Tumore del seno, via libera in Europa alla ‘combo’ che riduce del 50% rischio mortali…


Buone notizie per circa la metà delle pazienti europee con tumore al seno Er-positivo in stadio avanzato, che presentano alcune specifiche alterazioni molecolari: la combinazione capivasertib più fulvestrant approvata nell’Unione Europea in pazienti con carcinoma avanzato positivo al recettore degli estrogeni (ER-positivo) e negativo per HER2, con una o più alterazioni di PIK3CA, AKT1, o PTEN, dopo recidiva o progressione durante o dopo un regime a base endocrina. L’approvazione della Commissione Europea fa seguito al parere positivo del Comitato per i medicinali per uso umano e si basa sui risultati dello studio di fase III CAPItello-291 pubblicati sul The New England Journal of Medicine. Nello studio, capivasertib in combinazione con fulvestrant ha ridotto il rischio di progressione di malattia o di morte del 50% rispetto a fulvestrant in combinazione con placebo nelle pazienti che presentano una o più alterazioni di PI3K, AKT o PTEN.

Biopsia liquida nel tumore al seno metastatico, il test che serve per individuare la terapia mirata


Le mutazioni nel tumore del seno

In Europa, il tumore della mammella rappresenta la causa principale di morte per cancro, con più di 140.000 decessi nel 2022 e più di 550.000 diagnosi nello stesso anno. Il tumore del seno positivo ai recettori ormonali (HR-positivo) (con espressione dei recettori per estrogeni o progesterone, o entrambi) è il sottotipo più comune di tumore del seno, con il 70% dei tumori considerati HR-positivi e HER2-negativi. Le mutazioni di PIK3CA, AKT1 e le alterazioni a carico di PTEN si verificano frequentemente, interessando circa il 50% delle pazienti con tumore del seno avanzato HR-positivo: “Nella maggior parte delle pazienti con tumore al seno metastatico a recettori ormonali positivi – dichiara Alberto Zambelli, Professore associato di Oncologia medica all’Humanitas University di Milano – almeno due linee di terapia endocrina dovrebbero essere preferite prima di passare alla chemioterapia. I regimi di trattamento a base endocrina attualmente utilizzati procurano però in molti casi un beneficio clinico modesto, vi è quindi l’urgente necessità di nuove opzioni terapeutiche che garantiscano un controllo di malattia più duraturo”.

Lo studio clinico

CAPItello-291 è uno studio di Fase III, randomizzato, in doppio cieco per la valutazione dell’efficacia di capivasertib in combinazione con fulvestrant rispetto a placebo più fulvestrant per il trattamento del tumore del seno localmente avanzato (non operabile) o metastatico HR-positivo (ER-positivo e ER-positivo con recettore del progesterone positivo), HER2-low o HER2-negativo (immunoistochimica (IHC) 0 o 1+, o IHC 2+/ibridazione in situ (ISH)-negativo). Lo studio globale ha arruolato 708 pazienti adulti con tumore del seno istologicamente confermato HR-positivo, HER2-low o HER2-negativo, con recidiva o progressione durante o dopo terapia con inibitori dell’aromatasi, con o senza inibitore di CDK4/6, e non più di una linea di chemioterapia per malattia avanzata. Nello studio, circa il 40% dei tumori presentava queste alterazioni e circa il 70% dei pazienti aveva ricevuto in precedenza un inibitore di CDK4/6. “L’approvazione odierna – prosegue Zambelli – è una buona notizia per circa la metà delle pazienti europee con tumore al seno Er-positivo in stadio avanzato, che presentano tumori con queste specifiche alterazioni molecolari, ed è quindi importante che gli oncologi identifichino queste pazienti, che potrebbero trarre beneficio da questa combinazione”.

 

 



www.repubblica.it 2024-06-27 10:06:51

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