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Pnrr, i medici a Speranza: “La riforma facciamola insieme”

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Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) prevede riforme e investimenti per oltre 222 miliardi di euro. Che, ovviamente, toccano anche la sanità. Ma secondo l’Alleanza per la Professione Medica (APM), il gruppo intersindacale di categoria rappresentativa di oltre 100mila medici, il Recovery oggi è completamente privo di riferimenti ai professionisti sanitari. Professionisti che lanciano un appello, perché “Senza i medici non si fa la sanità”. E che ieri, durante l’evento “PNRR: cosa ne pensano i medici”, hanno incontrato il ministro della Salute Roberto Speranza e numerosi esponenti politici per poter lavorare tutti insieme alla riforma.

 

Il manifesto

Sette le 7 sigle che fanno parte di APM – ANDI, CIMOP, Federazione CIMO-FESMED, FIMMG, FIMP, SBV e SUMAI – e che hanno presentato un manifesto, in cui chiedono di:

– promuovere e difendere l’indispensabile autonomia decisionale del medico, che deve sostanziarsi anche nella possibilità di partecipare concretamente al governo del contesto organizzativo in cui esercita la propria attività professionale;

– promuovere una diversa progressione professionale e di carriera nel corso della vita lavorativa che esalti la sfera professionale, anche attraverso una valutazione/certificazione periodica delle abilità professionali individuali in una logica meritocratica;

 – rivendicare una corretta programmazione delle attività formative, sia per quanto riguarda i tempi e le modalità di accesso al corso di laurea, alle specialità universitarie e al corso di formazione in medicina generale, sia per quanto riguarda contenuti e luoghi di formazione specialistica, propedeutica per la successiva immissione nel mondo del lavoro eliminando una volta per tutte l’imbuto formativo;

– recuperare l’autonomia e la centralità del proprio ruolo, all’interno del SSN;

– salvaguardare la libera professione medica e odontoiatrica dalla sempre più incombente pressione burocratica e fiscale;

– proporre modelli organizzativi e di governance che sappiano coniugare gli obiettivi del PNRR con le reali esigenze dei professionisti e dei cittadini;

– consentire la libera scelta del medico e odontoiatra curante da parte del cittadino sia nella medicina generale, sia nella specialistica ambulatoriale convenzionata e accreditata, sia nella pediatria di libera scelta, valorizzando il lavoro in team e impedendo anche il protrarsi dei condizionamenti esercitati dai provider di reti di sanità integrativa.

– equilibrare in sanità il rapporto fra professione e capitale.

“Soddisfazione per la partecipazione degli esponenti politici che ci hanno ascoltato e si sono dichiarati disponibili a recepire le nostre proposte riguardanti il PNRR, senza i quali non solo le Case della Comunità e gli Ospedali di Comunità rischiano di essere delle scatole vuote ma anche il Servizio sanitario nazionale rischia di non essere più tale, non potendo svolgere il suo ruolo di tutela della salute dei cittadini”, sostiene l’Alleanza per la Professione Medica: “Tutto ciò in un momento storico in cui, anche a causa del Covid, la gobba pensionistica sta per raggiungere il suo apice e il carico burocratico è sempre più preponderante, a discapito del tempo da dedicare al rapporto medico-paziente”.



www.repubblica.it 2021-07-29 07:54:18

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