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Alcol, 8 milioni i consumatori a rischio. I neurologi: “Bere è l’anticamera di Alzhei…

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Si celebra il 18 aprile l’Alcohol Prevention Day, giornata mondiale di prevenzione dell’abuso di alcol. Una giornata per riflettere e intervenire su un tema-problema sempre più attuale. Nel 2022 8 milioni i consumatori a rischio e 3 milioni e 700 mila i binge drinker, 770 mila hanno già un danno da alcol non intercettato. L’aumento di bevitori ha frequenze elevate nei target più vulnerabili della popolazione: i minori, i giovani le donne, gli anziani. Il bere per ubriacarsi non risparmia gli anziani, tra i quali si registrano le più elevate frequenze di consumatori dannosi con disturbi da uso di alcol non intercettati. Consumi fuori pasto in costante aumento in particolare tra le donne (23,2%) con 1 milione di donne che si ubriaca.

Nel 2022 circa 8 milioni di italiani di età superiore a 11 anni (pari al 21,2% degli uomini e al 9,1% delle donne) hanno bevuto quantità di alcol tali da esporre la propria salute a rischio. Tre milioni e 700 mila persone hanno bevuto per ubriacarsi e 770.000 sono stati i consumatori dannosi, coloro cioè che hanno consumato alcol provocando un danno alla loro salute, a livello fisico o mentale. I consumatori a rischio sono aumentati, in particolare per gli uomini, e rimane distante il raggiungimento degli Obiettivi di Salute Sostenibile dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite.

Il rapporto dell’Osservatorio alcol

A scattare la fotografia è, come ogni anno, l’Osservatorio nazionale alcol dell’Istituto Superiore di Sanità (Ona-Iss), che ha rielaborato attraverso il Sisma (Sistema di monitoraggio alcol), anche per il Programma statistico nazionale, i dati della Multiscopo Istat, in occasione dell’Alcohol Prevention Day (Apd). Dati presentati il 18 aprile, nel corso di un workshop internazionale in programma nella sede dell’Iss.

“I consumi di alcol in Italia evidenziano una situazione consolidata e preoccupante di aumento del rischio che dilaga nelle fasce più vulnerabili della popolazione: minori, adolescenti, donne e anziani – afferma Emanuele Scafato, Direttore dell’Ona-Iss -. Al fine di delineare la roadmap di una rinnovata prevenzione nazionale e regionale, la più efficace possibile, è necessario intercettare precocemente tutti i consumatori a rischio e assicurare alle cure quelli con danno e alcoldipendenti, a sostegno delle persone, delle famiglie e degli obiettivi delle strategie europee e globali in cui siamo impegnati”.

Preoccupano giovani e donne

Il quadro dei 36 milioni di consumatori di alcol in Italia, pari al 77,4% dei maschi e al 57,5% delle femmine, è ricco di dettagli. Dieci milioni e duecentomila italiani sopra i 18 anni hanno bevuto alcol quotidianamente. Tra i consumatori a rischio, preoccupano soprattutto i giovani (circa 1.310.000 tra gli 11 e 24 anni, di cui 650.000 minorenni) e le donne (circa 2,5 milioni, con il 15,5% di consumatrici a rischio tra le minorenni 11-17enni).

Spiccano i 3,7 milioni di binge drinker, soprattutto maschi di tutte le età (104.000 sono minori). Anche qui si registra una diminuzione in direzione dei livelli del 2020, ma non per le donne che sono stabili, senza alcun accenno dunque al calo dei consumi tesi all’intossicazione. Inoltre, i consumatori dannosi di bevande alcoliche sono stati 770.000.

Fra le donne si continuano a registrare numeri elevati, sono infatti 290.000 le consumatrici con danno da alcol. Dei 770.000 consumatori dannosi con Disturbi da uso di alcol (Dua) in necessità di trattamento, solo l’8,2% è stato intercettato clinicamente, per un totale di 62.886 alcoldipendenti in carico ai servizi del Sistema sanitario nazionale (Ssn), con costante e preoccupante diminuzione rispetto ai consumatori dannosi attesi. I dati del sistema Emur del ministero della Salute mostrano e testimoniano le conseguenze di quanto descritto finora. Nel 2022, si sono registrati 39.590 accessi al Pronto soccorso – di cui il 10,4% richiesto da minori – segnando in un anno un incremento del 12.1%.

I neurologi: “Si rischia ad ogni età”

Sull’argomento interviene anche la Società italiana di neurologia (Sin), sottolineando che “l’abuso di alcol è tra le principali cause di aumento del rischio di malattia di Alzheimer e di Parkinson”, dato che emerge da uno studio appena pubblicato su Nature Communications. “Questa iniziativa è un’ottima occasione per parlare del problema con i giovani fornendo loro le conoscenze necessarie a gestire situazioni che coinvolgono l’alcol, perché anche quelli che normalmente non sarebbero attratti dagli alcolici possono cedere alle pressioni psicologiche del gruppo -spiega la Sin -. Negli Usa prima dei 21 anni d’età, l’abuso alcolico è una delle principali cause di morte prevenibili per incidenti stradali, omicidi, binge drinking (overdose di alcol), cadute, ustioni, annegamenti e suicidi. E in Italia la situazione non cambia molto: il Rapporto Itisan 2023 dell’Iss indica che l’alcol è il terzo fattore per rischio di malattia e morte prematura dopo fumo e ipertensione arteriosa”.

“Negli adulti il ruolo degli adulti nel plasmare l’atteggiamento dei giovani verso l’alcol è fondamentale per difenderli sia dai gravi problemi personali, familiari e sociali indotti dall’abuso, sia dalle gravi conseguenze che questo ha sul loro cervello – prosegue la Sin  -. Sul versante opposto, si trova l’abuso da parte degli anziani, segnalato fra gli altri dagli American addiction centers secondo, secondo i quali l’alcol è la sostanza d’abuso più usata dopo i 65 anni. E la Samhsa (Substance abuse and mental health services administration) sottolinea che l’11% di loro è affetto da binge drinking cioè un consumo di alcol che secondo i CDC USA determina una concentrazione plasmatica pari o superiore a 0.08 g/dl”. Negli anziani, sottolineano gli esperti,  “questo può comportare disidratazione, interazioni con i vari farmaci che spesso assume per le comorbidità di cui è sovente portatore come ad es. diabete, ipertensione, miocardiopatie, epatopatie, osteoporosi, disturbi della memoria e dell’umore”.

Bere favorisce Alzheimer e Parkinson

 “Uno studio anglo-canadese appena pubblicato su Nature Communications indica che l’abuso di alcol, insieme a diabete e biossido d’azoto (un indice dell’inquinamento atmosferico da traffico), costituisce anche una delle principali cause di aumento del rischio di malattia di Alzheimer e di Parkinson – afferma il presidente della Sin, Alessandro Padovani, dell’Università di Brescia -. Come abbiamo indicato nel Manifesto One brain one health, che riassume la strategia italiana per la Salute del cervello 2023-2031 oggi siamo esposti a diversi fattori di rischio cumulativi che impongono un approccio olistico che li consideri tutti. Quindi non solo i già noti ipertensione, diabete e obesità, ma anche fattori legati allo stile di vita come l’esercizio fisico e il consumo di alcol”. “Anche il Global burden of disease study, condotto per 10 anni dall’Oms  – conclude Padovani -, ha rilevato che la salute è una questione del singolo individuo, e sono gli eventi della sua vita, da eventuali traumi cranici a errati e modificabili stili di vita, a determinare il rischio di malattia non solo del sistema nervoso”.

 



www.repubblica.it 2024-04-18 10:43:50

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