Giornata delle leucemie, oggi numero verde per i pazienti


83 sezioni AIL e 17mila volontari, 146 progetti di ricerca scientifica, 5.186 viaggi solidali e 670 posti letto per 62.898 notti offerte nelle Case alloggio AIL a 2.395 pazienti e caregiver, sono alcuni dei numeri che dimostrano il grande impegno di AIL, Associazione italiana contro leucemie, linfomi e mieloma. Una storia lunga 55 anni, durante i quali il coinvolgimento è diventato sempre più forte nel sostenere la ricerca e l’assistenza ai pazienti con tumori del sangue. In Italia, sono circa 500mila le persone che convivono con un tumore ematologico e sono 30mila le nuove diagnosi: grazie alla ricerca i pazienti hanno maggiori probabilità di guarire o di convivere per anni con la malattia mantenendo una buona qualità di vita. Sostenere i pazienti e rendere disponibili terapie sempre più efficaci sono obiettivi che possono essere raggiunti anche grazie alla costante e sempre maggiore collaborazione tra AIL, le Società scientifiche e gli Enti che operano in ambito ematologico.

Come ogni anno, in occasione della Giornata Nazionale per la lotta contro leucemie, linfomi e mieloma, AIL promuove un’iniziativa che è ormai una tradizione e che è sempre molto attesa dai pazienti e dai loro familiari: il numero verde AIL Problemi Ematologici 800.22.65.24, attivo domani 21 giugno dalle 8 alle 20, che offre ai pazienti la possibilità di parlare con ematologi esperti, chiedendo chiarimenti sulle loro patologie e sulle terapie, senza problemi di tempo e di privacy che potrebbero avere con i medici che li seguono abitualmente nei loro centri di cura.

Giovedì 27 giugno alle ore 17 una delegazione di AIL sarà ricevuta al Quirinale in udienza dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella. “Dal 1969 siamo cresciuti molto, diventando un punto di riferimento per i pazienti ematologici italiani e i loro caregiver, e per l’Ematologia italiana”, spiega Giuseppe Toro, presidente nazionale AIL. La ricerca ha fatto importanti passi avanti nella ricerca di nuove opzioni terapeutiche per i linfomi. “In futuro per il trattamento dei linfomi sarà sempre meno utilizzata la immuno-chemioterapia e aumenteranno sempre di più le terapie biologiche, cioè farmaci non chemioterapici mirati e strettamente indicati per particolari mutazioni dei vari tipi di linfoma – spiega Maurizio Martelli, Professore di Ematologia alla Sapienza di Roma – oggi, abbiamo risultati importanti anche grazie alla sola immunoterapia. In particolare, anticorpi monoclonali bispecifici che riconoscono un determinato antigene cellulare e attivano i linfociti T del paziente stesso. La terapia cellulare Car-T, in cui gli stessi linfociti T del paziente vengono prelevati, ingegnerizzati e poi reinfusi nel paziente per aggredire la malattia”.

Duemila trapianti allogenici

“Lo scorso anno sono stati effettuati circa 2.000 trapianti allogenici e nel 50% dei casi è stato necessario utilizzare un donatore da registro. La patologia maggiormente trattata è stata la leucemia acuta mieloide (40%) seguita dalla leucemia linfoblastica (18%) – spiega Massimo Martino, Presidente GITMO -. Per quanto riguarda il trapianto autologo ne sono stati effettuati circa 3.600 e il mieloma multiplo è la patologia dove trova la maggiore applicazione, seguito dai linfomi non-Hodgkin e Hodgkin e dalle leucemie. Inoltre, per la prima volta, sono stati effettuati un numero maggiore di trapianti autologhi in persone con più di 60 anni rispetto ai soggetti under 60, e sono aumentati anche quelli allogenici”.
I tumori ematologici infantili più frequenti sono le leucemie acute, linfoidi e mieloide, i linfomi di Hodgkin e non-Hodgkin. In Italia i bambini a cui viene diagnosticato un tumore nella fascia 0-14 anni sono circa 1400-1500 all’anno e 800-900 nella fascia 15-18 anni.

Meno effetti collaterali

“La biologia molecolare individua le alterazioni molecolari che definiscono la patologia in maniera specifica e radicale. Questo fa sì che si intensifichino i protocolli a più alto rischio di recidiva e si riduca l’intensità e l’aggressività delle terapie per quelle patologie che hanno un’evoluzione migliore – spiega Arcangelo Prete, presidente AIEOP Associazione Italiana di Ematologia e Oncologia Pediatrica -. Questo produce un minor numero di effetti collaterali e maggiori risultati in termini di guarigione e sopravvivenza. I migliori risultati si ottengono nelle leucemie e nei linfomi. In particolare, per le leucemie l’immunoterapia liquida con blinatumomab si è dimostrata talmente efficace che in via sperimentale viene utilizzata anche in prima linea. Le Car-T, sono un trattamento estremamente mirato e specifico nei confronti della cellula neoplastica e sono una terapia personalizzata che produce meno effetti collaterali a medio e lungo termine. Questo è fondamentale quando si tratta di bambini che una volta guariti hanno una aspettativa di vita pari a quella dei loro coetanei”.

feriscono alla Fondazione GIMEMA Franco Mandelli quasi tutti i Centri di ematologia italiani, circa 150.



www.repubblica.it 2024-06-21 06:43:13

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