Tutte le notizie qui
Backaout
Backaout

Così il microbioma paterno influenza la salute dei figli

26

- Advertisement -


Da quando è sotto i riflettori della ricerca, il microbioma sta cominciando a svelare molte delle sue funzioni. Oggi sappiamo, per esempio, che i batteri che albergano nell’intestino hanno un ruolo importante – oltre che nella digestione del cibo, attraverso la produzione di enzimi e metaboliti – anche nella regolazione del sistema immunitario, o nella costruzione del comportamento sociale, grazie alla loro azione su specifiche strutture neuronali. Un microbioma intestinale equilibrato è dunque importante per la salute dei mammiferi. Tuttavia sono ancora pochi gli studi che hanno analizzato il suo impatto sulla riproduzione, esaminando in particolare la possibilità che delle alterazioni nel suo equilibrio abbiano conseguenze sulla salute delle generazioni successive.

Ora una ricerca pubblicata oggi su Nature e condotta in collaborazione tra lo European Molecular Biology Laboratory (EMBL) di Roma e quello di Heidelberg aggiunge un nuovo tassello a questa ipotesi. L’obiettivo, dicono i ricercatori, era quello di comprendere l’impatto dell’ambiente sul microbioma dei maschi e le possibili conseguenze sulla capacità riproduttiva, per esempio a livello delle caratteristiche dello sperma. 

Microbioma e sistema riproduttivo 

Per esplorare questo legame, i ricercatori hanno alterato il microbioma di alcuni topi con antibiotici o lassativi, creando così una condizione di disbiosi. Gli animali trattati mostravano testicoli di dimensioni ridotte e modificazioni negli spermatozoi, suggerendo una importante connessione tra l’intestino, il microbiota e la linea germinale. Una sorta di asse intestino-sistema riproduttivo che andrebbe a sommarsi al già noto asse intestino-cervello.

I topi maschi trattati e quelli del gruppo di controllo sono stati poi accoppiati con femmine non trattate, in modo da poter confrontare la salute della progenie. Ebbene, in media i figli dei padri disbiotici mostravano un peso inferiore alla nascita e avevano un rischio maggiore di morte prematura. Nello sperma dei topi con disbiosi, infatti, i ricercatori hanno riscontrato modifiche nell’Rna non codificante, che svolge un ruolo nello sviluppo della placenta. Nelle topoline accoppiate con topi disbiotici questa appariva alterata, di dimensioni inferiori e poco vascolarizzata: difetti associati a una ridotta crescita della prole e conseguente predisposizione ad alcune malattie. “Questo implica – spiega Jamie Hackett, coordinatore del progetto di ricerca e capo di laboratorio all’EMBL di Roma – che nei topi gli effetti dell’ambiente sui maschi appena prima del concepimento possono influenzare i tratti della prole indipendentemente dai fattori genetici” (qui un video sulla ricerca). 

Reversibilità degli effetti negativi 

Dopo l’interruzione del trattamento destinato a creare disbiosi, però, i ricercatori hanno assistito a un completo recupero del microbioma funzionale. I topi con l’equilibrio intestinale ristabilito hanno dato origine a gravidanze e cucciolate sane. “Gli effetti inter-generazionali sono scomparsi una volta ripristinate le condizioni di partenza. Ciò significa che qualsiasi alterazione dell’ecosistema microbico potrebbe essere prevenuta nei futuri padri”, dice Peer Bork, Direttore dell’EMBL di Heidelberg. Con la dovuta cautela (gli studi sul modello animale non necessariamente sono immediatamente traslabili alla specie umana) Hackett suggerisce che, dato il diffuso utilizzo di antibiotici nella cultura occidentale, bisognerebbe considerare con maggiore attenzione il ruolo paterno nell’influenzare gli esiti della gravidanza e il rischio di malattie nelle generazioni future. 

“Questo lavoro è molto importante perché dimostra che la composizione del microbioma del padre è fondamentale per garantire la salute della prole – commenta Maria Rescigno, responsabile del Laboratorio di Immunologia delle Mucose e Microbiota di Humanitas e prorettrice alla Ricerca presso la Humanitas University di Milano, non coinvolta nello studio. Se i dati dovessero confermarsi anche per l’essere umano, conclude Rescigno, bisognerà prestare maggiore attenzione alla ‘salute’ del microbiota sia paterno che materno prima ancora del concepimento.



www.repubblica.it 2024-05-01 17:59:21

This website uses cookies to improve your experience. We'll assume you're ok with this, but you can opt-out if you wish. Accept Read More