Il futuro della sanità è nelle mani dei suoi professionisti


di Hans Henri P. Kluge

Prima della pandemia, i professionisti della salute pubblica hanno lottato per ottenere visibilità per il loro lavoro. Ma l’attenzione ora posta sulla salute pubblica ha spinto i sistemi sanitari e i governi a riflettere su come possiamo attrarre, trattenere e sostenere la forza lavoro della sanità pubblica

14 NOVDi seguito pubblichiamo lo statement del dott. Hans Henri P. Kluge, Direttore regionale dell’OMS per l’Europa, rilasciato alla Conferenza europea sulla salute pubblica 2022 svoltasi a Berlino dal 9 al 12 novembre.

Sarebbe riduttivo dire che sono successe molte cose dall’ultima volta che ci siamo incontrati di persona a Marsiglia nel 2019. Vorrei iniziare salutando tutti voi – tutti qui riuniti – i tanti vecchi amici e i tanti giovani professionisti; l’intera forza lavoro della sanità pubblica e gli operatori sanitari in prima linea, che hanno fatto enormi sacrifici personali negli ultimi due anni e mezzo.

La pandemia di COVID-19 è stata un momento spartiacque nella storia della salute pubblica nel nostro continente. I governi e le autorità sanitarie pubbliche hanno dovuto fare scelte difficili e intraprendere azioni coraggiose per salvare la vita delle persone e proteggere i più vulnerabili.

Abbiamo agito in fretta e abbiamo agito con fermezza. E grazie al nostro coraggio e alla nostra saggezza e al nostro incrollabile impegno nel seguire la scienza, abbiamo salvato delle vite.

Eppure tragicamente in tutto il mondo sono morte oltre sei milioni e mezzo di persone, 2,1 milioni solo nella nostra regione. Gli effetti a catena della pandemia si faranno sentire per decenni. Si consideri che ora stiamo affrontando una crisi di salute mentale senza precedenti che colpisce almeno 1 persona su 6 in Europa e costa ai governi dell’UE almeno 600 miliardi di euro all’anno.

La scorsa settimana in Grecia abbiamo ascoltato i giovani che hanno raccontato la loro esperienza vissuta con problemi di salute mentale, aggravati dalla pandemia e dalle sue conseguenze. Rispondere a questa sfida di salute pubblica e ad altre – non da ultimo il Long COVID – richiederà un’azione concertata dai più alti livelli politici alla base della società.

Ma rafforzare i nostri sistemi sanitari in risposta alla pandemia non è l’unica sfida che dobbiamo affrontare.

Una guerra devastante, giunta al suo nono mese, continua a causare sofferenze incommensurabili in Ucraina e in tutta Europa. Ad oggi, sono stati oltre 660 gli attacchi a strutture sanitarie e personale sanitario, verificati dall’OMS. Questa guerra rende il prossimo inverno uno dei più difficili degli ultimi tempi per tutti noi.

Nei prossimi giorni andrò per la quarta volta quest’anno in Ucraina in prima linea, per sostenere le persone e gli operatori sanitari di fronte a quello che sarà un inverno duro, per sostenere e impegnarsi a sostenere i bisogni di salute fisica e mentale delle persone nelle aree appena liberate.

In tutta la Regione, la crisi energetica e del costo della vita fa sì che migliaia di famiglie dovranno scegliere tra il pagamento dell’energia o altre necessità; tra stare al caldo e ricevere assistenza sanitaria.

E oggi questa crisi energetica è aggravata da una crisi climatica globale che ha un impatto sulla salute pubblica e sui servizi sanitari pubblici e richiede un’azione urgente ora.

Mentre ci riuniamo qui a Berlino per discutere del futuro dei sistemi sanitari, i leader mondiali stanno anche discutendo su come salvare il nostro pianeta per il bene dei nostri figli e nipoti.

Tutte queste sfide vanno di pari passo.

Cari colleghi, signore e signori,
so che rischio di sembrare troppo allarmista, ma dobbiamo accettare la realtà che stiamo vivendo in una modalità di crisi costante, in circostanze che stanno erodendo i guadagni di salute ottenuti attraverso il lavoro scrupoloso di molti in questa stanza e di coloro che hanno tracciato la strada prima noi.

E se vogliamo davvero riprenderci e tornare a migliorare la salute e il benessere delle nostre popolazioni, dobbiamo passare dal business as usual, a un nuovo paradigma della sanità pubblica: a un “doppio binario”.

In un mondo di crisi sanitarie sempre crescenti, in un momento di turbolenze economiche e finanziarie, dobbiamo accettare e lavorare all’interno di questo nuovo paradigma.

Ciò significa che, da un lato, dobbiamo investire in modo significativo nella preparazione a emergenze crescenti e spesso sovrapposte. A questo proposito, il nostro lavoro di creazione di una rete paneuropea per il controllo delle malattie rappresenta un progresso importante.

