Salute del cervello, un piano di azione per migliorare la qualità della vita dei pazi…


Fino a poco tempo fa, i disturbi mentali e neurologici non erano al centro del discorso sulla salute pubblica globale. Il conteggio globale dei DALY (anni di vita in salute persi a causa della disabilità) attribuiti ai disturbi neurologici è aumentato del 18,2% in trent’anni, tra il 1990 e il 2021 secondo il Global Burden of Diseases, Injuries, and Risk Factors. Secondo le stime dell’OMS, inoltre, oltre 110 milioni di persone in Europa – una su sei – convivono con qualche forma di disturbo mentale.

Non è semplice avere dati esaustivi e completi sulla salute mentale. Quando si viene ricoverati oppure si accede a un servizio pubblico si viene inseriti all’interno di banche dati regionali, mentre le prestazioni private non vengono tracciate in sistemi accessibili all’amministrazione pubblica. Oltretutto, spesso, chi vive una situazione difficile con sintomi depressivi o di ansia in assenza di malattia psichiatrica conclamata non cerca aiuto. Il burden generato dai disturbi mentali non è dunque facilmente misurabile e il numero di prestazioni ad essi riferibili è inevitabilmente sottostimato.

L’epilessia, ad esempio, rientra tra le dieci patologie neurologiche più comuni con impatto considerevole sulla vita delle persone che convivono con essa e sulle loro famiglie, anche in ragione dello stigma che ancora circonda la patologia e delle conseguenti discriminazioni e barriere sociali. Per farvi fronte, l’Assemblea mondiale della sanità del 2022 ha adottato il Piano d’azione globale intersettoriale sull’epilessia e altri disturbi neurologici 2022-2031 (IGAP), con l’ambizioso obiettivo di migliorare la qualità della vita delle persone affette da epilessia mettendo in atto misure volte a eliminare lo stigma, incluse soluzioni legislative ad hoc.

Attualmente in Senato sono in discussione quattro disegni di legge per la tutela dei diritti umani e sociali delle persone con epilessia; se approvata, la legge rappresenterebbe un unicum nel panorama globale, con l’Italia a fare da apripista per la condivisione ai tavoli internazionali. Per mettere in luce i bisogni ancora insoddisfatti delle persone con epilessia, la Federazione Italiana Epilessie ha promosso un’indagine in collaborazione con IQVIA e con il supporto incondizionato di Angelini Pharma. Questa ricerca ha raccolto e analizzato le testimonianze dirette dei pazienti e dei loro familiari, evidenziando esigenze quali la formazione specifica del personale scolastico, l’inclusione sociale, il riconoscimento del ruolo del caregiver e la semplificazione delle procedure amministrative.

L’ iniziativa Headway
Per far fronte alle crescenti necessità della popolazione e porre in luce il grande tema di salute pubblica posto dai disturbi mentali e neurologici, nel 2017 il Think Tank The European House – Ambrosetti in collaborazione con Angelini Pharma ha dato il via a Headway, un’iniziativa sulla salute del cervello (che comprende la salute mentale e l’epilessia), con l’obiettivo di creare una piattaforma multidisciplinare di riflessione, analisi, e confronto tra varie esperienze europee nella gestione delle persone affette da queste patologie, corredata da un Report annuale.

Nel 2021, è stato introdotto l’Headway Mental Health Index, uno strumento di analisi multidisciplinare che valuta la risposta dei Paesi europei e del Regno Unito ai bisogni di salute mentale, aggiornato annualmente e presentato al Parlamento Europeo a Bruxelles in occasione della Giornata Mondiale della Salute Mentale. L’Index comprende 54 indicatori chiave di performance selezionati per rilevanza e comparabilità intorno a tre macroaree: i determinanti della salute mentale, lo stato di salute mentale della popolazione e la capacità dei sistemi di rispondere ai bisogni sanitari, occupazionali, educativi e sociali. I dati utilizzati per stilare gli indicatori provengono dalle fonti più accreditate in materia, fra le quali Banca Mondiale, Nazioni Unite, OMS, OCSE, Eurostat, Agenzia Europea per l’Ambiente, Ministeri della Salute, Istituti di Statistica (come Istat) e la più recente letteratura scientifica.

L’edizione 2023 dell’Headway Mental Health Index ha introdotto nuovi fattori determinanti ambientali, come le aree verdi urbane, l’inquinamento e le ore di luce e l’eco-ansia, una forma di ansia legata al cambiamento climatico che sta diventando sempre più prevalente, soprattutto tra i giovani. Si stima che poco meno della metà dei 16-25enni europei pensi che l’eco-ansia abbia un impatto negativo sulla propria vita, con il 45% di loro che riferisce di ansia e disagio quotidiani associati all’eco-ansia.

Nei Paesi in cui i suoi effetti sono già tangibili a causa di eventi meteorologici estremi, come l’Italia, la Spagna e la Grecia – che fanno parte del cosiddetto hotspot mediterraneo, una delle regioni a più rapido riscaldamento del pianeta – l’impatto sulla salute mentale potrebbe essere ancora più forte. La maggior parte delle forme di eco-ansia, definita come un disturbo da stress pre-traumatico, non sono cliniche ma possono contribuire e peggiorare condizioni di salute mentale preesistenti.

Oltre all’eco-ansia, il rapporto evidenzia una serie di crisi parallele che hanno un impatto sulla salute mentale delle persone. I conflitti geopolitici, le tensioni sociali e la crisi del costo della vita hanno influenzato la vita quotidiana di milioni di europei, con il 62% di essi che dichiara di essere colpito dall’attuale “policrisi”. In particolare, i giovani risultano ancora una volta un gruppo particolarmente sensibile al tema. Secondo i risultati del Report Headway, circa il 20% dei bambini sperimenta problemi di salute mentale durante gli anni scolastici e uno su cinque riferisce infelicità e ansia per il futuro a causa della solitudine, del bullismo e delle difficoltà nei compiti scolastici.



www.ilsole24ore.com 2024-05-21 09:00:00

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