Tutte le notizie qui
Backaout
Backaout

Emilia Romagna, rafforzare l’oncologia del territorio

43

- Advertisement -


Anche un sistema che funziona bene può essere sempre migliorato. Questo il presupposto alla base dell’impegno preso tra la Regione Emilia Romagna, l’Associazione italiana di Oncologia Medica e i rappresentanti degli anziani, Senior Italia FederAnziani, con l’obiettivo di una collaborazione sempre più costante. “I tassi di sopravvivenza da cancro, nella nostra Regione, sono tra i più alti di tutta Italia ed è un segno che abbiamo ottimi professionisti e una buona organizzazione. Certamente ci sono alcuni aspetti che vanno migliorati e vanno affrontate anche le innumerevoli sfide legate, direttamente o indirettamente, alla pandemia”, ha detto  Raffaele Donini, Assessore alle Politiche per la salute dell’Emilia-Romagna, durante l’incontro virtuale: “Stiamo lavorando per creare le condizioni per rendere più omogenea l’assistenza ai pazienti colpiti da tumore”.

Più integrazione tra medicina ospedaliera e territoriale

L’evento si è tenuto nell’ambito del “tour” che le due associazioni, Aiom e Federanziani, stanno svolgendo per incontrare tutti gli assessori alla sanità d’Italia. “Dal 2006 esiste il Coordinamento regionale per la rete Oncologica e Onco-Ematologica, anche se non esiste ancora un Piano formalizzato di Rete Oncologica”, dice Gabriele Luppi, Coordinatore Regionale Aiom per l’Emilia-Romagna: “Sono però attivi dei coordinamenti tra le varie strutture sanitarie”. Per esempio, durante i primi e tragici mesi dalla pandemia i Day Hospital oncologici hanno continuato a funzionare e questa è stata la dimostrazione di una buona organizzazione tra le attività dei centri oncologici maggiori e quelli più periferici. “Bisogna però integrare ulteriormente le attività tra la medicina ospedaliera e quella territoriale – riprende Luppi – così come individuare centri di riferimento per la gestione di neoplasie particolarmente insidiose e difficili da trattare, come quella al pancreas. Anche i registri tumori delle varie provincie devono essere unificati e implementati”.

Il peso dello stop allo screening

Come per altre Regioni anche in Emilia-Romagna i problemi maggiori derivano dall’interruzione – parziale, limitata ai due mesi della prima ondata pandemica in marzo e aprile 2020, ora in gran parte recuperata – degli screening che è avvenuta un anno fa a causa del Covid. “Questo rende necessario un ulteriore sforzo da parti di tutti per avviare una migliore organizzazione e gestione delle risorse”, sottolinea Giordano Beretta, Presidente Nazionale Aiom: “Stiamo assistendo ovunque a un aumento dei casi di tumore diagnosticati ad uno stadio più avanzato. Le Reti Oncologiche Regionali rappresenta la migliore soluzione possibile e da anni, come Società Scientifica, le stiamo promuovendo sull’intero territorio nazionale. La tragedia del Covid ha avuto il ‘merito’ di evidenziare come non ci siano più tempo da perdere nell’istituzione delle Reti”.

Una delle priorità adesso deve essere creare una più forte connessione, anche in Emilia-Romagna, tra i centri di riferimento oncologici e la medicina territoriale. Per il futuro più prossimo invece – conclude Roberto Messina, Presidente Nazionale di Senior Italia FederAnziani – è necessaria una programmazione dei nostri servizi sanitari perché le proiezioni demografiche indicano che entro 10 anni avremo un 30% di over 65 nel nostro Paese”.



www.repubblica.it 2021-05-24 13:59:14

This website uses cookies to improve your experience. We'll assume you're ok with this, but you can opt-out if you wish. Accept Read More