Infezioni e lesioni pre-cancerose: quando la malattia è degli uomini



Una pubblicazione su una rivista prestigiosa, The Lancet Hiv, e uno studio epidemiologico che ha riunito i dati di 64 diversi studi internazionali condotti in oltre 50 centri di ricerca esperti di infezione da HPV e operanti in ogni parte del mondo. In particolare sull’infezione anale da HPV e sulle lesioni pre-cancerose e cancerose correlate (HSIL+). Per l’Italia gli IRCCS Istituto San Gallicano e Istituto Regina Elena, che hanno raccolto dati su una popolazione di quasi 1000 maschi che fanno sesso con maschi (Msm) HIV-positivi e negativi: una piccola parte della casistica totale studiata, composta da circa 30.000 uomini.

L’indagine dimostra che la popolazione di maschi che fa sesso con maschi (Msm)  è la più colpita dall’infezione anale da HPV e dalle lesioni pre-cancerose e cancerose correlate (HSIL+), e che l’infezione da HIV rappresenta il più forte determinante di HSIL+ anale. Lo studio ha infatti stimato che, tra gli Msm HIV-positivi, un individuo su due può presentare lesioni HSIL+ anale. Il rischio di presentare questo tipo di lesioni tende ad aumentare con l’età.

A partire da dati accurati, raccolti con metodiche e procedure standard confrontabili, lo studio ha prodotto stime molto robuste circa la prevalenza dell’infezione anale e delle lesioni HSIL+ in uomini di diversi Paesi del mondo, età, orientamento sessuale e condizione clinica. Tra gli eterosessuali è stata stimata una prevalenza di HPV ad elevato rischio pari al 6,9% e di HPV16, il principale responsabile dell’evoluzione tumorale dell’infezione, pari all’1,8%. Tra gli stessi con infezione da HIV, le prevalenze rilevate erano rispettivamente 26,9% e 8,7%. Diversamente, tra gli Msm le prevalenze aumentavano fino al 41,2% per gli HPV ad alto rischio e al 13,7% per l’HPV16, con una frequenza più elevata in presenza di infezione da HIV (74,3% e 28,5%, rispettivamente).



www.repubblica.it 2021-08-05 14:26:10

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