Covid: ecco tutte le cure a casa, ma per le pillole antivirali è ancora corsa a ostac…



Curare a casa il Covid non solo con paracetamolo (la tachiprina) e antinfiammatori ma anche con gli altri farmaci che si stanno dimostrando sempre più efficaci: dai monoclonali ai nuovissimi antivirali orali, le prime “pillole” autorizzate per sconfiggere il virus. Con una nuova circolare il ministero della Salute ha appena aggiornato le indicazioni per la gestione domiciliare dei pazienti, tenendo conto delle «emergenti conoscenze scientifiche in particolare in ambito farmacologico». Peccato che la disponibilità delle nuove terapie rischia di essere un percorso a ostacoli e contro il tempo: il medico di famiglia deve infatti selezionare rapidamente i pazienti idonei per inviarli ai centri ospedalieri che dispensano le cure ancora non disponibili in farmacia.

Dal medico di famiglia ai centri specializzati

Per quanto riguarda sia la cura con anticorpi monoclonali che con antivirali questa è da destinarsi a soggetti con malattia lieve-moderata non ospedalizzati e non in ossigenoterapia che presentino fattori di rischio – da patologie oncologiche al diabete fino all’obesità – per lo sviluppo di Covid-19 grave. Come detto la selezione del paziente da trattare con tali farmaci è affidata ai medici di famiglia, ai pediatri di libera scelta e anche ai medici delle Usca. Con il fattore tempo che però è cruciale: i pazienti devono infatti «essere indirizzati rapidamente ai centri abilitati alla prescrizione, somministrazione e dispensazione di tali farmaci identificati dalle Regioni». Sia gli anticorpi monoclonali che gli antivirali per la cura del Covid sono infatti soggetti al controllo dei registri di monitoraggio Aifa e vengono prescritti e dispensati normalmente da farmacie ospedaliere e centri ospedalieri specializzati.

Il fattore tempo è cruciale

In Italia sono disponibili al momento tre diversi trattamenti a base di anticorpo monoclonale e vanno somministrati massimo entro 7 giorni dall’insorgenza dei sintomi (ma preferibilmente entro le 72 ore). I monoclonali vanno dispensati in centri ospedalieri visto che la loro somministrazione avviene per infusioni. Nelle indicazioni aggiornate, il ministero precisa tuttavia che, rispetto agli altri, «è raccomandabile un uso preferenziale dell’anticorpo monoclonale sotrovimab, vista la sua capacità neutralizzante rispetto alle varianti di SarsCoV2 circolanti», inclusa Omicron. Tre sono invece gli antivirali resi disponibili di recente: il remdesivir che viene somministrato sempre via endovena. Poi c’è il nuovissimo antivirale orale Paxlovid di Pfizer che promette di prevenire il ricovero nel 90% dei casi e va somministrato non oltre 5 giorni dall’insorgenza dei sintomi (il trattamento
consiste nell’assunzione di tre compresse, due volte al giorno, per 5 giorni). Stesso discorso per l’antivirale orale Molnupiravir di Merck.

Le cure a casa: dal paracetamolo ai Fans

Tra gli strumenti di monitoraggio domiciliare del paziente si conferma che nella circolare, il medico dovrà usare una specifica tabella per la determinazione del rischio (Mews) che comprende vari parametri: dalla pressione alla frequenza respiratoria, e con indicazioni specifiche per le donne in gravidanza. Fondamentale, si ribadisce, è anche il monitoraggio della saturazione dell’ossigeno a domicilio attraverso il pulsossimetro: il paziente dovrà contattare tempestivamente il proprio medico se i valori di saturazione di ossigeno sono inferiori al 92%. Rispetto ai farmaci da utilizzare, si conferma per i pazienti asintomatici o paucisintomatici la possibilità di effettuare trattamenti sintomatici: ad esempio paracetamolo o farmaci antinfiammatori non steroidei -Fans- in caso di febbre o dolori articolari o muscolari, a meno che non esista chiara controindicazione all’uso. La circolare ricorda anche che non vanno utilizzati routinariamente, ma solo in specifici casi, i corticosteroidi (cortisonici), eparina ed antibiotici. Non va invece utilizzata l’idrossiclorochina la cui efficacia non è stata confermata.

Le indicazioni per i bambini

Nella nuova circolare, indicazioni precise riguardano anche i bambini: nei bimbi asintomatici non occorre somministrare alcun farmaco, mentre in quelli che accusano sintomi simil-influenzali è consigliabile, in caso di necessità (febbre >38,5°C, mal di gola, cefalea, dolori articolari ecc.), su indicazione del pediatra, somministrare una terapia sintomatica con Paracetamolo o Ibuprofene. «Nei soggetti in età evolutiva i casi che hanno avuto necessità di cure intensive sono stati circa 1.000 in Italia dall’inizio della pandemia e sono aumentati nelle ultime settimane – precisa la circolare – fino all’introduzione della vaccinazione dai 12 anni di età i ricoveri in terapia intensiva sono stati a seguito di diagnosi di Mis-C (Multisystem Inflammatory Syndrome in Children); in quasi tutti i casi di Mis-C si è avuta la completa risoluzione del quadro e guarigione, e solo in una minoranza dei casi si sono manifestati esiti».



www.ilsole24ore.com 2022-02-12 09:30:27

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