Immunoterapia triplica la sopravvivenza nei pazienti con il tumore del polmone più ag…


È il tumore del polmone più raro e anche il più aggressivo. Quello “a piccole cellule”, chiamato anche microcitoma, per il quale per molto tempo ci sono state poche possibilità di cura. Ora, i nuovi dati dello studio clinico Caspian, presentati al congresso europeo di oncologia medica (Esmo 2021), mostrano un beneficio duraturo e clinicamente significativo nella sopravvivenza globale dei pazienti con malattia in stadio esteso, dopo tre anni di trattamento con la combinazione della chemioterapie e dell’immunoterapia con durvalumab.

SPECIALE ESMO 2021

Il tumore del polmone a piccole cellule e le nuove possibilità di cura

Nel 2020, in Italia, sono stati stimati circa 41 mila nuovi casi di tumore del polmone, dei quali oltre 6mila sono microcitomi (SCLC). Si tratta di una neoplasia particolarmente aggressiva, caratterizzata da una rapida progressione nonostante una iniziale risposta alla chemioterapia. Durvalumab – in combinazione con etoposide e carboplatino o cisplatino – è attualmente approvato per il trattamento di prima linea del tumore del polmone a piccole cellule in stadio esteso in più di 55 Paesi, compresi quelli dell’Unione europea. Già nel giugno 2019, infatti, lo studio Caspian aveva dimostrato di migliorare la sopravvivenza globale, con una riduzione del rischio di morte relativo del 27% rispetto alla sola chemioterapia. L’aggiornamento di questi dati era stato poi presentato un anno dopo, durante il Congresso dell’Asco del 2020, con un follow up mediano di oltre due anni.

Ora, i recenti risultati hanno mostrato un’efficacia duratura ad un follow up di più di tre anni, con una riduzione del rischio di morte del 29%. La sopravvivenza globale mediana aggiornata è risultata pari a 12,9 mesi contro 10,5 mesi della sola chemioterapia. Secondo le stime, il 17,6% dei pazienti trattati con durvalumab più chemioterapia era vivo a tre anni, rispetto al 5,8% dei pazienti trattati con la sola chemioterapia, e i benefici sono stati osservati in tutti i sottogruppi di pazienti. Si tratta dell’aggiornamento di sopravvivenza più lungo riportato per un trattamento immunoterapico in questo stadio della malattia.

“I pazienti con SCLC in stadio esteso dispongono di opzioni terapeutiche limitate e tuttora presentano una prognosi sfavorevole; questo rende particolarmente significativi i dati che mostrano come il triplo dei pazienti sopravviva a tre anni con il trattamento a base di durvalumab più chemioterapia rispetto alla sola chemioterapia”, spiega Filippo de Marinis (Direttore della Divisione di Oncologia Toracica IEO, Istituto Europeo di Oncologia, di Milano): “Questi risultati confermano che il trattamento con durvalumab in associazione a chemioterapia a base di platino rappresenta un importante standard di cura in questa popolazione”.

La malattia in stadio esteso

A circa due terzi dei pazienti con microcitoma viene diagnosticata una malattia in stadio esteso (ES-SCLC), in cui il tumore si è diffuso ampiamente attraverso il polmone o in altre parti del corpo. La prognosi è particolarmente infausta poiché, sulla base dei dati disponibili prima dell’approvazione dei regime di immunoterapia per ES-SCLC, solo il 7% dei pazienti con SCLC e il 3% di quelli con malattia in stadio esteso, è in vita cinque anni dopo la diagnosi. “Questo notevole miglioramento della sopravvivenza a tre anni nei pazienti con SCLC in stadio esteso è un risultato senza precedenti”, commenta Susan Galbraith, Executive Vice President, Oncology R&D, AstraZeneca: “Siamo fortemente impegnati a migliorare i tassi di sopravvivenza di questa patologia attraverso la ricerca di nuove opzioni terapeutiche che siano in grado di trasformare gli esiti della malattia nei vari stadi, non solo con lo studio CASPIAN nella malattia estesa, ma anche con lo studio ADRIATIC, nello stadio limitato”.

Le sperimentazioni per le forme limitate e per altri tumori

Durvalumab è in sperimentazione anche come trattamento dopo chemio-radioterapia (CRT) nei pazienti con tumore del polmone a piccole cellule in stadio limitato, nello studio ADRIATIC. Inoltre, durvalumab è approvato per il trattamento del tumore del polmone non a piccole cellule (NSCLC) con intento curativo della malattia in Stadio III non resecabile, in seguito a chemio-radioterapia, sulla base dei risultati dello PACIFIC. Nel programma di sviluppo, il farmaco è in studio come monoterapia e in combinazione con altri trattamenti anticancro nel NSCLC, SCLC, tumore della vescica, carcinoma epatocellulare, tumore delle vie biliari (un tipo di tumore del fegato), tumore dell’esofago, tumore gastrico e gastroesofageo, tumore della cervice, tumore dell’ovaio, tumore dell’endometrio e in altri tumori solidi.



www.repubblica.it 2021-09-21 11:59:20

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