Mammografie più confortevoli? Possibile, grazie a design e intelligenza artificiale


C’è un timore che accompagna tutte le donne che si approcciano alla mammografia, dalle novelline alle veterane. Sarà (ancora) fastidiosa? Purtroppo, si sa, l’esame non è piacevole: perché i raggi X possano passare attraverso un tessuto spesso e denso e produrre immagini nitide, è necessario che la mammella venga compressa tra due “piatti”. La percezione del dolore è soggettiva – non tutte le donne lo avvertono – e dipende molto da chi esegue la mammografia, ma la compressione, seppur brevissima, è inevitabile.

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Design sempre più “accogliente”

“Oggi non esistono tecniche di indagine che permettano di bypassare la compressione meccanica della mammella” – risponde a Salute Seno Anna Russo, radiologa di riferimento della sezione di mammografia dell’IRCCS Sacro Cuore Don Calabria di Negrar (Verona), che però sottolinea come la collaborazione tra team clinici e aziende possa fare la differenza nello sviluppo di mammografi di nuova generazione che uniscano alla tecnologia anche soluzioni per un maggiore comfort delle pazienti.

Se ne è parlato durante il 51°Congresso Nazionale della Società Italiana di Radiologia Medica e Interventistica (SIRM) che si è tenuto la scorsa settimana a Milano, nel corso del quale è stato anche presentato un nuovo mammografo messo a punto da Fujifilm Healthcare, che raccoglie proprio gli input arrivati anche dalle partnership con il team di Verona e con l’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano. Oltre a essere una macchina compatta, che risulta anche più maneggevole e pratica per i tecnici, ha un design che accoglie la paziente: la parte anteriore del rilevatore, in particolare, presenta una forma curva che si adatta al corpo per alleviare la tensione durante gli esami. Inoltre, ha una funzione di controllo automatico della diminuzione della pressione, che mira a ridurre il dolore durante la compressione del seno, mentre un sistema di intelligenza artificiale suggerisce all’operatore il grado di compressione da applicare in base alle caratteristiche della mammella per ottenere le migliori immagini possibili.

Tutti i livelli dell’intelligenza artificiale

Come riferisce Gianfranco Scaperrotta, responsabile della Struttura semplice di diagnostica senologica della Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, l’intelligenza artificiale integrata in questi nuovi strumenti agisce a più livelli. “Migliora le immagini acquisite, ossia corregge le imperfezioni dell’immagine ‘pura’ ottimizzando le informazioni acquisite con i raggi X. Le immagini risultano così più pulite e precise, più facilmente interpretabili –   spiega il medico – Anche il processo di refertazione viene supportato, segnalando all’operatore determinati elementi e la probabilità di trovare un tumore in una certa porzione del tessuto”. Utilizzando segnali luminosi e indicazioni grafiche e modulando la scelta dei parametri più adeguati, le nuove macchine lavorano con il tecnico in un “rapporto uno a uno” per ottenere l’acquisizione migliore possibile con il minor disagio possibile per la paziente.

“Nel tumore della mammella la diagnosi precoce fa la differenza. E l’evoluzione della tecnologia è stata fondamentale perché oggi riusciamo a fare diagnosi di lesioni, anche quelle meno aggressive, quando sono ancora molto piccole e questo è alla base di trattamenti terapeutici molto più efficaci che hanno maggior possibilità di portare alla guarigione – ricorda ancora Russo – Nel corso degli ultimi anni è fortemente aumentata la consapevolezza, da parte delle donne, di questi notevoli passi avanti in ambito tecnologico: non solo mammografia, quindi, ma anche tomosintesi, mammografia con mezzo di contrasto, biopsia avanzata e programmi di intelligenza artificiale”. Tutti strumenti, contenuti in un unico apparecchio, che permettono una personalizzazione anche dell’indagine senologica.



www.repubblica.it 2024-06-28 10:01:13

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