E d’altra parte, dobbiamo assicurarci di raddoppiare i nostri sforzi per prevenire le malattie, promuovere la salute e rafforzare i servizi sanitari essenziali quotidiani.

All’OMS siamo fermamente concentrati su questo approccio a doppio binario e abbiamo iniziato a intraprendere azioni concrete.

Proprio qui a Berlino, abbiamo convocato una riunione del Consiglio consultivo NCD sull’innovazione per le malattie non trasmissibili e stiamo raccogliendo i migliori sviluppi per affrontare e ridurre il carico delle malattie non trasmissibili.

L’anno prossimo ospiteremo una conferenza globale sull’assistenza sanitaria di base in Kazakistan, che segnerà il 45° anniversario della Dichiarazione di Alma-Ata, un fermo impegno dei governi per garantire che tutti, ovunque, possano godere dei più alti standard di salute raggiungibili.

Sono lieto di vedere che la Dichiarazione di Berlino, fortemente appoggiata dall’OMS/Europa, include azioni chiare per promuovere questo approccio a doppio binario.

In primo luogo, riconoscendo che i sistemi sanitari devono essere resilienti e robusti per rispondere alle emergenze e mantenere i servizi essenziali.

E in secondo luogo, impegnandosi a spingersi oltre il settore sanitario e a collaborare con i partner economici, sociali e politici per rafforzare i sistemi sanitari e migliorare la salute delle persone.

La Commissione paneuropea per la salute e lo sviluppo sostenibile è giunta a una conclusione simile e devo ringraziare l’ex presidente dell’EUPHA (European Public Health Association) e il caro amico e collega, il professor Martin McKee, per aver guidato la base di prove scientifiche che ha informato la relazione finale della Commissione .

Questo lavoro sarà portato avanti mentre ci prepariamo per il Forum di alto livello sulla salute nell’economia del benessere che si terrà dall’1 al 2 marzo del prossimo anno.

In terzo luogo, la Dichiarazione di Berlino riconosce il ruolo chiave svolto dalla scienza e dall’innovazione nella salute pubblica e la necessità di impegnarsi per investimenti maggiori e migliori nella ricerca e sviluppo.

Ed è proprio su quest’ultimo punto che entra in gioco il personale della sanità pubblica.

Prima della pandemia, i professionisti della salute pubblica hanno lottato per ottenere visibilità per il loro lavoro. Ma l’attenzione ora posta sulla salute pubblica ha spinto i sistemi sanitari e i governi a riflettere su come possiamo attrarre, trattenere e sostenere la forza lavoro della sanità pubblica.

In momenti come oggi, vedendovi tutti qui riuniti, impegnati e determinati a fare la differenza, sono pieno di speranza e ottimismo sul fatto che il futuro della salute pubblica in Europa sia luminoso.

Ma dobbiamo anche riconoscere che è tempo di affinare le nostre capacità di leadership e investire nei leader della salute pubblica del futuro. Con questo obiettivo in mente, l’OMS/Europa e l’Istituto Superiore di Sanità italiano stanno offrendo, per la prima volta, un programma di leadership in sanità pubblica in Italia per i professionisti della salute pubblica.

Cari colleghi e amici,
il Programma di lavoro europeo, che guida le attività dell’OMS/Europa fino al 2025, ha due obiettivi generali:

  • sostenere e potenziare la leadership sanitaria – il motivo per cui sono di fronte a voi oggi, per assicurarvi che siamo fermamente impegnati a sostenere gli investimenti nella salute pubblica ai massimi livelli.
  • e per non lasciare indietro nessuno, perché tornando da dove ho iniziato, il COVID-19 ha avuto un impatto su tutti, ma in particolare sui più deboli e vulnerabili tra noi. Come professionisti della salute pubblica, abbiamo il dovere morale di lavorare per ridurre i divari sanitari e promuovere un accesso equo alla salute per tutti.

Come riflessione finale, permettetemi di citare Rudolf Virchow, che ha lavorato qui a Berlino molti decenni fa e che credeva fermamente che: “Die Ärzte sind die natürlichen Anwälte der Armen und die sociale Frage fällt zu einem erheblichen Theil in ihre Jurisdiction”, ovvero che “I medici sono i procuratori naturali dei poveri e i problemi sociali dovrebbero essere in gran parte risolti da loro”.

Colleghi, questa conferenza europea sulla salute pubblica incarna la visione di fornire salute a tutti attraverso il potere del partenariato. C’è una grande forza nella collaborazione che rappresentiamo.

Sebbene le sfide che affrontiamo siano scoraggianti, le affrontiamo insieme e le supereremo attraverso una stretta collaborazione.

Hans Henri P. Kluge
Direttore regionale dell’OMS per l’Europa

Traduzione dall’inglese a cura della redazione

14 novembre 2022
© Riproduzione riservata


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www.quotidianosanita.it 2022-11-14 09:50:00

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