Malattia e non pigrizia. L’obesità colpisce il corpo e la mente


“L’obesità mi ha marchiato a fuoco perché io mi sentirò grasso per sempre e nulla mi farà mai cambiare idea”. Parole di Tiziano Ferro che risuonano potenti ricordandoci che l’obesità non è ‘banalmente’ una questione di peso, ma una vera e propria malattia con strascichi pesanti non soltanto a livello fisico, ma anche emotivo. Una patologia che sta letteralmente esplodendo come mostrano i dati di uno studio pubblicato di recente sulla prestigiosa rivista scientifica The Lancet, dai quali emerge che nell’ultimo trentennio l’obesità è raddoppiata nelle donne, triplicata negli uomini e quadruplicata nei bambini e adolescenti arrivando a colpire 159 milioni di ragazzi, 879 milioni di adulti nel 2022.

Che cosa (non) è l’obesità

Non è sovrappeso (anche se da lì si parte), ma uno step in più con un accumulo eccessivo o anormale di massa grassa tale da causare un’alterazione dello stato di salute, della qualità e dell’aspettativa di vita. L’obesità è una malattia cronica, progressiva e recidivante”, chiarisce Valeria Guglielmi, professore Associato di Medicina Interna presso il Dipartimento di Medicina dei Sistemi, Università degli Studi di Roma Tor Vergata e presidente sezione laziale della Società Italiana di Obesità. “Nonostante l’obesità sia la causa di una lunghissima lista di disabilità e complicanze e rappresenti la base fisiopatologica di numerose altre malattie croniche non trasmissibili come, ad esempio, il diabete di tipo 2, in molte aree della medicina e anche in diversi contesti politico-decisionali, l’obesità viene considerata ancora come un banale problema alimentare, una forma di malnutrizione per eccesso che è la conseguenza di scelte personali errate e risolvibili con il consiglio, quanto mai stigmatizzante, di mangiare meno e muoversi di più”.

Il ‘peso’ della genetica e dell’ambiente

Per capire come mai l’obesità debba essere considerata una vera e propria patologia, bisogna partire dalle sue cause. È ormai ampiamente documentata la forte ereditabilità dell’obesità, che a seconda degli studi risulta compresa tra il 40% e il 70%. “In particolare – prosegue Guglielmi intervenendo in un incontro dal titolo ‘L’obesità, una patologia da raccontare’ promosso da Eli Lilly – sembrano essere imputati i geni che codificano le molecole coinvolte nella regolazione dell’appetito e della sazietà, e più in generale coinvolte nel controllo del bilancio energetico a livello del sistema nervoso centrale. Gioca un ruolo anche l’ambiente obesogeno che favorisce una slatentizzazione clinica di questa predisposizione genetica”.

Il ruolo del sistema nervoso

Ma tornando alla genetica, studi effettuati in coppie di gemelli monozigoti, ovvero gemelli che condividono il 100% del patrimonio genetico, hanno dimostrato come l’IMC all’interno di queste coppie di gemelli non sia solo molto simile ma soprattutto indipendente dal fatto che siano cresciuti insieme o separati alla nascita. “Quasi tutte le varianti genetiche associate all’IMC e all’obesità che sono state identificate – chiarisce l’obesiologa – interessano geni espressi a livello del sistema nervoso centrale, dove risiede il complesso sistema di controllo del nostro bilancio energetico e i centri che regolano la sazietà e il senso di fame. Tuttavia, questa suscettibilità genetica, diventa manifesta solo in condizioni ambientali che favoriscono la vita sedentaria, la illimitata disponibilità di cibo e alimenti ad alta densità calorica”.

Una condizione che peggiora nel tempo 

L’obesità è definita ‘cronica e progressiva’ perché nel soggetto che ne è affetto si assiste nel corso degli anni a un progressivo aumento della massa grassa, a un progressivo sviluppo e aggravamento delle complicanze cliniche a essa associate e alla comparsa di progressive disabilità. “Inoltre – aggiunge l’esperta – c’è la difficoltà del soggetto con obesità a mantenere nel tempo la riduzione del peso. Infatti, in risposta al calo ponderale si instaurano un insieme di adattamenti metabolici e risposte compensatorie rappresentate dall’aumento dell’appetito e del desiderio di mangiare e dalla riduzione della spesa energetica, volte a favorire il recupero del peso perso. Proprio questa ineludibile tendenza a recuperare il peso perso rappresenta l’espressione della recidività dell’obesità”.

