Mudimed, la storia della scienza medica è online



Oplomoclion: parola difficile da pronunciare e forse anche da capire. Eppure è un oggetto che fa parte della storia della medicina e della scienza. Così almeno spiega l’ideatore, Girolamo Fabrizi d’Acquapendente, anatomista, nel suo Pentateuchos chirurgicum del 1592. Curiosi, vero?

In un periodo difficile come il nostro, in cui la scienza ha avuto un ruolo di primo piano, il Ministero della Cultura e Novartis Italia hanno deciso di dare vita al Museo digitale della storia del metodo scientifico in medicina. Di cosa si tratta? Del racconto dell’evoluzione del metodo scientifico attraverso antiche sculture, manufatti, dipinti, opere. Un’immersione nel passato realizzata col metodo più moderno, una piattaforma digitale; un percorso innovativo che accompagna il visitatore virtuale alla scoperta della scienza, mostrando strumenti utilizzati, credenze e sfide affrontate nel corso dei secoli. Una storia lunga quanto l’uomo quella della scienza, che deve essere valorizzata e conosciuta soprattutto dai giovani, per avvicinarli alla sua magia e alla sua concretezza.

Allora, l’oplomoclion è uno strumento ortopedico molto avanzato, ideato dall’anatomista ci Girolamo Fabrici nel XVI secolo, una sorta di corsetto per la correzione delle deformità della colonna vertebrale e degli arti, ma anche un congegno didattico, fatto di protesi montate una sull’altra. È uno degli oggetti in mostra virtuale nella prima sala di Mudimed aperta al pubblico, che espone 19 opere provenienti dai più importanti musei e biblioteche del Paese: dal Museo Archeologico Nazionale di Napoli al Museo della Storia della Medicina de La Sapienza, dal Museo e il Real Bosco di Capodimonte alla Biblioteca Nazionale Centrale di Roma.

I visitatori possono ammirare gli ex voto del mondo italico e romano che riproducono la parte del corpo per la quale l’ammalato chiedeva l’intervento divino, molto simili ai nostri ‘per grazia ricevuta’, e poi ancora bisturi rudimentali per incidere vene superficiali, ventose chirurgiche, testi medici tardo medievali, kit di farmacia portatili e così via.

Ma in questa integrazione di medicina, arti, storia, di vicende fatte da uomini e donne, il visitatore non è solo. Spiegazioni e racconti sui reperti e le testimonianze sono affidate ad esperti che affrontano il tema da più punti di vista. Arnaldo Colasanti, accademico e divulgatore scientifico, parla della medicina magico-religiosa; Andrea Grignolio, storico della medicina e professore presso l’Università della Vita San Raffaele e il Cnr, si occupa delle modalità di intervento sui malati già in età antica; Barbara Gallavotti, accademica, biologa e divulgatrice scientifica, si sofferma sulle ‘visioni della sofferenza’, Paolo Mazzarello scrittore, saggista e professore presso l’Università di Pavia, illustra un aspetto fondamentale della storia della medicina: la dissezione anatomica. Infine, Guido Silvestri, accademico, patologo e immunologo presso l’Emory University di Atlanta, racconta i progressi della farmacologia in età moderna e ci proietta nel futuro della medicina.

Mudimed si inserisce nel percorso Scienza da vivere, promosso da Novartis Italia, per rafforzare il dialogo tra cultura, scienza e società. L’allestimento e i contenuti del museo sono stati curati da un comitato scientifico coordinato da Giuliano Volpe, professore ordinario presso il Dipartimento di studi umanistici dell’Università di Bari, che continuerà a supervisionare negli anni il percorso conoscitivo, l’apertura di nuovi spazi espositivi, suggeriti anche dagli stessi fruitori del museo virtuale.

Mudimed è uno spazio digitale che offre l’opportunità di scoprire i contesti culturali e sociali in cui la scienza è nata, si è sviluppata e continua a evolvere.



www.repubblica.it 2021-10-28 12:54:09

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