La lettura a voce alta ci fa imparare più in fretta


Leggere a voce alta per imparare meglio parole e nozioni. Molti bambini e ragazzi hanno difficoltà a scuola e questo metodo può fare la differenza. E questo perché la lettura ad alta voce dell’insegnante “elimina le barriere: consente di concentrarsi sulla storia e sul suo sviluppo anziché sul processo di decifrazione e la comprensione è supportata dall’intonazione, dal rispetto della pause e, gradualmente, cresce”, spiega Federico Batini, docente di Pedagogia sperimentale del Dipartimento di Filosofia, Scienze Sociali, Umane e della Formazione dell’Università degli Studi di Perugia (FISSUF).

Un’esperienza collettiva

“La lettura ad alta voce è un’azione di democrazia cognitiva” spiega Batini, perché a scuola l’insegnante che legge storie ad alta voce banalmente consente a tutte e tutti, ogni giorno, di fare quest’esperienza. Diventa un esempio di lettura. Favorisce la creazione di un clima e potenzia tutte le bambine e i bambini, le ragazze e i ragazzi con cui lavora. Assegnare letture autonome (e poco adeguate e stimolanti per l’età), invece, significherebbe far leggere soltanto coloro che hanno già familiarità con la lettura, che “probabilmente provengono da un ambiente stimolante e da una casa ricca di libri”. 

Dal nido alle secondarie di secondo grado

Il progetto “Leggere:forte! Ad Alta Voce fa crescere l’intelligenza”, di cui la Regione Toscana è capofila e promotrice con il coordinamento scientifico dell’Università di Perugia, è nato grazie a Sara Mele, dirigente del settore Istruzione della Regione Toscana. La professoressa ha voluto affrontare il problema della dispersione scolastica attraverso l’introduzione della lettura ad alta voce avendo conosciuto gli studi del gruppo di ricerca della cattedra di pedagogia sperimentale, del Dipartimento FISSUF dell’Università degli Studi di Perugia.

Libri e storie

Ogni giorno, per almeno un’ora, con vari libri e storie e a complessità crescente 1032 studenti e 50 docenti dell’Istituto Comprensivo II di Torino, hanno collezionato/raggiunto ben 2000 ore di lettura ad alta voce. L’stituto comprende 4 plessi: un plesso di Scuola dell’Infanzia, due plessi di Scuola Primaria e un plesso di Scuola Secondaria di Primo Grado.  Sono state costruite apposite bibliografie pensate per fasce di età, messe a disposizione degli educatori e dei docenti insieme alla dotazione dei libri da leggere. Gli insegnanti hanno un testo operativo: “Leggere ad alta voce. Metodi e strategie per costruire competenze per la vita (2019), rivolto soprattutto, ma non solo, alle insegnanti di scuola primaria per fornire indicazioni sul come gestire il momento della lettura in classe.

I risultati

“Abbiamo sviluppato un metodo per la lettura ad alta voce di storie condivisa è vogliamo contribuire a diffonderlo mostrando e dimostrando gli effetti che produce e “contagiando” migliaia di insegnanti, educatrici, educatori, operatori, volontari, persone che operano nell’assistenza perché diventino lettori ad alta voce ogni giorno, nel proprio ambiente”, afferma Batini. 

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Gli obiettivi

Tutti coloro che hanno partecipato, da 0 a 19 anni (e chi ha letto per loro), hanno raggiunto buoni risultati. I bambini e le bambine del nido aumentano fino al 29,7% la capacità di controllare la motricità globale, la coordinazione e le abilità manipolatorie. Nella scuola dell’infanzia, la capacità di risolvere problemi interni a situazioni sociali cresce dell’82%. Per gli alunni e le alunne della scuola primaria l’Indice di Comprensione Verbale (ICV), ovvero la capacità di formulare e di utilizzare i concetti verbali, migliora del 14,3%. 

