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Togo, perché è obbligatoria la vaccinazione contro la febbre gialla?

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Il tema della vaccinazione obbligatoria è uno dei punti chiave della medicina di viaggio, perché può creare disagi nei viaggiatori. Al momento le uniche vaccinazioni richieste obbligatoriamente sono solo quelle per il meningococco per chi si reca a La Mecca e quella per la febbre gialla (una patologia virale che può presentarsi come asintomatica fino al manifestarsi di forme emorragiche ed è trasmessa dalla zanzara Aedes aegypti) per chi si reca in certi paesi del Sud America o in Africa. In Togo, in particolare, è obbligatorio mostrare un certificato vaccinale per varcare i confini del paese. In Italia, al momento non ci sono casi di febbre gialla notificati ed è quindi impossibile che un viaggiatore italiano possa portare la malattia in Togo.

Detto questo, resta l’obbligatorietà perché si tratta di una strategia preventiva valida, non solo come protezione personale, ma che è fondamentale per evitare che il virus circoli all’interno dello stato e non si diffonda tra la popolazione.

Essendo un vaccino vivo attenuato, in alcuni casi è possibile ottenere l’esenzione qualora il paziente fosse immunodepresso o in terapia immunosoppressiva, ma sarà un esperto di medicina di viaggio che valuterà rischi e benefici di affrontare un viaggio senza vaccinazione.  
È importante ricordare, che vaccinarsi contro la febbre gialla dona protezione solo contro questo patogeno ma non si è al sicuro da qualsiasi infezione: è quindi necessario mettere in atto anche altre strategie di protezione come la profilassi con dei farmaci o l’uso di repellenti per gli insetti vettori di altre patologie.

* Federico Gobbi è Direttore del Dipartimento di Malattie Infettive e Tropicali dell’IRCCS Sacro Cuore Don Calabria e professore associato all’Università di Brescia.

 

Le informazioni riportate vanno intese esclusivamente a scopo informativo: non rappresentano in alcun modo una consulenza medica e non possono sostituire diagnosi o indicazioni di trattamento consigliati dal proprio medico o da uno specialista.



www.repubblica.it 2024-05-20 13:20:38

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