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Disagio, lo provano 7 adolescenti su 10. Ma solo il 30% dei genitori se ne accorge

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La pandemia non è stata tenera con i più giovani. Secondo un rapporto elaborato da Censis, Consiglio Nazionale dei Giovani e Agenzia Nazionale dei Giovani nel 2022, il 49,4% dei ragazzi tra i 18 e i 25 afferma di aver sofferto di ansia e depressione a casa dell’emergenza sanitaria e dei sacrifici che ha importo alla loro generazione, e il 62% di aver cambiato ormai la propria visione del futuro. È quindi fondamentale ascoltare paure e bisogni dei ragazzi, e intervenire per intercettare il disagio prima che si trasformi in disturbo. Proprio a questo scopo è nato il progetto “Mi vedete”, che ha coinvolto studenti, insegnanti, famiglie ed esperti all’interno di tre scuole superiori rappresentative del sistema scolastico, per raccogliere dati quantitativi e qualitativi sui disagi adolescenziali, e disegnare un modello di ascolto e di intervento con il supporto di figure professionali adeguate. I risultati sono stati presentati oggi a Roma, in una conferenza stampa organizzata in seguito ad un incontro a porte chiuse con le istituzioni.

 

Disagio per il 70% degli intervistati

Il progetto, realizzato grazie alla collaborazione tra Lundbeck Italia, affiliata italiana del Gruppo danese dedicata alle neuroscienze, e l’azienda di consulenza Your Business Partner, si è svolto attraverso 6 giornate di incontri sulla consapevolezza, 96 conversazioni antropologiche e 6 workshop presso il liceo “Leonardo da Vinci” di Carate Brianza, il liceo classico e scienze umane “Benedetto da Norcia” di Roma e il liceo scientifico e linguistico “Giulio Cesare Vanini” di Casarano, che hanno coinvolto più di 1.700 studenti. I risultati saranno ora preziosi per promuovere un dibattito sul progetto, perché possa essere replicato in altre scuole, e sulle attività di prevenzione da intraprendere in quest’ultime.

“Nel mondo sono quasi 1 miliardo le persone che soffrono di disturbi mentali di cui il 14% sono adolescenti, come riportato nel World Health Organization. Secondo lo State of Children in the European Union del 2024, si stima inoltre che tra i ragazzi di età compresa tra i 15 e i 19 anni circa l’8% soffra di ansia e il 4% di depressione e nel 2020, circa 931 giovani in Europa sono morti per suicidio, equivalenti alla perdita di circa 18 vite a settimana – sottolinea Sergio De Filippis, Docente di Psichiatria delle Dipendenze all’Università di Roma La Sapienza, Direttore Sanitario Villa von Siebenthal e consulente scientifico del progetto Mi vedete? – Per valutare la portata di questo rischio è stato necessario entrare nelle scuole e far parlare ragazzi, genitori e docenti. Abbiamo così scoperto che, nel campione selezionato, il 71% degli studenti intervistati dice di provare un disagio, mentre, tra i genitori, solo il 31% si accorge dei problemi del proprio figlio”.

 

Uso di sostanze, disturbi del sonno, disturbi alimentari e bullismo

Il 100% dei docenti inoltre denuncia questa situazione tra gli studenti, addirittura più di quanto non raccontino loro stessi. Il 27,6% degli studenti incolpa la sfera familiare, ma quasi a parimerito con la scuola. Per i genitori, invece, la causa è da attribuire principalmente all’ambiente scolastico (39%). I docenti dicono che è dovuto nel 37% alla sfera familiare e poco (12%) alla scuola. Nella ricerca svolta sono state prese in analisi anche alcune tra le situazioni e disturbi più comuni tra i giovani, cioè l’uso di sostanze, i disturbi alimentari e del sonno e il bullismo.

Il 54% degli studenti ha raccontato che loro, o i loro compagni, hanno fatto uso di sostanze, il 15% dei genitori ne ha riportato l’uso da parte dei propri figli o dei compagni di quest’ultimi (mentre il 48% di loro ne teme l’uso da parte dei figli). Dal punto di vista dei docenti il dato sale al 19%. Per quanto riguarda i disturbi alimentari, il 38% dei ragazzi racconta di averne o averne avuti, il 13% dei genitori è consapevole di un disturbo alimentare dei figli, il 33% dei docenti riporta problemi di questo genere tra i propri allievi. I disturbi del sonno sono diffusi tra il 63% degli studenti (tra loro, circa un terzo ammettono di faticare ad addormentarsi a causa di ansie e preoccupazioni), ma solo il 19% delle famiglie e l’8% degli insegnanti ne è consapevole. Il 38% dei ragazzi ha riportato esperienze di bullismo subite personalmente o dai compagni (8 su 18 ne hanno avuto esperienza alle scuole medie). Di questo problema è consapevole il 17% dei genitori, ma solo il 4% dei docenti. Emerge quindi chiaramente una diversa percezione della realtà.

 

L’impatto della pandemia

“Durante la pandemia tutti gli italiani hanno dichiarato di avere avuto problemi psicologici, ma sui giovani l’impatto è stato maggiore: i nostri dati mostrano che negli adulti dai 37 ai 64 anni e negli anziani i numeri di chi ha sofferto di disturbi psicologici sono molto più bassi, in media poco più di 1 su 5, mentre per i ragazzi si sale al 44,6% degli under 37 e addirittura al 49,4% dei giovani tra i 18 e i 25 anni – conclude Ketty Vaccaro, Responsabile Salute e Welfare Censis – Ci sono due elementi che hanno contribuito in misura particolare a questo spaesamento: innanzitutto la vulnerabilità di base dell’adolescente, che vive un passaggio esistenziale delicato in cui si costruiscono identità e idea di futuro, e poi la costrizione a vivere senza il supporto del gruppo dei pari, rimanendo isolati”.



www.repubblica.it 2024-05-28 15:20:08

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