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Asma e malattie respiratorie, i consigli per fare sport

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Anche chi soffre di asma o di un’altra malattia respiratoria cronica può fare sport. Anzi: l’attività fisica è fortemente consigliata, perché può cambiare persino la prognosi. E anche per questo la campagna lanciata dall’Associazione Respiriamo Insieme – in occasione della Giornata Mondiale dell’Asma – si chiama “PerCORSA di salute”: tra le tante attività prevede una vera e propria staffetta (non competitiva) a cui tutti possono partecipare. “Parliamo di malattie ancora sotto-diagnosticate e sotto-trattate, in cui vediamo ancora una scarsa presa in carico da parte di centri specializzati e scarsa aderenza alle terapie – spiega a Salute Simona Barbaglia, presidente dell’associazione -. Il progetto nasce quindi per dare una risposta ai bisogni dei pazienti, primo tra tutti quello dell’informazione per gestire al meglio le loro patologie, tenere sotto controllo i sintomi ed essere più consapevoli. Anche dell’importanza dell’attività fisica. Questi pazienti, infatti, spesso limitano erroneamente l’attività motoria per timore di una possibile crisi respiratoria. Attraverso un percorso di riabilitazione mirata, invece, è possibile migliorare molto la qualità di vita”.

La campagna PerCorsa di salute

La campagna, promossa in collaborazione con l’Associazione APACS (Pazienti con Sindrome di Churg Strauss, anche nota come Granulomatosi Eosinofila con Poliangioite – Egpa) e in partnership con Cittadinanzattiva e UNIAMO (la Federazione delle Malattie Rare), prevede 11 giornate di informazione, prevenzione, screening attraverso l’esame della spirometria, e sport. L’iniziativa è dedicata a pazienti con patologie respiratorie croniche, ai loro familiari e alla popolazione generale, e si svolgerà tra maggio e ottobre in sei Regioni, coinvolgendo importanti centri di riferimento per il trattamento di queste malattie. In particolare: asma e asma grave, poliposi nasale, broncopneumopatia cronica ostruttiva (Bpco), bronchiectasie ed Egpa, malattia ultra-rara, diagnosticata con gravi ritardi (3-7 anni in media) e che vede tra le sue comorbidità proprio le malattie citate, con le quali condivide sintomi e parte del percorso di cura.

Asma e Bpco: quale attività fisica?

“Asma e attività fisica sono spesso state considerate un binomio inconciliabile, per cui gli adulti e, soprattutto, i bambini con asma sono sempre stati limitati nell’attività fisica – osserva Gianna Camiciottoli, Professore Associato Dipartimento di Scienze Biomediche, Sperimentali e Cliniche ‘Mario Serio” dell’Università di Firenze e Coordinatrice del Comitato Scientifico dell’Associazione Respiriamo Insieme -. Invece alcuni sport, se praticati in modo corretto, apportano solo effetti benefici sull’asma dal punto di vista fisiologico. C’è poi un aspetto relazionale e sociale perché praticare attività fisica contribuisce significativamente a ridurre o azzerare l’isolamento in cui spesso si trova il paziente respiratorio”.

“Per quanto riguarda le persone asmatiche – aggiunge Jan Walter Volker Schroeder, Direttore della Struttura Complessa di Allergologia e Immunologia presso l’ASST Grande Ospedale Metropolitano Niguarda di Milano – in linea generale possono fare tutti gli sport che desiderano, se la malattia è ben controllata. Persino le immersioni subacquee e i trekking in alta montagna. Ovviamente dipende dalla gravità, ma fondamentale è l’aderenza alle terapie, che oggi ci permettono di parlare di remissione della malattia”.

Anche per chi è affetto da Bpco è indicata l’attività fisica. “A differenza dell’asma, dove grazie ai farmaci è possibile avere un recupero completo della capacità respiratoria, nel caso della Bpco non si recupera mai totalmente la capacità che si aveva prima della malattia – spiega Pierachille Santus, Direttore della Pneumologia presso l’Ospedale Sacco della città meneghina -. Il primo consiglio per questi pazienti è ovviamente quello di utilizzare correttamente i farmaci che vengono loro prescritti e che permettono di dilatare i polmoni e respirare meglio, favorendo la possibilità di muoversi. Che a sua volta migliora la capacità respiratoria, in un circolo virtuoso. Il secondo consiglio è quello di rivolgersi a fisioterapisti esperti nella riabilitazione respiratoria. Che può comprendere, per esempio, l’uso del tapis roulant o della cyclette”.

Fisioterapia, dalla prevenzione alla riabilitazione

Già, perché fare attività fisica è molto difficile e faticoso per chi ha affanno, mancanza di respiro o attacchi di tosse non appena prova a salire le scale. E il fisioterapista competente nelle malattie respiratorie è fondamentale sia nelle fasi più gravi sia in quella che precede la cronicità, come prevenzione, come racconta Emilia Privitera, fisioterapista responsabile dell’Area Riabilitativa alla Fondazione IRCCS Ca Granda Ospedale Maggiore Policlinico di Milano e membro del Consiglio Direttivo dell’Associazione Riabilitatori dell’Insufficienza Respiratoria (ARIR). Non si tratta, infatti, solo di assegnare una serie di esercizi, ma di fare una valutazione accurata del paziente, di quelle che sono le sue esigenze, le sue preferenze, comprendere i problemi e superarli uno alla volta.

“In tutte le malattie respiratorie, l’attività fisica può cambiare la prognosi, la qualità di vita e l’approccio stesso alla malattia da parte del paziente. Lo dimostrano non solo le nostre esperienze più che trentennali, ma le evidenze scientifiche. Il nostro lavoro è, quindi, anche quello di trovare la molla giusta, il programma giusto e il presidio giusto affinché il paziente non solo mantenga l’attività fisica adeguata, ma la incrementi nel tempo”. Presso il Policlinico, Privitera e colleghi prendono in carico pazienti gravi attraverso un percorso ambulatoriale, previsto dal sistema sanitario, che comprende la valutazione, la definizione di un programma, alcune sedute che hanno l’obiettivo di motivare e insegnare al paziente affinché sia in grado di procedere in autonomia, e un follow up a distanza di tempo. Per chi non ha una malattia grave e vuole fare attività fisica come prevenzione, però, può non essere semplice trovare a chi rivolgersi. “Stiamo cercando di colmare questo vuoto – conclude l’esperta – Sul sito dell’ARIR è comunque possibile trovare un elenco di professionisti specializzati a cui rivolgersi”.



www.repubblica.it 2024-05-08 10:54:00

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