Settembre e lo stress da rientro: a rivelarlo sono (anche) le cellule staminali



Si DICE che settembre sia il “lunedì” dell’anno, almeno in Italia. Il mese in cui tutto riparte, dopo la nostra tipica pausa agostana. E allo stress della normale ripresa si aggiunge quello della pandemia e della continua incertezza. A volte, però, quella che dovrebbe essere una normale e transitoria risposta dell’organismo si prolunga troppo a lungo, e può causare danni. “Si calcola che un italiano su tre abbia alti livelli di stress”, spiega Eugenio Caradonna, presidente della Società Italiana di Medicina e Chirurgia Rigenerativa Polispecialistica (SIMCRI): “L’esaurimento svolge un’azione molto dannosa sull’intero organismo e sulla nostra capacità di rigenerare i tessuti delle cellule. E’ un fattore di rischio che a lungo andare può anche portare ad invecchiamento precoce oppure a gravi malattie cardiocircolatorie o neurodegenerative”.

 

Ma come monitorare lo stress? “Un modo è attraverso il livello delle cellule staminali nel sangue, con un semplice test”, risponde Caradonna: “Il loro livello andrebbe monitorato regolarmente così come già avviene per la glicemia o i trigliceridi. L’esame non è di per sé costoso o difficile da svolgere. Richiede però che i dati siano interpretati da personale medico con esperienza nel settore. Si tratta di una serie di valori che vanno poi collegati ad altri parametri come lo stato di salute, lo stress, l’età o il peso. Le potenzialità sono enormi e come specialisti possiamo svolgere una grande azione, per milioni di cittadini nel nostro Paese, sia a livello di prevenzione delle patologie che di appropriatezza terapeutica. Possiamo addirittura valutare l’efficacia di terapie come le statine. I farmaci per il controllo dell’ipercolesterolemia agiscono anche sulle cellule staminali e quindi si possono eventualmente misurare e correggere i dosaggi del trattamento”.

La SIMCRI sta lavorando affinché il controllo delle cellule staminali sia sempre più esteso e venga eseguito in centri medici specializzati: insieme a Pietro Formisano, docente di patologia clinica della Federico II di Napoli, e ad Arnolfo Petruzziello, direttore del Dipartimento dei Servizi Sanitari dell’AORN di Caserta, sono state elaborate modalità d’analisi e tabelle per correlare la numerosità delle cellule staminali allo stress e all’incidenza di patologie. “Da qui è possibile avviare percorsi personalizzati”, conclude Caradonna: “Per la riduzione dello stress nei giovani può essere sufficiente intervenire sugli stili di vita e quindi va favorita l’attività fisica o la cessazione del vizio del fumo. Per gli anziani sono invece necessari trattamenti specifici che tengano conto dello stato di salute generale e la presenza di altre malattie”.



www.repubblica.it 2021-09-07 14:55:36

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