Sanità, liste d’attesa: dal salta coda al ticket per chi non si presenta, ecco cosa c…


C’è innanzitutto la garanzia – per il momento sulla carta però- che ogni prestazione sarà assicurata nei tempi previsti grazie al nuovo meccanismo salta coda: se al momento della prenotazione non c’è posto per la visita o la Tac nell’ospedale allora l’Asl dovrà assicurare che la stessa prestazione venga fornita al cittadino nei tempi previsti – gratis o dietro il pagamento di un ticket – in una struttura privata accreditata oppure sempre dentro l’ospedale ma ricorrendo all’intramoenia e cioè alla libera professione dei medici dentro la struttura. Questa la misura simbolo del piano contro le liste d’attesa varato dal Governo che prevede però anche doveri per il cittadino a cominciare dal fatto che se non si presenta all’appuntamento per la visita o l’esame dovrà pagare lo stesso il ticket.

Come funziona il nuovo meccanismo “salta coda”

A spiegare la nuova misura salta coda è stata lo stesso ministro della Salute Orazio Schillaci assicurando che per i cittadini «scontenti» di aspettare per farsi curare l’Asl «dovrà garantire» la stessa prestazione dal privato accreditato con tariffe concordate o in intramoenia (la libera professione dei medici nello stesso ospedale), con il cittadino che dovrà pagare solo il ticket (se non è esente). «Se un paziente deve ottenere una risonanza entro 72 ore l’avrà dove è possibile e a pagare sarà il Ssn», conferma Schillaci. Oggi le prestazioni nel Servizio sanitario vengono erogate infatti in base a classi di priorità con tempi ben definiti secondo le indicazioni del medico prescrittore che lo dovrà segnalare nella ricetta: in classe U (Urgente) entro 72 ore dalla richiesta di prestazione; in classe B (Breve attesa) entro 10 giorni dalla prenotazione; in classe D (Differita): entro 30 giorni per le visite ovvero 60 giorni per gli accertamenti diagnostici dalla prenotazione; infine in classe P (Programmabile) entro 120 giorni dalla prenotazione.

Quando sarà operativo e come sarà finanziato

Ma quando sarà operativo e come sarà finanziato questo meccanismo “salta coda” che richiama una norma finora disapplicata (legge 124/1998) ma meno vincolante che prevedeva il rimborso per chi fosse andato dal privato in caso di lista troppo lunga? La bozza del decreto prevede innanzitutto che sarà un provvedimento attuativo da definire con le Regioni a definire modalità e dettagli entro 60 giorni, ma intanto nello stesso decreto non vengono aggiunte risorse nuove per finanziarlo, attingendo a due commi dell’ultima manovra che prevede di poter usare lo 0,4% del finanziamento del Ssn (oltre 500 milioni) per le liste d’attesa e aumenta di 123 milioni il tetto di acquisti dal privato nel 2024, 370 milioni nel 2025 e quasi 500 milioni dal 2026. Saranno sufficienti per venire incontro alla domanda insoddisfatta di cure che convince 3 milioni di italiani a non curarsi per colpa di liste d’attesa troppo lunghe? Si vedrà nei prossimi mesi anche perché da prime stime sembra che la misura costi oltre un miliardo l’anno.

Le altre misure taglia file e i doveri per i cittadini

A ridurre le attese del cittadino sarà anche un’altra misura prevista dal decreto approvato dal Governo e cioè l’obbligo di un Cup (il Centro di prenotazioni)+ unico regionale o infraregionale con tutte le prestazioni disponibili del pubblico e del privato convenzionato, prevedendo la nullità del contratto con il privato accreditato che non provveda a inserire le sue prestazioni nei Cup pubblici. Viene anche ribadito il divieto per le aziende sanitarie e ospedaliere di sospendere o chiudere le attività di prenotazione, le agende. Si incentivano poi le Regioni ad adottare soluzioni digitali per agevolare la prenotazione autonoma delle visite e il pagamento del ticket. E si danno una serie di indicazioni, fra cui quella di garantire un sistema di recall al cittadino per evitare il fenomeno delle prestazioni prenotate e non effettuate (stimato in un 20% di casi). Anche per il cittadino ci sono regole da rispettare: chi non effettua la visita o l’esame prenotato senza preavviso – salvi i casi di forza maggiore e impossibilità sopravvenuta – dovrà pagare ugualmente il ticket: chi rifiuta un esame deve dare la possibilità ad altri di poter usufruire della prestazione. Infine sempre per agevolare i cittadini per ospedali e strutture ambulatoriali ci sarà la possibilità di visite ed esami diagnostici anche il sabato e la domenica, prolungando la fascia oraria.



www.ilsole24ore.com 2024-06-05 07:30:00

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