Chiesi investe 350 milioni per gli inalatori ecologici



Trasformare le parole in azioni. Chiesi, gruppo farmaceutico internazionale orientato alla ricerca, affianca il suo piano di carbon neutrality con la nuova campagna #ActionOverWords, pensata per accendere i riflettori sull’importanza di avere un movimento globale orientato alla sostenibilità aziendale. «La Campagna #ActionOverWords è la tappa finale di un percorso iniziato tempo fa – spiega Ugo Di Francesco, Ceo del Gruppo Chiesi – quando abbiamo trasformato il Gruppo in una società Benefit e una B Corp certificata, prendendoci l’impegno di minimizzare l’impatto ambientale dei nostri prodotti e delle nostre attività. Ora vogliamo giocare un ruolo attivo e propositivo verso la comunità esterna, creando un movimento nel quale tutti facciano la loro parte».

Gli obiettivi di riduzione di Chiesi sono stati approvati dalla Science Based Target Initiative (Sbti) e sono in linea con il più ambizioso obiettivo stabilito nell’Accordo di Parigi: limitare l’aumento della temperatura globale a 1,5°C rispetto ai livelli preindustriali entro il 2100. «Per diventare carbon neutral entro il 2035, uno degli impegni è quello di ridurre entro il 2030 più dell’80% delle emissioni di gas serra per unità di inalatori venduti rispetto al 2019 – continua Di Francesco – Per questo abbiamo investito 350 milioni di euro per sviluppare un nuovo propellente a basso potenziale di riscaldamento globale, che diventerà una piattaforma per tutti i nostri inalatori». Altre iniziative riguardano il taglio del 50% delle emissioni di gas serra dirette e indirette, associate all’acquisto di elettricità e calore. «Per esempio elettrificando il parco auto aziendale e migliorando le attività operative nei siti dove ancora non si è raggiunto il 100% di consumo di energia rinnovabile continua il Ceo di Chiesi – Nel principio della trasparenza, abbiamo deciso di rendere pubblico il nostro bilancio di emissioni attraverso il Carbon Disclosure Project entro la fine di giugno di quest’anno».

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E nei piani di Chiesi c’è un altro ambizioso progetto appena approvato dal Cda: la costruzione a Parma di un nuovo impianto per la produzione di farmaci biologici e che potrebbe essere pronto nel 2025. Ma alla domanda se servirà anche per produrre vaccini, l’ad è categorico: «no, si tratta di un sito per la produzione di farmaci innovativi – precisa – Abbiamo collaborazioni con Moderna e altre società per arrivare a sviluppare orphan drugs per malattie rare come l’ipertensione arteriosa polmonare e la malattia di Fabry».

In tema di brevetti, il Gruppo Chiesi è la prima azienda farmaceutica italiana, quarta tra le aziende italiane di tutti i settori, per numero di depositi brevettuali. Che idea si è fatto del dibattito relativo ai vaccini Covid? «Non è il brevetto che ha creato dei colli di bottiglia, ma la complessità e la difficoltà di produrre i vaccini e quindi il trasferimento tecnologico. Il brevetto è una garanzia per tutti i settori, non solo il farmaceutico, senza il quale non può esistere la ricerca».



www.ilsole24ore.com 2021-05-12 10:07:43

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