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Oncologia, IA per disegnare cure a misura di paziente

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Seno, colon-retto, polmone, prostata e pancreas. Sono le sedi dei tumori che più di altri presentano delle alterazioni genetiche che guidano in maniera sostanziale l’insorgenza e lo sviluppo della malattia. Mutazioni che, se individuate alla diagnosi e non solo quando la malattia ritorna dopo una prima cura, aiutano gli oncologi a trovare la terapia migliore per ogni paziente. La personalizzazione della cura è il cuore della cosiddetta medicina di precisione, che ha nell’oncologia una delle sue punte di diamante. È nella lotta contro il cancro, infatti, che sono stati fatti passi avanti importanti grazie alla “personalizzazione” degli strumenti diagnostici e terapeutici, come testimonia il programma del 4th Italian Summit On Precision Medicine, in corso in questi giorni a Roma.

“L’individuazione di varianti patogenetiche di alcuni geni è importante in tutte le fasi della malattia oncologica, dalla diagnosi alle fasi metastatiche, senza dimenticare che alcune di queste alterazioni possono guidare percorsi di prevenzione più efficaci ed efficienti, concentrando accertamenti spesso ad alto costo nelle persone a rischio d’insorgenza di malattia per la presenza di specifiche alterazioni genomiche. È così possibile ottenere un’efficace prevenzione con interventi terapeutici precoci ed inoltre una più accurata selezione delle terapie”, ha affermato Paolo Marchetti, Presidente della Fondazione per la Medicina Personalizzata-FMP, promotore del meeting internazionale. “È ora possibile coniugare una migliore assistenza medico-sanitaria con la garanzia di sostenibilità dei sistemi sanitari”.

IA per ridisegnare i trial

Il convegno, che riunisce oltre 150 specialisti da tutto il mondo, sarà l’occasione per parlare delle principali novità in questo campo. “La prima riguarda la riprogettazione delle sperimentazioni cliniche anche attraverso utilizzo dell’intelligenza artificiale. Gli studi vanno ripensanti alla luce delle opportunità fornite dalle tecnologie informatiche innovative. Siamo in grado di acquisire ed analizzare una quantità enorme di informazioni per ottenere nuove conoscenze delle interazioni tra sistemi complessi su cui basare nuove opportunità terapeutiche”, ha specificato Marchetti. 

Esplorare la complessità

Il cancro è un problema complesso, dipende da diversi fattori. I ricercatori lo sanno, ma questa conoscenza stenta a trasformarsi in capacità di cura. Anche in questo caso può venire in aiuto la tecnologia. “Per esempio, l’immunoterapia è spesso efficace contro patologie complesse come il melanoma, il carcinoma polmonare o il tumore della vescica. In altri casi, invece, si rivela inutile: può dipendere da molti fattori, tra cui il ruolo del microbiota o la somministrazione di altri farmaci per malattie concomitanti. L’analisi di questi aspetti richiederebbe studi ad hoc di fase 3, ma è impossibile condurre ricerche cliniche per ogni singola variabile”, ha commentato Marchetti. “Anche in questo settore un aiuto viene dall’intelligenza artificiale che potrà far emergere i diversi fattori interferenti”. 

Farmaci a misura di paziente

La seconda novità è rappresentata dai farmaci anticorpi-coniugati caratterizzati da un meccanismo d’azione che funziona da “cavallo di Troia”: il farmaco è legato a un anticorpo che riconosce selettivamente le cellule tumorali. “Di solito sono terapie ben tollerate, e vengono utilizzate per patologie molto diffuse. È il caso del carcinoma mammario che da solo rappresenta un terzo di tutte le neoplasie femminili. I nuovi studi clinici si stanno concentrando sulla possibilità di utilizzare nuovi anticorpi o sull’unione di farmaci anti-neoplastici diversi”, ha aggiunto Giuseppe Curigliano, Professore di Oncologia Medica all’Università di Milano e Direttore Divisione Sviluppo di Nuovi Farmaci per Terapie Innovative all’IEO di Milano. “Anche la dose di terapia deve essere cucita su misura del singolo paziente. Fin dagli anni 50 del secolo scorso l’utilizzo dei farmaci anti-cancro ruota intorno al concetto di “massima dose tollerata”. Stiamo ora passando a quello di “dose biologica ottimale” che deve tenere conto, il più possibile, di tutte le specifiche condizioni individuali sia a livello clinico che psicologo”. 

Ripensare la ricerca

“La medicina di precisione, dunque, sta mutando radicalmente la ricerca in oncologia, creando molte aspettative”, ha concluso Marchetti. “Al tempo stesso sta generando problemi tecnici, scientifici, etico-legali e anche economici. Assistiamo ad un rallentamento della trasposizione dei principi della medicina personalizzata nella pratica clinica di tutti i giorni. Per arrivare ad una sua reale applicazione bisogna sviluppare, quanto prima, linee guida e raccomandazioni per gli specialisti basate sull’evidenza”.



www.repubblica.it 2024-04-19 14:42:15

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