Tumore dello stomaco, garantire ai pazienti le terapie innovative


Sintomi aspecifici come bruciore di stomaco, difficoltà di digestione, gonfiore e sensazione di pienezza anche quando il pasto è stato leggero, fino a nausea e vomito con sangue. Anche per la facilità con la quale si può scambiare per una semplice gastrite, il tumore dello stomaco è una malattia subdola. E sebbene, anche grazie ai progressi nella diagnosi, i casi siano in leggera diminuzione ogni anno, resta comunque una patologia che colpisce almeno 15 mila italiani ogni anno e con la quale convivono nel nostro paese più di 82 mila persone.

Trattamenti mirati ma costosi

Al fianco di questi pazienti sono associazioni come “Vivere Senza Stomaco, Si Può ODV”, che forniscono utili informazioni per aiutare nella scelta del percorso di cura, come ricorda Claudia Santangelo, Presidente dell’Associazione pazienti. Percorso che al momento è rappresentato dalla chirurgia – se il tumore è in uno stadio non troppo avanzato – dalla chemioterapia e di recente anche da nuovi farmaci a bersaglio molecolare, che rappresentano una grande speranza per malati e caregiver. Trattamenti mirati che tuttavia hanno ancora costi importanti, così come quelli dei test diagnostici, e che per questo motivo non sono disponibili per tutti coloro che ne potrebbero beneficiare, come è emerso nel corso di un Expert Meeting sulla patologia oncologica promosso e realizzato da ISHEO (Integrated Strategies for Health Enhancing Outcomes) con il supporto di Astellas Pharma, a cui hanno partecipato medici specialisti, istituzioni, associazioni di pazienti e altri professionisti del settore.

I test per la terapia personalizzata

I nuovi farmaci stanno cambiando la storia della malattia. “Dopo anni di stallo – commenta Carmine Pinto, Direttore della Struttura Complessa di Oncologia Medica dell’AUSL – IRCCS di Reggio Emilia – iniziamo a riscontrare significativi progressi grazie all’introduzione di innovativi regimi di terapia”. Ma per capire su quali pazienti possa risultare efficace questo nuovo approccio è necessario condurre dei test immunoistochimici sulle alterazioni molecolari, sulla base dei quali – ricorda Matteo Fassan, Ordinario di Anatomia Patologica all’Università di Padova e Direttore della UOC di Anatomia Patologica – Ospedale Ca’ Foncello, ULSS2 Marca Trevigiana (Treviso) – è possibile impostare trattamenti più personalizzati ed efficaci a cui affiancare i consolidati regimi di chemioterapia. “E’ una neoplasia che presenta diverse sfaccettature a causa della sua complessa natura – aggiunge Giovanni de Manzoni, Direttore del Dipartimento di Scienze Chirurgiche, Odontostomatologiche e Materno-Infantili dell’Università di Verona – è vitale riuscire ad individuare la corretta stadiazione e per ottenerla è importante una forte collaborazione multi-specialistica”.

Superare l’ostacolo economico

Per garantire a tutti i pazienti le terapie innovative è però necessario superare l’ostacolo economico. “I costi reali di un singolo paziente possono essere diversi dalla somma delle risorse rimborsate dal servizio sanitario sulla base delle tariffe riconosciute – spiega Davide Integlia, General Manager di ISHEO – Se la differenza tra costi assorbiti e quelli rimborsati è elevata essa può costituire un ostacolo reale all’accesso effettivo alle nuove terapie”. “I rimborsi del servizio sanitario nazionale e i costi reali spesso purtroppo non coincidono – conclude Alberto Pasdera, Coordinatore del Comitato Scientifico del N.I.San. Network italiano sanitario -. E’ fondamentale capire che non può bastare l’innovazione scientifica e la tecnologica. C’è anche bisogno di risorse adeguate e di una corretta ripartizione delle stesse per un accesso uniforme ed equo all’innovazione. Così è possibile dare voce alla sostenibilità economica del sistema e garantire ai pazienti tutto ciò che occorre per le nuove strategie terapeutiche, senza difformità regionali”.



www.repubblica.it 2024-06-13 13:56:32

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