Liste d’attesa: anche i privati per tagliare le file, Cup unici e prestazioni nel wee…


Se le cure non saranno erogate nei tempi previsti (entro 72 ore per le più urgenti fino ai 120 giorni per quelle programmabili) le Asl dovranno garantire al cittadino una sorta di passepartout “taglia fila” assicurando la prestazione in intramoenia (la libera professione in ospedale) o attraverso il privato accreditato con tariffe concordate. E’ forse questa la misura più importante per il cittadino contenuta nel piano per abbattere le liste d’attesa a cui ha lavorato il ministro della Salute Orazio Schillaci e su cui la premier Giorgia Meloni si vuole giocare l’ultimo scampolo di campagna elettorale.

Il tira e molla con il Mef per le risorse contate

Sul piano da un mese si tascina un tira e molla con il Mef che ha alzato un muro sulle risorse a disposizione, tanto che lo sbarco in consiglio dei ministri arriverà attraverso uno spacchettamento: un decreto di 7 articoli – qui è in ballo la misura “taglia fila” – e, questa la novità, un disegno di legge di 14 articoli da approvare in tempi più lunghi con le misure per le quali dovranno essere trovate le coperture (dalla defiscalizzazione degli straordinari ai premi e alle sanzioni per i manager degli ospedali). «Vogliamo che se un cittadino deve fare un esame, una Tac, per esempio, entro 72 ore, la faccia a carico del Servizio sanitario. sarebbe veramente epocale», ha sottolineato ieri Schillaci. Mentre le Regioni con il coordinatore degli assessori alla Salute Raffaele Donini protestano: «Non siamo stati coinvolti, ripartiamo lavorando insieme sulle misure». Gli ultimi nodi si scioglieranno con il primo via libera a questo pacchetto di misure, a partire proprio dal “voucher” che secondo le stime dei tecnici della Salute potrebbe impattare per oltre un miliardo: Schillaci punta a inserirlo subito nel mini-Dl anche perché sarà comunque un decreto ministeriale a definirne le modalità entro 60 giorni.

Visite ed esami nel week end e Cup unici regionali

Sempre nel decreto legge è previsto che visite ed esami si facciano anche il sabato e la domenica ed entrano altre misure (queste a costo zero) a cominciare dall’attivazione della Piattaforma nazionale presso l’Agenas per monitorare prestazione per prestazione le liste d’attesa in tempo reale. Nasce anche un Ispettorato presso il ministero della Salute che vigilerà sulla correttezza della gestione delle liste indicando possibili sanzioni e con il suo personale che avrà «funzioni di polizia amministrativa e di polizia giudiziaria», potendosi avvalere di Guardia di Finanza e Nas. Scatta l’obbligo di creare un Cup unico regionale o infraregionale «con tutte le prestazioni disponibili» del pubblico e del privato convenzionato (cosa che oggi avviene solo in parte). I privati che non provvederanno si vedranno annullare il contratto, mentre diventa un requisito per avere l’accreditamento per chi non lo ha ancora. Sempre nel Dl oltre alle verifiche più stringenti sugli abusi dell’intramoenia da parte dei medici che non deve «eccedere l’attività ordinaria» dovrebbe entrare – ma anche qui ci sono le ultime intelocuzioni con il Mef – il superamento del tetto di spesa sulle assunzioni di medici e infermieri: nel 2024 crescerà del 15% dell’incremento del Fondo sanitario, mentre dal 2025 sarà sostituito dai fabbisogni standard. Saranno ritoccati (anche qui Mef permettendo) i tetti di spesa per gli acquisti di prestazioni dai privati convenzionati, dopo i rialzi già previsti dall’ultima manovra.

Le misure sul personale nel disegno di legge

Nel disegno di legge entreranno invece le misure sulle quali dovranno essere trovate le coperture con più calma visti i tempi più lunghi necessari per approvare una legge in Parlamento: in particolare si tratta degli interventi sul personale, come la flat tax al 15% sugli straordinari del personale (oggi le tasse per i medici sono al 43%) o l’aumento della tariffa oraria (100 euro) per gli specialisti ambulatoriali fino agli incarichi (10 ore a settimana) per gli specializzandi. Sempre nel Ddl ci saranno i premi (incremento del 10% della ritribuzione di risultato) e le sanzioni (che arrivano fino alla revoca dell’incarico) per i manager delle aziende sanitarie nella gestione delle liste d’attesa, ma anche le misure per tagliare le ricette mediche non necessarie per visite ed esami che ingolfano il Servizio sanitario nazionale.



www.ilsole24ore.com 2024-06-04 05:16:22

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