Nasce a Carini il polo siciliano dei dispositivi anti-Covid



Un investimento di due milioni e mezzo e quattro mesi di lavoro intenso per creare il primo polo di dispositivi anti-Covid made in Sicily. Una proposta nata nel pieno dell’emergenza Coronavirus con l’intento di utilizzare l’area che fu di Blutec a Termini Imerese e che ora è approdata a Carini sempre nel palermitano. Sono tre le aziende che hanno completato la filiera di Dpi: mascherine chirurgiche, Ffp2, camici, tute, gel igienizzante. La capacità produttiva complessiva è per il momento pari a 130 mila pezzi al giorno; i dipendenti sono oltre 140 ma in totale sono coinvolte più di 200 persone tra indotto e fornitori.

Covid, in Sicilia in vigore nuova ordinanza su mascherine

Le aziende hanno creato MihS (Meccatronica industries health Sicily), una newco che ha come collante il Distretto Meccatronica Sicilia guidato da Antonello Mineo che vi ha trasferito il concetto di filiera strategica, già collaudato dalle imprese che fanno parte del distretto nell’ambito del progetto Sos Covid lanciato in piena pandemia.

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«Le nostre aziende sono state le prime a riconvertirsi all’inizio della pandemia — dice Mineo. — Sono state tempestive, hanno investito risorse proprie, si sono messe a disposizione del territorio. Purtroppo spesso le imprese devono fare i conti con i tempi lunghi della burocrazia. A ciò si aggiunga il paradosso per cui dalla Cina arrivano Dpi non conformi alle norme vigenti se non persino pericolosi per la salute dei cittadini».

Protezioni aromatizzate

Il cuore dell’iniziativa è a Carini dove è stato inaugurato lo stabilimento, una porzione di 10mila metri quadrati nell’area che fu della Keller, storica azienda del settore ferroviario che ha chiuso i battenti ormai parecchi ani fa. Qui ha fatto l’investimento la Montalbano

Protection di Carini, azienda specializzata nella costruzione di macchinari per il trattamento dei rifiuti e gestita dalla famiglia Montalbano che ha ristrutturato e messo in produzione una parte dei 110mila metri quadrati di area rilevata nel 2017. Qui vengono prodotte 60mila mascherine chirurgiche al giorno (due tipologie, quella classica e quella aromatizzata alla zagara, al fico d’india, agli agrumi e ai frutti di bosco); 20 mila mascherine Ffp2 al giorno, 10mila mascherine Ffp3 al giorno nell’unica linea di questo tipo del Mezzogiorno, 5mila camici sanitari al giorno. Le persone assunte sono 25 ma «a regime — spiega Montalbano — prevediamo di portare l’organico a 50 unità».



www.ilsole24ore.com 2020-10-01 08:17:49

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