Come si ‘misura’ l’obesità

L’indicatore antropometrico più utilizzato per la diagnosi di obesità è l’Indice di Massa Corporea (IMC), calcolato come il rapporto tra peso e altezza elevata al quadrato. L’Organizzazione Mondiale della Sanità definisce l’obesità nell’adulto in base alla presenza di un valore di IMC ≥ 30 kg/m2, indipendentemente da sesso ed età. In base all’IMC, l’obesità viene classificata in gradi di gravità crescente a cui corrisponde un rischio crescente di complicanze e di riduzione dell’aspettativa di vita. Bastano questi due indicatori? “In realtà – risponde Gugliemi – è fondamentale misurare anche altri indicatori, in particolare la circonferenza vita perché questa, a differenza dell’IMC, fornisce informazioni sulla distribuzione della massa grassa in eccesso: una distribuzione prevalentemente addominale del grasso si associa ad un rischio cardio-metabolico maggiore rispetto alla distribuzione periferica (gluteo-femorale) dello stesso”.

Obesità fattore di rischio cardiovascolare

A rendere preoccupante questa patologia non è l’accumulo di grasso in sé ma i suoi effetti sulla salute in generale. L’obesità, infatti, costituisce un fattore di rischio cardiovascolare in grado di indurre una maggiore incidenza di eventi cardio e cerebrovascolari. “E’ una patologia che fa aumentare la frequenza e la gravità di altri importanti fattori di rischio quali la dislipidemia, l’ipertensione arteriosa, l’epatopatia su base metabolica e il diabete di tipo 2 per il quale l’obesità gioca un ruolo patogenetico fondamentale tanto che oggi si preferisce parlare di complicanze dell’obesità piuttosto che di comorbidità proprio per sottolineare questa stretta relazione patogenetica”, continua Gugliemi.

Le complicanze respiratorie e il rischio cancro

Forse meno note sono le complicanze respiratorie come le apnee ostruttive durante il sonno, le cui conseguenze si ripercuotono oltre che sugli scambi gassosi anche sull’organizzazione del sonno, sul ritmo sonno-veglia, sull’emodinamica sistemica e distrettuale, in particolare cerebrale e polmonare. “I sintomi più frequenti – sottolinea il medico – sono il russamento, l’eccessiva sonnolenza diurna che aumenta notevolmente il rischio di incidenti stradali in caso di guida e che riduce la performance lavorativa”. Infine,  una delle complicanze emergenti dell’obesità è rappresentata dall’aumento del rischio di cancro: infatti il 55% dei tumori maligni diagnosticati nelle donne e il 24% di quelli diagnosticati negli uomini sono ritenuti obesità-relati.

Obesità e fertilità

L’obesità può inoltre determinare una riduzione della fertilità tanto che le donne con obesità presentano frequentemente disturbi del ciclo mestruale associati a una condizione di anovularietà. “Tutto ciò – spiega Gugliemi – riduce le possibilità di concepimento e, in caso di gravidanza fa aumentare il rischio di complicanze ostetriche materno-fetali. C’è da dire, però, che queste problematiche spesso spingono le donne a cercare una consulenza medica per risolvere il problema dell’obesità”. L’obesità è fortemente correlata anche al dolore articolare, ad osteoartrosi e rappresenta un rischio per disabilità indipendentemente dall’età e dalla coesistenza di altre patologie croniche.

Stigma e depressione

Come ha ricordato in questi giorni Tiziano Ferro, l’obesità lascia segni anche emotivi e può provocare depressione, disturbi di ansia, disturbi alimentari, in gran parte riconducibili al grado di stigmatizzazione che si sperimenta e che colpiscono le donne più frequentemente. “Le complicanze psicologiche – conclude Guglielmi – sono di grande rilevanza perché non solo hanno un impatto negativo sulla qualità della vita dell’individuo ma anche perché favoriscono il mantenimento di comportamenti errati e ostacolano il trattamento dell’obesità”.

 



www.repubblica.it 2024-05-10 08:08:51

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