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Disabilità: fra sport e arte, l’inclusione diventa realtà

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MAGLIETTE colorate, pettorine, sorrisi, affanni, genitori attempati tutti intorno, increduli nel vedere il quartiere coinvolto in giornate durante le quali i loro figli “nascosti” diventano protagonisti di un progetto europeo. Allenurbis, finanziato dall’Europa e mediato dalla Regione Liguria, porta a correre, veleggiare, dipingere, scolpire e perfino remare insieme giovani adulti con disabilità diverse, cui sino ad oggi era stata d’obbligo la tristezza di un confinamento pandemico pesante. Per tutti, certo, ma per loro molto di più. Già, perché tempo libero e socializzazione sono considerati un problema “minore” rispetto all’autonomia abitativa e lavorativa del dopo di noi, per chi vive obbligato a limiti intellettivi, sensoriali o motori. É  davvero così?

Il progetto

Combinando il desiderio di vivere una vita piena, autonoma e inserita nel contesto sociale, ragazzi e giovani adulti vivono una realtà che esclude e scarta chi non ce la fa. Poco da fare, e così. Non per La Spezia, tuttavia, dove una provincia coi limiti di un antico complesso di inferiorità, si trova protagonista di un programma innovativo. Nasce da lontano: soprattutto dalla lungimiranza di una Fondazione bancaria che sa quanto faticoso possa essere accorpare le istanze del volontariato sociale, per insistere su programmi di aggregazione. Solo mettendo insieme energie, idee e progetti condivisi, si riesce a realizzare una qualità capace di modificare la storia della disabilità in città. Matteo Melley ne era consapevole; fu lui a concentrare le forze del volontariato dedicato all’autismo e promuovere la Fondazione Aut Aut, autonomia autismo, oggi capace di gestire ristoranti, albergo e produzione di pasta e ravioli, in cui lavorano, regolarmente assunti, persone con autismo. Due personaggi, padri di ragazzi “diversi”, conducono quelle iniziative: Roberto Barichello e Alberto Brunetti.

Servizi pubblici a servizio dei genitori

Ora che alla presidenza della fondazione bancaria è arrivato Andrea Corradino, il passaggio di testimone porta a correre nella stessa direzione, rinforzando un trend vincente, di cui s’accorge perfino la politica. Allenurbis, infatti, è merito di un assessore che ci crede, forse perché da bambina, lei stessa, ha capito quanto sia importante per un genitore trovare risposte certe nei servizi pubblici. Ilaria Cavo era quella bambina ed oggi inaugura un progetto che rende merito a chi crede che il cosiddetto “tempo libero” non sia affatto un lusso. Da quel tempo, infatti, passa la possibilità dei “diversi” di rendersi visibili ad una comunità attenta.

Dice Fabrizio Acanfora, persona autistica, musicista e autore di libri illuminanti, che “con la creazione dell’ideale di normalità nella seconda metà dell’Ottocento, la diversità è stata ingabbiata in categorie di cui la più estesa (denominata maggioranza o normalità) determina le sorti delle altre. Le persone, divise in categorie diagnostiche, sociali o culturali, vengono discriminate (nel senso sia di differenziate che giudicate e ghettizzate) in base alle loro caratteristiche, così anche le loro differenze, entro certi limiti dettate da un concetto di inclusione paternalistico e assimilativo, diventano tollerabili, parte del panorama quotidiano seppure considerate a volte come esotiche, altre come indesiderabili”.

“Allenurbis – Cimenti sportivi urbani”, è un progetto d’inclusione sociale e d’integrazione attraverso attività sportive e artistiche mirate a sensibilizzare la comunità sulla partecipazione e la cittadinanza attiva di ragazzi con disabilità. Spero possa diffondersi in tutta la provincia italiana: l’Europa c’è, basta far bene i progetti e i finanziamenti arrivano. Svegliati dal dopo pandemia, c’è da augurarsi che si moltiplichino ovunque.

 

 

 



www.repubblica.it 2021-06-02 12:42:56

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