Uno studio clinico italiano per rivoluzionare la cura della malattia di Crohn


Siamo in dirittura d’arrivo: sta infatti per concludersi uno studio clinico, tutto italiano, che potrebbe rivoluzionare il trattamento di una complicanza della malattia di Crohn, una grave patologia infiammatoria del tratto gastrointestinale. La sperimentazione clinica in questione si chiama ATTIC, ed è pensata per valutare l’efficacia del trapianto tissutale nei pazienti che sviluppano una fistola perianale complessa. La fase di reclutamento dei pazienti si è appena conclusa nei sei centri clinici che aderiscono allo studio (tutti Ospedali di Eccellenza per la Gastroenterologia): il Policlinico Sant’Orsola di Bologna, l’Istituto Clinico Humanitas, il Gemelli di Roma, l’Ospedale Luigi Sacco di Milano, l’Azienda Ospedaliera Universitaria Federico II di Napoli e l’Azienda Ospedaliero Universitaria Careggi di Firenze. Non resta quindi che attendere il follow-up di 24 settimane previsto dal trial, per scoprire se il trattamento si rivelerà efficace.

La malattia di Crohn

La Malattia di Crohn è una patologia caratterizzata da un’infiammazione cronica dell’intestino, che causa ulcere, spesso alternate a tratti di intestino sano. Le cause della malattia non sono note, ma quasi certamente multifattoriali. L’ipotesi più accreditata è che fattori ambientali, in presenza di un assetto genetico predisponente, possano scatenare l’attivazione del sistema immunitario contro l’apparato digerente. In Italia sono circa 150.000 le persone che ne soffrono. Esordisce tipicamente in età giovanile (20-30 anni), o anche pediatrica. Il suo andamento è caratterizzato da periodi di remissione, alternati a periodi di riacutizzazione.

I sintomi principali sono dolore addominale ricorrente, diarrea cronica, sanguinamento rettale, perdita di peso, febbre. Le complicazioni più comuni sono invece la formazione di restringimenti (stenosi), ascessi e fistole intra-addominali o perianali, che possono avere un impatto devastante sulla qualità di vita dei pazienti.

Lo studio ATTIC

Il trial ATTIC è uno studio randomizzato in doppio cieco partito un anno fa, e ha coinvolto 80 pazienti affetti da malattia di Crohn, che hanno sviluppato una fistola perianale complessa resistente alle terapie standard, cioè farmaci biologici sistemici o locali e intervento chirurgico. Gli 80 pazienti arruolati sono stati sottoposti a un intervento di fistulectomia. Metà di loro ha quindi ricevuto anche un trapianto tissutale nell’area della fistola. L’altra metà, il gruppo di controllo, ha invece ricevuto una semplice soluzione salina come placebo. Terminate le operazioni di tutti e 80 i pazienti previsti, è ora il momento di valutare l’efficacia del trattamento, a distanza di 24 settimane.

In cosa consiste il trapianto tissutale

La procedura di trapianto tissutale in studio viene effettuata con la speranza che aiuti a migliorare e velocizzare il processo di guarigione delle fistole. Viene realizzata utilizzando un dispositivo chiamato Lipogems, che permette di prelevare, preparare e somministrare il tessuto adiposo del paziente in appena un’ora, direttamente durante l’intervento chirurgico. La lavorazione del tessuto adiposo avviene per micro-frammentazione, una procedura che simula un danno tissutale ed innesca i naturali processi di riparazione dei tessuti. Il prodotto così ottenuto è un tessuto adiposo micro-frammentato privo di sostanze oleose e residui ematici con proprietà pro-infiammatorie, destinato ad un innesto autologo con alte concentrazioni di cellule che favoriscono il naturale processo rigenerativo.

“Arruolare ben 80 pazienti affetti da malattia di Crohn che hanno sviluppato una fistola perianale complessa è stata un’impresa straordinaria, riuscita solo grazie all’incredibile impegno di tutti i Centri coinvolti nello Studio ATTIC – commenta Silvio Laureti dell’Università di Bologna – Grazie a loro, tra sei mesi potremo avere i primi risultati che potrebbero portare a una vera rivoluzione nel trattamento della malattia di Crohn e di quella che è sicuramente la complicanza più complessa e devastante dal punto di vista della qualità della vita del paziente. I dati della letteratura – conclude – ci dicono infatti che solamente il 55-60% dei pazienti affetti da malattia perianale di Crohn risponde ai trattamenti standard attualmente conosciuti”.



www.repubblica.it 2024-05-30 13:08:04

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