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Iss, 60% ospiti strutture accoglienza contro vaccini – Sanità

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(ANSA) – ROMA, 02 AGO – Quasi il 60% delle persone ospitate
nelle strutture di accoglienza, come migranti ma anche italiani
senza fissa dimora, non sono inclini a fare il vaccino
anti-COVID-19: è quanto emerge dal documento ‘Dossier COVID-19.
   
Indagine sulla disponibilità a vaccinarsi contro il COVID-19 da
parte delle persone ospitate nei centri/strutture di accoglienza
in Italia’, pubblicato dal Tavolo Asilo e Immigrazione e il
Tavolo Immigrazione e Salute, a cui ha contribuito l’Istituto
Superiore di sanità (Iss).
   
L’indagine è stata condotta a maggio 2021 con un questionario
agli ospiti fra le reti di accoglienza sparse su tutto il
territorio nazionale. E’ cosí risultato che circa il 37% degli
ospiti si è dichiarato indisponibile ad essere vaccinato mentre
circa il 20% ha espresso dubbi ed esitazioni al riguardo,
arrivando a quasi un 60% di persone non inclini ad aderire a
un’eventuale offerta vaccinale. Come rilevano le ricercatrici
dell’Iss Silvia Declich e Maria Elena Tosti, i “pregiudizi
rispetto al vaccino sono piuttosto trasversali a una serie di
variabili e attraversano caratteristiche, come la durata del
soggiorno in Italia o il livello di istruzione, senza
particolari distinzioni”. C’è infatti maggiore inclinazione fra
chi ha un livello medio-basso di istruzione rispetto a chi non
ne ha nessuno e a chi ha un’istruzione di livello secondario o
universitario. C’è inoltre più resistenza fra chi proviene dai
Paesi dell’Africa subsahariana (prevalentemente dalla Nigeria)
piuttosto che fra i cittadini asiatici (prevalentemente
pakistani e del Bangladesh), più inclini invece a farsi
vaccinare. “La mancanza di una campagna informativa specifica e
mirata crea una bassa propensione ad aderire all’eventuale
offerta vaccinale – rilevano – Per questo motivo le
organizzazioni che hanno lavorato al Dossier ritengono
necessario intervenire quanto prima per limitare i contagi, i
sintomi gravi, i ricoveri e favorire in tutte le persone
socialmente più fragili la consapevolezza necessaria ad
accettare la vaccinazione”. (ANSA).
   

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