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Merit Award 2021: undici italiani tra i ricercatori eccellenti premiati ad Asco

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Dieci giovani ricercatori italiani, cinque donne e altrettanti uomini, sono entrati nella rosa dei vincitori del Merit Award, il premio da 10 milioni di dollari che la Fondazione della Società americana di oncologia clinica (Asco) assegna alle ricerche più promettenti. Completa la ‘squadra’ degli italiani premiati Antonio Di Meglio che si è aggiudicato lo ‘Special Merit Award’ per i suoi studi sulla gestione dei sintomi e del dolore oncologico.

Ricerche innovative: dall’immunoterapia alle cure palliative

A pochi giorni dall’inizio del congresso mondiale di oncologia che anche quest’anno si svolgerà online dal 4 all’8 giugno, arrivano i nomi dei vincitori che quest’anno sono 164 e provengono da ogni parte del mondo. Questo premio così prestigioso ha l’obiettivo di supportare i giovani oncologi che hanno firmato come primi autori gli abstract selezionati per essere presentati al Meeting Annuale dell’Asco. I progetti di quest’anno abbracciano molte aree tra cui l’immunoterapia, la medicina di precisione, le cure palliative, le mutazioni genetiche e anche argomenti “di frontiera” dell’oncologia come il ruolo che può avere il microbiota sia nello sviluppo dei tumori che nell’efficacia delle terapie. “La Conquer Cancer Foundation è orgogliosa di poter premiare questi ricercatori. Le loro idee eccezionali alimenteranno le scoperte scientifiche e aiuteranno i pazienti ovunque”, dichiara Howard A. Burris III, presidente del direttivo del Conquer Cancer. “Siamo particolarmente grati ai generosi donatori che hanno reso possibile i finanziamenti per questi ricercatori, anche durante una crisi sanitaria globale, garantendo così la possibilità di continuare a studiare terapie nuove e sempre più efficaci per ogni tipo di cancro”.

Italiani pluripremiati

Sei degli undici italiani – Francesca Battaglin, Antonio Di Meglio, Alberto Puccini, Biagio Ricciuti, Vincenza Conteduca e Lisa De Rosa (arrivata al suo quarto Merit Award) – sono pluripremiati, segno che per loro la ricerca è diventata missione di vita. Alcuni vivono e lavorano ormai stabilmente all’estero magari coltivando l’idea di tornare un giorno a lavorare in Italia. La pandemia non li ha scoraggiati, ma se possibile ha dato ad alcuni una spinta in più. Come nel caso di Elisa Agostinetto che è arrivata a Bruxelles a marzo 2020, appena cominciata la pandemia e quindi si è dedicata interamente alla ricerca senza altre distrazioni vista l’emergenza sanitaria. Così ha fatto occupandosi di tool predittivi di risposta alle terapie per i tumori al seno del tipo HER2 positivo.

Non solo scienza

E guai a pensare che si tratti di noiosi ricercatori che non hanno altro in mente che formule e teorie: sarà forse la generazione o l’esperienza di una pandemia, ma quasi tutti coltivano una passione artistica, come la musica (Lucrezia Raimondi si è diplomata in flauto traverso e Alberto Puccini in pianoforte), la danza e lo yoga (le passioni di Antonio Di Meglio) o amano perdersi tra i boschi praticando Hiking come fa Biagio Ricciuti.



www.repubblica.it 2021-06-02 08:09:21

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