Un maggiordomo digitale al servizio dei dentisti


A marzo il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha parlato delle nuove direttrici della sanità e del suo futuro, introducendo il concetto di sanità data-driven, ossia di una sanità guidata dai dati e dalle informazioni. I dati e la loro elaborazione rappresentano il futuro di ogni settore, non solo della sanità, poiché consentono di introdurre inediti strumenti gestionali e di sviluppare capacità predittive: si pensi semplicemente a quelle derivanti dalla possibilità di accedere a database epidemiologici alimentati in tempo reale.

Informazioni di questo tipo non potranno chiaramente mai sostituirsi alla ricerca clinica classica, tuttavia, l’accesso a questi dati – che rappresentano quella che oggi viene comunemente chiamata real-world evidence – e l’analisi del loro significato clinico permette di oggettivare le scelte cliniche tramite l’accesso ad ampie basi di dati. Per esempio un dentista che si trova a dover valutare e decidere un lavoro di implantologia in un paziente potrebbe sapere, in tempo reale, il tasso di successo in relazione a età, genere e densità ossea dei pazienti di altri colleghi. Inoltre questi dati organizzati digitalmente possono andare a comporre una cartella clinica evoluta utile non solo al dentista, ma anche al paziente nel monitoraggio dello stato dell’impianto.

 

All’interno degli studi dentistici sono ad oggi presenti diverse tecnologie in grado di elaborare dati: le fotografie, le radiografie, le impronte. Ci sono, appunto, tantissime tecnologie, ma non si è ancora diffuso l’utilizzo di software cloud based. La possibilità di accedere a dati di real-world evidence grazie ad un software cloud based e condiviso riveste particolare importanza in ambito implantologico: è ben noto, infatti, che i tassi di successo e sopravvivenza implantari, così come il successo delle intere riabilitazioni protesiche su impianti sono riconducibili sia al paziente che al chirurgo, che ai materiali e tecniche impiegati. È proprio in presenza di più fattori che l’analisi statistica di una quantità rilevante di dati, soprattutto se eseguita tramite algoritmi avanzati, può oggettivare maggiormente protocolli clinici nonché, naturalmente, indirizzare l’esecuzione di nuovi protocolli di ricerca.

È in questo contesto che IDI Evolution ha creato Alfred: un sistema digitale avanzato, in grado di applicare sofisticati algoritmi di calcolo ad un database di inserimenti implantari che viene alimentato in tempo reale dagli stessi clinici che aderiscono al progetto, nel momento stesso in cui eseguono la chirurgia di posizionamento dell’impianto. Il database costituisce una base dati che permette ad Alfred, grazie all’applicazione di specifici algoritmi predittivi, di fornire al chirurgo – già in sede di pianificazione dell’intervento – un preciso orientamento in merito a cosa aspettarsi durante l’intervento, a come effettuarlo nel migliore dei modi, senza sgradevoli sorprese per il clinico né tantomeno per il paziente.

Un maggiordomo digitale al servizio dei dentisti


“Lanciamo oggi la Beta version di questa piattaforma con intelligenza artificiale destinata ad introdurre una serie di novità nel settore come maggiore trasparenza con i pazienti, maggiore controllo, risultati migliori, meno tempo in poltrona e possibilità di fissare più interventi per il clinico, digitalizzazione dell’intero processo di cura” – dichiara Andrea Piantoni, Chief Innovation Officer di IDI Evolution. Mettendo l’analisi dei dati a fattore comune, infatti, Alfred diventa non solo uno spazio di archiviazione digitale, ma un sistema in grado di guidare i clinici punto per punto, passo dopo passo. Questa piattaforma è al momento già in uso presso 117 studi odontoiatrici per un totale di 2600 pazienti.

IDI Evolution



www.repubblica.it 2021-06-15 21:59:00

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