Immergersi nel bosco contro dolore cronico e non solo: è la terapia della foresta



Un percorso in una Spa per rilassarsi e sentirsi bene? Oggi c’è chi preferisce una passeggiata nella foresta, magnifico ambiente terapeutico. Oltre alla bellezza, alla ricchezza faunistica, all’utilità come ecosistema, questo luogo magico ha infatti il potere di agire sulle persone a livello psicologico e fisiologico.

A spiegarlo è il volume Terapia Forestale 2, (scaricabile qui in pdf) pubblicato da Cnr Edizioni, frutto della campagna di ricerca condotta dal Cnr attraverso l’Istituto per la BioEconomia (Cnr-Ibe) insieme al Cai, attraverso i relativi Comitato Scientifico Centrale (Cai-CSC) e Commissione Centrale Medica (Cai-CCM), e con la collaborazione scientifica del Cerfit (Aou Careggi, Firenze). Qui sono raccolti i risultati della campagna 2021, che ha coinvolto quasi mille persone presso oltre trenta siti tra Appennini, Alpi e parchi urbani.

Cos’è la terapia forestale

“È una medicina complementare in cui l’agente terapeutico è la foresta che trasmette i benefici all’organismo umano attraverso i nostri sensi”, spiega Francesco Meneguzzo, ricercatore dell’Istituto per la bioeconomia del Cnr di Firenze, referente tecnico del CAI, che ha curato il volume assieme alla collega Federica Zabini. “Ci sono evidenze scientifiche e statistiche degli effetti positivi di questa terapia, anche in base ai tratti personali dei pazienti. Come qualsiasi medicina complementare deve essere somministrata da personale clinico, quindi da psicologi e psicoterapeuti che lavorano per sollecitare la connessione dei sensi con l’ambiente forestale e controllano eventuali aspetti negativi, come trovarsi a disagio in tale ambiente”.

Nata in Giappone

Nata in Giappone nel 1982, la “Shinrin Yoku”, termine che indica il godere completamente i benefici della foresta, è una pratica multidisciplinare che porta benefici psicologici e fisiologici. Le foreste sono ecosistemi fondamentali per la vita sulla Terra, per tutte le loro funzioni, dall’assorbimento della CO2 alla tutela idrogeologica, fino all’azione sulla salute umana.

Perché fa bene

Nell’atmosfera forestale alberi e suolo rilasciano dei composti organici volatili (COV) che hanno una grande importanza per l’ecologia vegetale e possono avere degli effetti sul nostro corpo e sulla nostra mente. Vari studi hanno dimostrato come alcuni COV modulano il rilascio di citochine, riducono il dolore e l’infiammazione, migliorano umore e qualità del sonno. La terapia forestale previene la depressione e ne attenua i sintomi, agisce anche sul dolore cronico e sulle psicosi. Nel corso delle passeggiate si misura anche una riduzione dello stress grazie alla cattura involontaria dell’attenzione sull’ambiente circostante e la possibilità di evadere da quelle che sono le preoccupazioni della vita quotidiana.

La passeggiata e i cinque sensi

“L’esperienza si compone di una camminata interrotta da lunghi momenti di fermo durante i quali ci si concentra sui vari sensi, guardando, ascoltando, toccando, annusando, assaggiando”. I colori come verde, blu, marrone inducono uno stato di rilassamento, riducendo i livelli circolanti di cortisolo, l’inalazione dei COV è fondamentale perché agisce sul piano neurologico. Durante le pause si lavora sulla respirazione e si prende consapevolezza delle proprie funzioni vitali, arrivando a respirare fino al doppio. I suoni della foresta, il vento tra i rami, lo scorrere dell’ acqua, sono distensivi, così come il toccare foglie o legno stimola indirettamente il sistema parasimpatico e assaggiare le bacche, funghi e radici (ovviamente ben conosciuti) migliora il contatto con la natura.

Le condizioni più favorevoli

“Ci sono elementi strutturali legati ad una maggiore efficacia della terapia – spiega Meneguzzo – come la qualità dei percorsi, che devono essere abbastanza brevi, non più di 30 minuti, con un fondo molto buono che non impegni l’attenzione su dove mettere i piedi. L’ambiente deve essere naturale, con alberi autoctoni, non allergenici, ed è meglio evitare i periodi di impollinazione. La presenza di conifere è favorevole così come quella dei corsi d’acqua. Anche la vicinanza di un rifugio determina tranqillità,  perché diminuise un possibile stato di ansia”.

Orari e mesi

“Tutti i periodi dell’anno sono buoni, il semestre caldo è più favorevole per i profumi più intensi e una maggiore concentrazione dei composti volatili organici, ma nel semestre freddo, una leggera traccia di neve ha un effetto positivo”, prosegue il dottor Meneguzzo. Per quel che riguarda gli orari, sono consigliati il primo mattino e il primo pomeriggio nel periodo caldo. In metà mattina e tardo pomeriggio si hanno concentrazioni inferiori in aria di terpeni (composti organici prodotti dalle piante, componenti principali di resine e oli essenziali ) che sono gli agenti che portano benefici ad ampio spettro sia alla salute mentale che a quella fisiologica, sollecitando anche le difese immuntiarie”.

Non c’è bisogno di preparazione specifica

“Non c’è bisogno di una preparazione specifica ma di un atteggiamento di disponibilità, il sentiero non presenta dislivelli e la terapia è aperta a tutti, in alcuni posti anche a persone con problemi di mobilità. La durata è di due ore e mezza circa, in un giorno. Sarebbe importante proseguire almeno per tutto un fine settimana per portarsi dietro i benefici durante tutto il mese successivo”.

Nel libro si affronta anche il tema del beneficio economico della terapia, sia in termini di difesa di un patrimonio naturale, con l’invito alla  conservazione delle aree forestali, sia per le ricadute importanti sull’economia locale e il risparimio del Servizio Sanitario Nazionale.



www.repubblica.it 2022-08-07 05:10:50

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