Oncologia al femminile – la Repubblica


Secondo le stime dell’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro e l’European Network of Cancer Registries (ENCR), nel 2023 in Italia ci sono stati 395 mila nuovi casi di tumore (esclusi i tumori della cute diversi dal melanoma), di cui 187 mila nelle donne. Che quindi rappresentano circa la metà dei casi. A giudicare dalle previsioni di crescita delle nuove diagnosi – che nelle donne è dello 0,6% all’anno mentre negli uomini è dell’1,3% -, le pazienti sono destinate a rimanere la minoranza dei malati oncologici. Ma ci sono alcune patologie che destano particolare preoccupazione: se infatti il tumore più frequente nelle donne rimane il carcinoma mammario (30% di tutti i tumori femminili), anche colon-retto-ano (12,7%) e polmone (7,4%) colpiscono duro. E senza che su queste neoplasie la popolazione femminile abbia lo stesso livello di attenzione che riserva al tumore della mammella.  Seguono poi i tumori specificamente femminili, come quello dell’endometrio (5,5%), della cervice uterina (1,3%) e dell’ovaio (3%). Ecco caso per caso la situazione in Italia.

 

Secondo l’ultimo report Aiom-Airtum nel 2022, in Italia, ci sono stati 55.700 nuovi casi di tumore mammario e 15.500 decessi stimati. La sopravvivenza a cinque anni dalla diagnosi, comunque, è molto buona (88%), e si traduce in oltre 834 mila donne viventi dopo la diagnosi. Parte del merito va al servizio di screening mammografico per la diagnosi precoce. Stando ai dati dell’Osservatorio Nazionale Screening, ha un’estensione nazionale pari all’85,9% (vicina all’obiettivo stabilito a livello europeo per il 2025) e vi aderisce oltre il 56% della popolazione a cui è offerto, ossia le donne tra i 50 e i 69 anni. Tuttavia, va sottolineato che sia in termini di estensione che di adesione esiste un forte gradiente Nord-Sud, con le Regioni meridionali fanalino di coda nella diagnosi precoce.

Cancro del colon-retto-ano

 

Secondo tumore femminile più frequente, quello del colon-retto-ano ha colpito circa 23.700 donne nel 2023. Le chance di sopravvivenza a cinque anni dalla diagnosi sono del 66%, che salgono al 79% se si supera il primo anno post-diagnosi. In Italia oggi vivono circa 233.200 donne che hanno avuto un tumore del colon-retto-ano e la mortalità è diminuita di quasi il 9% rispetto al periodo 2003-2009. Anche per queste neoplasie la diagnosi precoce può fare la differenza. Tuttavia, l’adesione al programma di screening per la ricerca del sangue occulto fecale è decisamente non ottimale: il valore nazionale (che comprende entrambi i sessi, tra i 50 e i 69 anni) è del 38,7%, con valori superiori al Nord (47,6%) rispetto al Centro (31,5%) e al Sud e Isole (23,7%).

Tumore del polmone

 

Non deve sorprendere il terzo posto delle neoplasie polmonari nella triste classifica dei tumori più frequenti nel genere femminile, correlato all’aumento del consumo di tabacco. Sebbene in termini assoluti il primato rimanga agli uomini, nel 2023 si sono stimate 14 mila nuove diagnosi nelle donne, con un tasso di sopravvivenza a cinque anni del 23% (superiore a quello degli uomini, pari al 16%). I decessi per tumore del polmone nel 2022 sono stimati in totale a 35.700, di cui 12.100 donne. L’andamento delle morti oncologiche femminili, a parità di opportunità e cura con gli uomini, è in netta ascesa (+16%) rispetto al periodo 2003-2006 e in contrapposizione a quello maschile (-18,7%). “L’elevata incidenza di tumore del polmone, sia negli uomini che nelle donne, e le statistiche di mortalità legata a questo tumore impongono di non dimenticare mai l’importanza della prevenzione primaria, e in particolare della lotta al fumo, principale fattore di rischio” – scrivono nel report Aiom-Airtum Giuseppe Altavilla, ordinario di oncologia medica all’Università degli Studi di Messina, e Massimo Di Maio, del dipartimento di oncologia dell’Università degli Studi di Torino, che ricordano come la stragrande maggioranza dei tumori polmonari venga diagnosticata in stadio ormai avanzato. Lo screening per identificare precocemente le neoplasie polmonari nei soggetti più a rischio (forti fumatori) esiste e negli studi “ha dimostrato una riduzione della mortalità tumore-specifica e un significativo incremento delle chance di diagnosi in stadio iniziale. Tuttavia, ad oggi in Italia non è inserito nei programmi pubblici, nonostante la raccomandazione positiva forte nelle linee guida Aiom 2021.

