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Malattie reumatiche, nuovi indizi sull’influenza di fumo e inquinamento

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Il congresso dedicato alle malattie reumatologiche Eular 2021, in modalità virtuale, si è appena concluso. Tra i tanti interventi presentati ce ne sono stati alcuni che hanno riguardato il possibile impatto dell’esposizione a inquinanti sulle malattie reumatologiche, tanto quelli più propriamente ambientali che quelli relativi derivanti dal fumo. In entrambi i casi esistevano già indizi circa il loro possibile coinvolgimento nelle malattie reumatologiche, e i due studi presentati a Eular vanno nella stessa direzione, pur riguardando aspetti diversi.

Da un lato, infatti, si guarda al possibile ruolo del fumo passivo nell’insorgenza delle malattie, dall’altro a quello che gli inquinanti ambientali potrebbero avere sull’efficacia delle terapie. Il primo dei due studi in questione è quello di un team di ricercatori francesi che ha analizzato i dati di quasi 80mila donne seguite per diversi anni, registrando abitudini (quali appunto esposizione al fumo passivo, sia da bambine che da adulte) e incidenza dell’artrite reumatoide. Il fumo è già noto per essere un fattore di rischio per l’artrite reumatoide, soprattutto in alcuni sottotipi di pazienti, ricordano gli esperti. E il fumo passivo? Incrociando i dati di esposizione e insorgenza della malattia, sia il fumo passivo cui si è stati esposti da piccoli sia quello sperimentato da adulti sono stati associati in generale a un aumento del rischio di artrite reumatoide, soprattutto, scrive il team francese, tra le donne che non avevano mai fumato. Il legame tra fumo e malattie reumatiche sembrerebbe dunque complesso.

Fa il paio con quello francese invece uno studio italiano che ha cercato invece di capire se il cambio di terapia con farmaci biologici (sia all’interno della stessa categoria che con altri di meccanismo completamente diverso), dovuto alla progressione della malattia, fosse in qualche modo legato all’inquinamento. Se bisogna cambiare terapia perché non più efficace, l’ambiente c’entra qualcosa? In questo caso sono state diverse le patologie reumatologiche analizzate, su un campione di oltre 1200 pazienti (con artrite reumatoide, artrite psoriasica e spondilite anchilosante). I dati di questi pazienti sono stati incrociati con quelli dell’inquinamento della zona, con particolare attenzione a quelli del mese o dei due mesi precedenti un eventuale cambio di terapia. I risultati principali emersi da questo studio sono stati due: da una parte a un maggior livello di inquinanti (PM10) si associava un livello più elevato livello di infiammazione, testato misurando i livelli di proteina C-reattiva. Dall’altro, scrive l’équipe italiana, i livelli di inquinanti (non solo PM10 ma anche PM 2,5 ossidi di azoto e monossido di carbonio, per esempio) risultavano più alti prima di un cambio di terapia dovuto a mancanza di efficacia di quella in corso.

In entrambi i casi si parla di associazioni, ma che si aggiungono ai già noti effetti negativi di fumo e inquinamento sulla salute.



www.repubblica.it 2021-06-09 17:44:51

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