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Dimmi come dormi e ti dirò quanto sei stressato

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Il fatto che un alto livello di stress sia nemico di un sonno di qualità, così come il fatto che, di converso, dormire poco e male renda più stressati, non è affatto sorprendente, e noto alla comunità scientifica già da tempo. Aspetti forse meno conosciuti della questione, invece, sono quelli che riguardano una stima quantitativa della correlazione e la direzione di un eventuale rapporto di causa-effetto. Ed è proprio di questo che si è appena occupata un’équipe di scienziati della University of Vermont, che ha analizzato i dati raccolti da un dispositivo commerciale indossabile (un anello, per la precisione, che si indossa mentre si dorme e memorizza diversi parametri vitali) per cercare di individuare dei biomarcatori dello stress: gli autori dello studio sperano di poterli utilizzare come “spia” di allerta per lo stress. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista PLOS Digital Health.

Ore di sonno e frequenza cardiaca

Lo stress è un elemento che ha un’influenza cruciale sulla salute fisica e mentale, ed è da questa considerazione che è partita l’idea degli scienziati: “I segnali dello stress sono così forti – ha detto Laura Bloomfield, professoressa di matematica e statistica e prima autrice dello studio – che sospettiamo debbano essere riconoscibili tra i dati raccolti durante il sonno. I cambiamenti dei valori dello stress sono sempre visibili”. Effettivamente, analizzando i dati raccolti dall’anello, gli scienziati hanno trovato “associazioni coerenti” tra la valutazione del proprio livello di stress che ciascuna persona aveva fornito e fattori come la durata totale del sonno, la frequenza cardiaca a riposo, la variabilità della frequenza cardiaca e la frequenza respiratoria. Qualche numero: la maggior parte dei partecipanti dorme meno di otto ore – il “minimo sindacale” raccomandato per il benessere – e, il che è più interessante, a ogni ora di sonno aggiuntiva registrata la probabilità di un’autovalutazione di stress elevato è risultata essere del 38% più bassa, considerazione che sembra giustificare quantitativamente la presenza di una correlazione tra stress e ore di sonno. Anche la frequenza cardiaca sembra avere un ruolo: per ogni battito in più ogni minuto, la probabilità di sperimentare alti livelli di stress aumenta del 3,6%.

Tutto in un anello

L’esperimento appena condotto fa parte di uno studio più ampio, chiamato Lemurs (Lived Experience Measured Using Rings Study), una ricerca avviata nel 2022 per la quale circa seicento studenti universitari hanno indossato un anello elettronico 24 ore su 24 e hanno risposto a questionari periodici sul proprio benessere. Quello appena pubblicato è il primo articolo scientifico sottoposto a revisione dei pari e composto grazie ai dati di Lemurs, e dimostra l’effettiva efficacia dei dispositivi indossabili per la valutazione della salute mentale di chi li usa.

Dalla raccolta dati all’intervento

“Lo studio ha mostrato che i dati raccolti da Oura (questo il nome commerciale del dispositivo) predicono bene il livello di stress percepito dai partecipanti allo studio – spiega ancora Bloomfield – Se riuscissimo a identificare in tempo reale un soggetto che sta provando un aumento dello stress analizzando i dati del suo sonno, potremmo avere l’opportunità di intervenire in modo più utile e tempestivo. Ci sono molti modi di implementare questi interventi, ma il primo passo è senza dubbio quello di comprendere la connessione tra i dati raccolti durante il sonno e i parametri che valutano la salute mentale”.



www.repubblica.it 2024-04-19 14:47:54

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