Vaccini Covid: “Trovata la causa delle trombosi con AstraZeneca e J&J”


I coaguli di sangue e le trombosi verificatesi in alcuni rari casi di persone immunizzate contro il Coronavirus con i vaccini AstraZeneca e Johnson&Johnson potrebbero essere correlati ai vettori di adenovirus che entrambi utilizzano per fornire le istruzioni genetiche per la proteina spike di Sars-Cov-2 nel corpo. E’ quanto sostengono alcuni ricercatori tedeschi in una ricerca pubblicata in pre-print (e quindi non ancora sottoposta a peer review) sostenendo anche che si tratta di un problema risolvibile ‘riprogrammando’ i vaccini.

La ricerca tedesca

Rolf Marschalek, docente all’università Goethe di Francoforte che ha condotto la ricerca su queste rare condizioni da marzo, sostiene che il problema sta nel momento dell’ingresso dell’adenovirus nel nucleo della cellula. Il ciclo di vita dell’adenovirus include ‘l’infezione’ delle cellule e l’ingresso del Dna adenovirale all’interno del nucleo; successivamente avviene la trascrizione genica. E proprio qui sta il problema: secondo Marschalek e gli altri ricercatori, una volta all’interno del nucleo cellulare alcune parti della proteina spike si uniscono o si dividono, creando versioni mutanti, che non sono in grado di legarsi alla membrana cellulare dove avviene l’immunizzazione. Le proteine mutanti fluttuanti sono invece secrete dalle cellule nel corpo – secondo la teoria di Marschalek – e innescano così coaguli di sangue in circa una persona su 100mila. “Quando questi … geni del virus sono nel nucleo possono creare alcuni problemi”, ha detto Marschalek. Al contrario, i vaccini a base di mRNA, come quelli sviluppati da BioNTech / Pfizer e Moderna, forniscono il materiale genetico della proteina Spike al fluido cellulare e non entrano mai nel nucleo.

Una ‘via d’uscita’

La buona notizia è che, secondo i ricercatori, ci sarebbe una semplice via d’uscita perché gli sviluppatori del vaccino potrebbero modificare questa sequenza della proteina spike per impedirne la scissione. Sempre stando a quanto riportato nel lavoro in pre-print, J&J aveva già contattato il laboratorio di Marschalek per chiedere consiglio e stava cercando delle soluzioni per adattare il suo vaccino prevenendo la separazione. L’idea dei ricercatori è quella di modificare la sequenza della proteina spike per evitare che avvenga la separazione annullando così il rischio di effetti collaterali o reazioni avverse. “Con i dati che abbiamo nelle nostre mani possiamo dire alle aziende come mutare queste sequenze, codificando per la proteina spike in un modo che prevenga reazioni di separazione non programmate”, conclude Marschalek.

Il Rapporto dell’Aifa

E proprio ieri sono arrivate da parte dell’Aifa altre informazioni. A seguito della segnalazione, in soggetti sottoposti a vaccinazione anti-Sars-CoV-2 con i vaccini a vettore virale Vaxzevria (AstraZeneca) e Janssen (Johnson & Johnson), di eventi trombotici, l’Aifa ha nominato un Gruppo di esperti in patologie della coagulazione a supporto della Commissione Tecnico Scientifica per approfondire la plausibilità biologica degli eventi, identificare le eventuali strategie di minimizzazione del rischio e indicare le modalità più corrette per la gestione clinica di questi eventi rarissimi. Proprio ieri l’Aifa ha pubblicato un documento (strutturato in domande e risposte) con le conclusioni del gruppo di esperti per fornire ai medici non specialisti e al personale sanitario le informazioni attualmente disponibili per identificare precocemente e gestire nel modo più appropriato questo evento avverso rarissimo.

