Leucemia mieloide cronica, risultati promettenti da un nuovo farmaco


Continuano ad arrivare novità dal congresso dell’Asco a Chicago. Sul fronte della leucemia mieloide cronica (un tumore raro del sangue causato da un’anomalia cromosomica), lo studio di fase III Asc4First ha dimostrato che asciminib è il primo trattamento con un’efficacia significativamente superiore agli inibitori della tirosin-kinasi (Tki), che rappresentano lo standard di cura nei pazienti di nuova diagnosi. Inoltre asciminib ha dimostrato un profilo di sicurezza e tollerabilità favorevole, con un minor numero di eventi avversi e di interruzioni del trattamento rispetto sia alla terapia con imatinib, Tki di prima generazione, sia ad altri Tki di seconda generazione.

Leucemia mieloide cronica: i bisogni ancora insoddisfatti

Con 600-800 nuovi casi all’anno solo in Italia, la leucemia mieloide cronica (Lmc) è un tumore raro del sangue, causato dalla proliferazione incontrollata di cellule staminali del midollo osseo. “Un’alterazione cromosomica comporta la creazione di una proteina anomala, responsabile del processo leucemogeno e dell’elevato numero di globuli bianchi, caratteristica principale della malattia” – spiega Massimo Breccia, Professore Associato all’Università Sapienza di Roma, Ematologia Policlinico Umberto I. Tale proteina anomala fornisce la possibilità di un bersaglio terapeutico, e diversi farmaci con funzione inibitoria sono a disposizione. Malgrado i notevoli risultati raggiunti, molti pazienti di nuova diagnosi non riescono però a raggiungere una risposta adeguata dopo un anno di trattamento, e molti interrompono o cambiano la cura a causa di effetti collaterali. “Per colmare questi obiettivi non raggiunti, è necessario quindi avere a disposizione una terapia selettiva ed efficace ma che allo stesso tempo sia tollerata a lungo termine – aggiunge l’esperto – Per i pazienti di nuova diagnosi, asciminib potrebbe rappresentare una nuova speranza”.

Lo studio Asc4First

Asciminib è il primo farmaco Stamp (Specifically Targeting the ABL Myristoyl Pocket) inibitore per la Lmc che possiede un meccanismo d’azione differente rispetto agli standard di cura. Come emerge dallo studio clinico Asc4First, alla 48esima settimana ha dimostrato tassi di risposta molecolare maggiore (Mmr) superiori rispetto ai Tki standard-of-care selezionati dallo sperimentatore (imatinib, nilotinib, dasatinib o bosutinib), e rispetto al solo imatinib nei pazienti con leucemia mieloide cronica in fase cronica Philadelphia positiva di nuova diagnosi (Ph+ LMC-CP). Asciminib ha inoltre mostrato un miglioramento della risposta anche rispetto ai Tki di seconda generazione (nilotinib, dasatinib e bosutinib).

Nello specifico, quasi il 20% in più dei pazienti trattati con asciminib ha raggiunto la Mmr rispetto ai Tki standard di cura selezionati dallo sperimentatore e quasi il 30% in più rispetto al solo imatinib. I pazienti trattati con asciminib hanno anche raggiunto tassi più profondi di risposte molecolari (MR4 e MR4.5) rispetto ai Tki standard di cura selezionati dallo sperimentatore e al solo imatinib. Nei pazienti di nuova diagnosi, il profilo di sicurezza è risultato coerente con gli studi registrativi precedenti. Insomma, risultati molto positivi che verranno presentati anche al Congresso 2024 della European Hematology Association (Eha). I dati sono stati anche sottoposti alla Us Food and Drug Administration (Fda) tramite il programma Real-Time Oncology Review (Rtor) del Centro di Eccellenza in Oncologia e ad asciminib è stata concessa la designazione di “Breakthrough Therapy”. Lo studio è ancora in corso, con la prossima analisi programmata alla 96esima settimana. “Quando si combina una risposta superiore con l’eccellente profilo di sicurezza e tollerabilità di asciminib, abbiamo una potenziale opzione di prima linea molto promettente per i pazienti di nuova diagnosi, per supportarli nel raggiungimento dei loro obiettivi terapeutici”, ha concluso Tim Hughes, del South Australian Health & Medical Research Institute.



www.repubblica.it 2024-06-05 16:40:28

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