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Tumore al polmone, il tai chi migliora sonno e qualità di vita

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Praticare tai chi può migliorare il sonno dei pazienti con tumore al polmone in stadio avanzato, e può anche aiutare i pazienti a sentire meno affaticati e meno ansiosi. Ma i benefici potrebbero spingersi ben oltre: uno studio appena pubblicato sulle pagine di Jama Oncology mostra infatti che i pazienti con tumore avanzato che seguono un programma di tai-chi potrebbero avere addirittura dei guadagni (limitati) anche in termini di sopravvivenza. Condizionale più che d’obbligo, ma secondo gli autori dello studio – un team guidato da scienziati della University of Hong Kong – l’effetto potrebbe anche essere riconducibile agli aspetti più meditativi della disciplina. 

Lo studio: tai chi ed esercizio fisico

Lo scopo dello studio era quello di comprendere se e in che modo l’attività fisica e il tai chi potessero aiutare a migliorare il benessere delle persone con tumore al polmone in fase avanzata. In particolare l’idea dei ricercatori era quella di confrontare tra loro esercizio fisico e la disciplina. Per farlo hanno reclutato un totale di 226 pazienti che hanno suddiviso in tre diversi gruppi. Alcuni seguivano per 16 settimane un programma di allenamento aerobico (con due lezioni al mese da un’ora supervisionate e con la raccomandazione di svolgere alcuni esercizi a casa, con tanto di materiali informativo e recall settimanali); altri un programma di tai chi (con due lezioni da un’ora due volte a settimana, sempre per 16 settimane) ed altri ancora, nel gruppo di controllo, venivano solo invitati a svolgere attività fisica da sé, secondo le raccomandazioni ufficiali dell’Organizzazione mondiale della sanità (che sono quelle di svolgere almeno 150 minuti a settimana di attività moderata-intensa). 

I pazienti inclusi nello studio avevano un’età media di 61 anni, e i gruppi erano tra loro paragonabili, sia per condizioni socio-demografiche che per caratteristiche cliniche, precisano i ricercatori. Dopo le 16 settimane di programma e a distanza di un anno i ricercatori hanno condotto una serie di test – con esami e questionari – per testare tanto le capacità fisiche che la qualità di vita, sonno, fatigue, ansia, depressione dei pazienti, confrontandole tra i diversi gruppi e rispetto all’inizio dello studio.

Il tai chi migliora il sonno, ma non solo

I risultati hanno mostrato che sia il tai chi che il programma di allenamento aerobico (che includeva attività come cyclette, camminate all’aria aperta o su tapis roulant) possono migliorare il benessere dei pazienti, anche a mesi di distanza. Aver sperimentato uno dei due aiutava i pazienti a dormire meglio, ma li aiutava anche a sentirsi meno depressi, ansiosi, migliorava la loro forma fisica e le loro capacità cardio-respiratorie. Il tai chi però sembrava portare a qualche beneficio in più rispetto al programma di allenamento, soprattutto per la qualità del sonno. Ad essere d’aiuto, azzardano gli autori, potrebbe essere la respirazione praticata durante l’attività che migliora anche quella notturna. O ancora: i benefici sarebbero dovuti agli esercizi di meditazione legati alla pratica, che aiuterebbero i pazienti a gestire le emozioni. Il Tai chi, inoltre, rispetto al programma di allenamento aerobico, migliora anche la sensazione di fatigue e l’equilibrio ed era associato anche un minor rischio di morte. Se infatti a un anno la sopravvivenza mediana era di circa 49 settimane per i pazienti nel gruppo di Tai chi, nel controllo era di 44 circa e 47 nel gruppo che aveva seguito il programma di allenamento. Differenze, sebbene minime, che forse potrebbero spiegarsi con i benefici della meditazione sullo stato infiammatorio dei pazienti, ma che, scrivono i ricercatori, potrebbero emergere per i programmi di esercizio fisico. 

Un aiuto in più per il benessere dei pazienti

Quanto osservato, pur con tutti i limiti del caso che i ricercatori non ignorano, potrebbe comunque aiutare la gestione della malattia. Programmi di esercizio fisico e di tai chi in particolare – scrivono gli autori – potrebbero aiutare i pazienti, malgrado la malattia, a sentirsi meglio. Cominciando dal dormire meglio.



www.repubblica.it 2024-04-26 13:25:38

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