Gli effetti benefici su tutti i ragazzi

Infatti, mentre nei bambini più piccoli i primi effetti osservabili sono quelli relativi al linguaggio e alle competenze emozionali, in quelli appena più grandi già si possono vedere effetti sull’indice complessivo di sviluppo. “Le bambine e i bambini e i ragazzi e le ragazze con più difficoltà, per vari motivi, ne hanno beneficiato maggiormente. Un’altra caratteristica della lettura ad alta voce: lo stesso romanzo produce effetti benefici e potenzia chi è rimasto indietro, chi è al passo e chi è molto avanti”, spiega ancora il professor Batini.

Più progetti per più di una scuola

Il progetto sta riscuotendo un gran successo anche altrove. “Davvero dopo tanti anni di lavoro siamo di fronte a un’esplosione – spiega il professore Batini, impegnato sul territorio nazionale in diverse scuole sulla lettura ad alta voce. – La condivisione di storie lette ad alta voce dall’insegnante permette a tutti di avere accesso a un alto numero di storie e, nel medio periodo, facilita e stimola la lettura individuale”.

La lettura ad alta voce è un metodo che si sta diffondendo a macchia d’olio: migliaia di insegnanti e classi coinvolte. Infatti è stato avviato il progetto “Leggiamo” sull’inserimento della lettura ad alta voce nelle scuole di Terni, il progetto “Voce Verso” ad Assisi, al II anno a Torino, al II anno con nuovi istituti aderenti a Parma. Ai primi di novembre parte la quinta edizione di “Leggimi ancora”, il progetto nazionale di Giunti scuola, per diffondere la lettura ad alta voce con particolare attenzione alle scuole primarie, che ha raggiunto una media di 12.000 classi all’anno. “Pochi giorni fa avevamo superato le 8000 classi iscritte – dice Batini.
 

Iniziare a leggere ad alta voce è importante a tutte le età. Prima si inizia meglio è, perfino dalla seconda fase di gestazione. La lettura a voce alta si è rivelata utile anche con anziani affetti da patologie degenerative dimostrando l’efficacia dell’intervento intensivo con la lettura ad alta voce anche in tarda età e in condizione patologica. “Il momento migliore per piantare un albero è venti anni fa, il secondo momento migliore è adesso” dice/ironizza il professor Batini, in risposta a ch età è più efficace iniziare a leggere a voce alta. 

Leggere ad alta voce è un’esperienza forte

I processi con i quali impariamo a leggere, secondo diversi modelli e i vari benefici della lettura e della lettura ad alta voce sono spiegati nel libro “Ad alta voce. La lettura che fa bene a tutti” (2021). Leggere ad alta voce in modo condiviso è sempre un’esperienza forte di condivisione e di bellezza, tuttavia “per un lettore forte, che ha velocità di lettura ed elaborazione, la lettura silenziosa va benissimo”.

Gli audiolibri? Solo per chi è molto attento

Per chi ha maggiori difficoltà o un livello di alfabetizzazione più debole essere inserito, anche da adulto, in gruppi in cui qualcuno legge per gli altri aiuta a sviluppare linguaggio, livello di comprensione e velocità di elaborazione e incrementa le abilità di lettura autonoma. Anche usufruire degli audio libri potrebbe essere utile, ma “lo consiglierei soltanto a chi ha già capacità di attenzione  molto alte. Ai non lettori o ai lettori deboli consiglierei di ascoltare qualcuno che legge per loro in presenza o, se non è possibile, avviare la propria esperienza autonoma con gli albi illustrati. Ai lettori forti consiglierei di provare l’esperienza di leggere per gli altri”, spiega il professore.

La lettura ad alta voce diventa un master

Visto il successo del tema, si cerca di approfondire sempre di più questo strumento utile per la didattica. È alla sua prima edizione l’istituzione di un master di I livello di “Lettura ad alta voce a scuola, nei contesti educativi, di sviluppo, assistenziali, riabilitativi e organizzativi” presso il Dipartimento di Filosofia, scienze sociali, umane e della formazione dell’Università di Perugia. 
La finalità del master è quella di diffondere ovunque la lettura ad alta voce quotidiana o almeno frequente da parte di un adulto competente per bambini, ragazzi, persone sole, anziani, individui con provenienti da ambienti svantaggiati, stranieri, lungodegenti, detenuti, persone ospitate in centri di accoglienza.



www.repubblica.it 2022-11-05 06:04:58

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