Prurito e rossore, meglio non rimandare una visita dermatologica


Può comparire praticamente in qualunque parte del corpo. Proprio per questo si parla di dermatite atopica (dal greco “a-topos”, che significa, appunto, privo di luogo preciso). Infatti, la secchezza, l’arrossamento e il prurito possono manifestarsi sul viso, ma anche su braccia, gambe, tronco, palpebre, angoli della bocca e cuoio capelluto. Fastidi che spesso si tende a sopportare nella speranza che passino da soli. Ma purtroppo proprio questa attesa può provocare un peggioramento dei sintomi. Come capire allora che si tratta di dermatite atopica?

 

L’esame accurato della cute

La diagnosi della dermatite atopica si basa nella maggior parte dei casi sull’esame clinico da parte del dermatologo, che raccoglie i sintomi descritti dal paziente. Si va, quindi, a caccia di segni come l’eczema, le lesioni da grattamento e la secchezza della cute. Anche se al momento – in particolare negli adulti – mancano dei veri e propri criteri standardizzati, la diagnosi rimane prevalentemente clinica. Tuttavia, trattandosi di una malattia che spesso interessa soggetti geneticamente predisposti alle allergie, può essere necessaria l’esecuzione di test allergologici per identificare eventuali ipersensibilità, che però non vanno automaticamente considerate causa della dermatite atopica. Nel 60% dei casi si possono trovare alti livelli di IgE totali e di anticorpi IgE allergene-specifici (sono coinvolti allergeni inalanti o alimentari). L’indagine di questi anticorpi specifici può essere utile per individuare la presenza di allergie e capire quanto possano incidere nel determinare una dermatite atopica grave. In alcuni casi, si può rilevare un aumento degli eosinofili nel sangue. Gli eosinofili sono cellule del sistema immunitario, e le loro concentrazioni nel sangue possono essere correlate alla gravità della dermatite atopica.

Il rischio di infezioni

Nei pazienti con dermatite atopica, inoltre, è sempre importante valutare la presenza di infezioni. Il sospetto può nascere quando le lesioni intensamente eritematose e con presenza essudato (possibile infezione da S. aureus) o in presenza delle tipiche lesioni erpetiche da Herpes Simplex. Non solo: è particolarmente importante che la diagnosi venga eseguita da un dermatologo esperto perché in alcuni individui la dermatite atopica può presentare dei quadri complessi o atipici che possono essere confusi con quelli di altre patologie dermatologiche e non dermatologiche, come scabbia, micosi o linfomi cutanei. In questi casi è necessario procedere con la diagnosi differenziale che può avvalersi di indagini diagnostiche strumentali specifiche, come la biopsia cutanea.

L’importanza dei trattamenti preventivi

La dermatite atopica è una patologia che deriva dall’interazione complessa tra fattori genetici e fattori ambientali, dunque non è possibile prevenirla. Si possono però prevenire le conseguenze più serie della dermatite atopica? In parte sì, mantenendo la cute idratata e nutrita ed evitando di seccarla: questo aiuta anche a prevenire le ricadute nel caso in cui si sia già sofferto di dermatite atopica in passato. Inoltre, è importante limitare bagni prolungati e con acqua troppo calda, che possono seccare la pelle; evitare l’uso di saponi, profumi e altri possibili agenti irritanti; non usare tessuti irritanti come lana grezza e capi sintetici e mangiare in modo sano ed equilibrato.



www.repubblica.it 2021-10-14 10:58:00

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