Herpes zoster, tutto quello che c’è da sapere sul vaccino


Si stima che in Italia oltre il 98% della popolazione con più di 48 anni sia entrato in contatto con il virus Varicella zoster, responsabile – neanche a dirlo – della varicella. E purtroppo non solo: infatti, anche se dalla varicella in genere si guarisce senza particolari difficoltà (le complicazioni sono più frequenti se la si contrae da adolescenti o da adulti, oppure se il sistema immunitario è compromesso), il patogeno che la causa non viene eliminato dall’organismo ma rimane latente all’interno del sistema nervoso (per la precisione nei gangli dei nervi spinali) e nel 10-20% dei casi può risvegliarsi dando luogo a Herpes zoster, anche conosciuto come Fuoco di Sant’Antonio. “Nel nostro paese l’incidenza è di 150.000 casi l’anno – precisa a Salute Giuseppe Bellelli, presidente della sezione Lombardia della Società italiana di gerontologia e geriatria (Sigg) – L’Herpes zoster è più comune dopo i 50 anni. Inoltre, all’incirca 1 individuo su 3 è a rischio di sviluppare la malattia nel corso della propria vita e la probabilità aumenta a 1 su 2 sopra gli 85 anni”. Il problema non si limita alla fase acuta dell’eruzione cutanea e del dolore: l’Herpes zoster può dare complicanze come la nevralgia post-erpetica e aumentare il rischio di malattie cardiovascolari e ictus. “La probabilità di ospedalizzazione negli anziani è elevatissima, così come il rischio di perdita di autonomia – continua il medico – Per questo vaccinarsi è tanto importante”.

A chi è raccomandata la vaccinazione?

Come abbiamo anticipato, il virus Varicella zoster è un herpesvirus che, una volta contratto, rimane nell’organismo nascondendosi nei gangli dei nervi spinali – “guardato a vista” dal sistema immunitario. Tuttavia è possibile che per un calo delle difese immunitarie, dovuto a malattia o età avanzata, il virus si risvegli provocando le tipiche manifestazioni di Herpes zoster, ossia, in una prima fase, malessere e febbre, seguite da dolore acuto, profondo, bruciante nell’area coperta dal nervo interessato e la comparsa di vescicole (rash) sulla cute. “Con l’età andiamo incontro a fenomeni di inflammaging e immunosenescenza. Si instaura uno stato permanente di infiammazione di basso grado e il sistema immunitario diventa meno efficiente – spiega Bellelli – Per questo dopo i 50 anni il rischio di Herpes zoster aumenta in modo significativo, e dai 65 anni la vaccinazione è raccomandata a tutti, anche a coloro senza una diagnosi pregressa di varicella, ed è gratuita”. Secondo l’esperto la vaccinazione è l’unica strategia per controllare davvero la malattia: le terapie in acuto, infatti, devono essere iniziate molto velocemente e non sempre si arriva in tempo utile; gli analgesici, inoltre, non sono del tutto efficaci e il trattamento può essere complicato dalle altre terapie o malattie concomitanti del paziente.

Quali sono i vaccini per Herpes zoster?

Esistono due tipologie di vaccino per Herpes zoster. Non sono vaccini che prevengono l’infezione, ma riducono le probabilità che, una volta contratto, il virus Varicella zoster si riattivi. Il primo vaccino che è stato approvato conteneva un virus vivo attenuato, ma l’efficacia è risultata non del tutto soddisfacente e, soprattutto, la protezione viene persa nel tempo. Inoltre, non può essere somministrato a persone immunocompromesse. Per questo oggi gli si preferisce il vaccino ricombinante, a cui i dati scientifici più aggiornati attribuiscono un’efficacia superiore al 90%, con performance ottimali nella fascia di popolazione più anziana. Si somministra in due dosi (il ciclo è da completare nell’arco di 2-6 mesi) e la protezione dura a lungo: recenti evidenze indicano una protezione fino a 11 anni, con effetti collaterali in genere lievi e momentanei.

Quando vaccinarsi?

I vaccini sono approvati per la somministrazione dopo i 50 anni e dai 65 la vaccinazione è raccomandata e gratuita. Si può fare in concomitanza con altri vaccini, per esempio l’antinfluenzale, ma non durante una riacutizzazione di Herpes zoster: in quel caso bisogna aspettare che si risolva, attenendosi alle indicazioni del proprio medico. “Il consiglio è di vaccinarsi sia che non si abbiano mai avute manifestazioni, sia che Herpes zoster si sia già presentato in passato – sottolinea Bellelli – Se qualcuno è già stato vaccinato in precedenza con il vaccino vivo attenuato può in sicurezza richiedere al proprio medico la vaccinazione con il prodotto ricombinante, soprattutto se è passato del tempo dalla prima immunizzazione o se, nonostante il vaccino, si sono avute delle riacutizzazioni”.

Purtroppo, ricorda il medico, nessun prodotto è efficace al 100%, per cui è possibile che alcune persone, malgrado il vaccino, sperimentino ancora sintomi di Herpes zoster, ma questi saranno comunque attenuati. “I vantaggi di vaccinarsi sono comprovati – conclude Bellelli – Anche se si è raggiunta un’età molto avanzata senza aver avuto alcuna manifestazione, non bisogna fare l’errore di pensare di essere ormai al sicuro: più l’età avanza, maggiori sono le probabilità che il virus si risvegli e di sviluppare complicanze che possono portare all’immobilizzazione”.



www.repubblica.it 2024-05-30 10:09:14

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