Tumore dell’endometrio

 

Il carcinoma endometriale è l’unica tra le neoplasie ginecologiche con incidenza e mortalità in aumento: nel 2023 sono stati stimati 10.200 nuovi casi, mentre i decessi complessivi per i tumori dell’utero (endometrio, cervice, sarcomi) nel 2022 sono stati 2.500. “Il sintomo d’esordio della malattia è rappresentato dal sanguinamento uterino anomalo – si legge su I numeri del cancro 2023 – La precocità del sintomo fa in modo che l’80% dei tumori endometriali sia diagnosticato quando la lesione è ancora confinata all’utero”. Il dato di sopravvivenza netta a cinque anni è del 79%, che si traduce in 122.600 donne che vivono in Italia dopo la diagnosi di tumore.

Cancro della cervice uterina

 

Il cancro della cervice uterina rappresenta l’1,3% di tutti i tumori nelle donne ed è la quinta neoplasia più frequente nella fascia giovanile della popolazione femminile. Nel 2022 si contano circa 2.500 nuove diagnosi, con la sopravvivenza a cinque anni che si attesta al 68%. Lo screening cervicale (Pap test offerto ogni tre anni tra i 25 ed i 30/35 anni e Hpv test offerto ogni cinque anni alle donne di età compresa tra i 30/35 ed i 64 anni) è ampiamente esteso su tutto il territorio nazionale (88,3%), con un’adesione che rimane di poco sotto il 40% (il range varia dal 47,8% al Nord al 33,4% al Centro, al 32,6% al Sud e Isole).

Tumore dell’ovaio

 

Al decimo posto nella classifica dei tumori più frequenti nelle donne in Italia, nel 2022 sono stati stimati 6 mila nuovi casi di tumore ovarico e 3.600 decessi correlati. Si tratta di neoplasie aggressive, nella maggior parte dei casi individuate in stadio avanzato. “Circa il 75-80% delle pazienti presenta, infatti, al momento della diagnosi una malattia in fase avanzata; ben più raro (10%) è il riscontro di una neoplasia limitata alle ovaie o alla pelvi il più delle volte scoperta occasionalmente durante controlli ginecologici routinari – scrivono Sabrina Chiara Cecere e Sandro Pignata, dell’Unità Operativa Complessa di oncologia clinica sperimentale uro-ginecologica dell’Istituto Nazionale dei Tumori Irccs Fondazione “G. Pascale” Napoli nel rapporto Aiom-Airtum – L’elevata mortalità associata a questo tumore (il tasso di sopravvivenza a cinque anni dalla diagnosi è del 43%, ndr) è attribuibile a molti fattori tra cui: una sintomatologia aspecifica e tardiva e l’assenza di strategie di screening validate che consentano di effettuare una diagnosi precoce, eccetto per le donne con alterazioni dei geni BReast CAncer gene 1 e 2 (BRCA1 e BRCA2)”. Il trend delle morti oncologiche per carcinoma ovarico è in lieve diminuzione rispetto ai valori del 2003-2006 (-3,6%) e oggi le donne in vita dopo una diagnosi sono circa 49.800.



www.repubblica.it 2024-05-03 12:42:14

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