L’associazione tra trombosi e trombocitopenia

Nel documento dell’Aifa, gli esperti provano a spiegare le cause di queste complicanze. “I casi di trombosi dei seni venosi cerebrali (Tsvc) e/o del distretto splancnico che sono stati osservati dopo la somministrazione di Vazxevria e del vaccino Janssen – si legge nel rapporto – hanno mostrato come caratteristiche comuni un’insorgenza tra 5 e 21 giorni dopo la vaccinazione, la presenza concomitante di trombocitopenia di varia gravità e un andamento rapidamente progressivo, spesso con il riscontro nei giorni successivi al ricovero di trombosi in numerosi altri distretti vascolari, soprattutto venosi ma anche arteriosi”. L’associazione tra trombocitopenia e complicanze trombotiche spesso multiple si verifica in genere in alcune forme trombotiche con base autoimmunitaria, come la sindrome da anticorpi antifosfolipidi ‘catastrofica’, la porpora trombotica trombocitopenica, o la trombocitopenia indotta da eparina associata a trombosi.

La teoria della trombocitopenia autoimmune indotta da eparina

In effetti, alcuni ricercatori tedeschi e successivamente norvegesi hanno rilevato in 16 casi di Tsvc post-vaccinazione una positività per anticorpi contro il complesso tra fattore piastrinico 4 ed eparina, suggerendo che il meccanismo che innesca questa complicazione in soggetti non precedentemente esposti all’eparina possa essere quello definito come ‘trombocitopenia autoimmune indotta da eparina’, forse innescato dalla formazione di complessi tra gruppi polianionici indotti dal vettore virale e fattore piastrinico 4 o dalla produzione di anticorpi generati dalla reazione infiammatoria al vaccino capaci di cross-reagire con le piastrine e il fattore piastrinico 4. “Non c’è però ancora evidenza – chiariscono gli esperti del Gruppo di esperti in patologie della coagulazione – che questo sia l’unico meccanismo fisiopatologico che innesca questa sindrome trombotica e almeno alcuni dei casi finora descritti non sono risultati positivi al test per la ricerca degli anticorpi anti complessi PF4/eparina. Rimane inoltre da definire per quale ragione questa reazione avversa si sviluppi esclusivamente in alcuni rari casi.

La frequenza delle complicanze

In linea generale, gli eventi tromboembolici venosi verificatisi in soggetti vaccinati con Vaxzevria e con il vaccino Janssen non sono risultati più frequenti rispetto a quelli attesi nella popolazione non vaccinata. Questi eventi sono stati osservati quasi esclusivamente entro circa tre settimane dalla vaccinazione in soggetti sani con età inferiore a 60 anni, prevalentemente donne. Per il vaccino Vaxzevria, da fonte EudraVigilance, alla data del 4 aprile 2021, sono stati riportati 169 casi di trombosi dei seni venosi cerebrali e 53 casi di trombosi delle vene splancniche, spesso associati a piastrinopenia, su un totale di circa 34 milioni di dosi di vaccino Vaxzevria somministrate nell’Area Economica Europea e nel Regno Unito, pari a 6,5 casi per milione di soggetti che hanno ricevuto almeno una dose. Secondo quanto riporta Aifa, in Italia al 26 aprile sono stati rilevati 34 casi di trombosi venose in sedi atipiche, 18 delle quali associate a trombocitopenia. Rispetto alle somministrazioni effettuate con Vaxzevria si osservano quindi 0.45 casi ogni 100.000 vaccinati, dato che potrebbe risentire della minor rappresentatività del campione italiano rispetto ai dati europei e anglosassoni. Per quanto riguarda gli eventi osservati dopo somministrazione del vaccino Janssen, il sistema di sorveglianza Usa alla data del 30 aprile, riporta 17 casi di trombosi in sedi atipiche associate a trombocitopenia (eventi del tutto simili a quelli osservati con il vaccino Vaxzevria) su 7,98 milioni di dosi di questo vaccino somministrate in Nord-America.

 



www.repubblica.it 2021-05-27 11:04:26

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