “Questo rimane, credo, un’enorme preoccupazione”, ha dichiarato Jeremy Farrar, capo scienziato dell’agenzia sanitaria delle Nazioni Unite, durante un briefing con la stampa a Ginevra. Il timore è che il virus H5N1, che ha mostrato “un tasso di mortalità straordinariamente alto” nelle persone infettate dal contatto con animali infetti, possa adattarsi e diventare capace di essere trasmesso da uomo a uomo. Attualmente non esistono prove di trasmissione dell’H5N1 da uomo a uomo.

I casi di aviaria negli ultimi mesi

Tra l’inizio del 2023 e il 1 aprile 2024, l’Oms ha riferito di aver registrato un totale di 889 casi umani di influenza aviaria in 23 Paesi, compresi 463 decessi, portando il tasso di mortalità al 52%. Oltre a monitorare gli esseri umani infettati dagli animali – le mucche in un recente caso negli Stati Uniti – “è ancora più importante capire quante infezioni umane si stanno verificando a vostra insaputa, perché è lì che si verificherà l’adattamento” del virus, ha spiegato Farrar. “È tragico da dire, ma se vengo infettato dall’H5N1 e muoio, è finita (la catena di trasmissione è interrotta). Se invece vado in giro per la comunità e la trasmetto a qualcun altro, allora si avvia il ciclo”, ha spiegato.

L’allarme dopo il contagio da parte di una mucca da latte

L’esperto ritiene che i sistemi di sorveglianza e di rilevamento delle infezioni “non siano mai sufficienti”, ma osserva che “questo sta accadendo nel Paese più ricco del mondo”, dove sono stati avviati studi sierologici “per vedere se si sta verificando una trasmissione tra allevatori di mucche e altri”.

All’inizio di aprile, le autorità americane hanno riferito che una persona era risultata positiva all’influenza aviaria dopo essere stata infettata da una mucca da latte in Texas. Un bambino di nove anni portatore del ceppo H5N1 è morto di influenza aviaria in Cambogia a febbraio, dopo tre decessi nello stesso Paese nel 2023. Negli Stati Uniti, il paziente ha mostrato “arrossamento degli occhi (corrispondente a congiuntivite) come unico sintomo”, hanno detto le autorità, aggiungendo che è stato isolato e trattato con un farmaco antivirale usato per l’influenza.

Negli stessi giorni, EFSA ed ECDC hanno pubblicato un rapporto congiunto: a causa dell’intensa diffusione del virus e della sua continua evoluzione – si legge – “potrebbero essere selezionati nuovi ceppi portatori di potenziali mutazioni per l’adattamento nei mammiferi”.



www.repubblica.it 2024-04-18 14:16:12

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