Tutte le notizie qui
Backaout
Backaout

Tra scienza e atletica: Gabby Thomas, un’epidemiologa sul podio olimpico

60

- Advertisement -



Pensate se ci fosse lei dietro a dati e previsioni sulla pandemia. Un’epidemiologa che nel resto del tempo corre così forte da vincere la medaglia di bronzo olimpica. La scienziata più veloce del pianeta, in grado di predire distribuzione e frequenza delle malattie, è la statunitense Gabrielle ‘Gabby’ Thomas, terza sui 200 metri ai Giochi di Tokyo 2020, vinti dalla giamaicana Elaine Thompson-Herah davanti alla namibiana Christine Mboma.

Gli studi ad Harvard e la passione per l’atletica

La vita della ventiquattrenne di Atlanta, Georgia, non è certo monotona. Si è laureata in Neurobiologia e Salute Globale ad Harvard e al momento segue un master in Epidemiologia e gestione dell’assistenza sanitaria presso l’Università di Austin, Texas, dove si allena.

Studio e sport, un compromesso perfetto, fin da quando era piccola. Softball, calcio, basket, prima dell’incontro con l’atletica. Merito della pluricampionessa americana Allyson Felix, nove medaglie ai Giochi, ammirata in un pigro pomeriggio davanti alla televisione.

La svolta della carriera al primo anno di Liceo, alla Williston Northampton School in Massachusetts: è così forte da essere selezionata dal prestigioso ateneo di Harvard per disputare 100 e 200 m, salto in lungo e triplo. Mezzo giro di pista che si conferma la specialità preferita, con il titolo NCAA del 2018. Poi la crescita, fino al crono di 21″61 nei Trials olimpici americani dello scorso giugno: seconda donna più veloce di sempre sulla distanza (diventerà terza dopo Tokyo). Per un romantico capriccio del destino, quel giorno Gabrielle elimina proprio il suo idolo Allyson Felix.

Tra libri e piste di allenamento

“Lo studio mi fa davvero apprezzare ciò che sto facendo in pista”, confesserà dopo l’exploit dei Trials. La sua bussola è la scienza, la chiave per affrontare e sconfiggere la disparità razziale nel sistema sanitario nazionale. Un interesse motivato anche da esperienze personali: “Entrambi i miei fratelli mi hanno portato alla Neurobiologia” dichiara alla testata The Undefeated. Il minore è affetto da autismo, il gemello di Gabrielle da ADHD (disturbo da deficit di attenzione/iperattività). Una durata dell’attenzione breve che si associa a impulsività eccessive per l’età del paziente, e che può interferire con la funzionalità e lo sviluppo della persona.

Una brutta sorpresa

L’altro momento decisivo poche settimane prima dei Trials, durante esami di controllo per fastidi al ginocchio. La diagnosi dopo una risonanza all’addome è inaspettata, drammatica: tumore al fegato. Piange, prega. Per fortuna la lesione si rivela benigna, nessun intervento chirurgico. “Più parlavo con le persone, più veniva usata la parola ‘cancro’. Avevo paura”, si sfoga. Dallo spavento trova la forza di reagire, e in pista impara a volare. Fino alla medaglia di Tokyo.

Con fonendoscopio e fioretto

Non solo atletica. Tra gli schermidori più forti al mondo c’è un futuro medico. Ed è azzurro. Daniele Garozzo, campione olimpico a Rio 2016 e argento a Tokyo nel fioretto, è laureando in Medicina all’Università degli Studi di Roma Tor Vergata. Tra stoccate ed esami, la vita del ventinovenne nato ad Acireale si sposta in continuazione dalle pedane ai libri. Il prossimo assalto? La tesi.



www.repubblica.it 2021-08-06 08:33:34

This website uses cookies to improve your experience. We'll assume you're ok with this, but you can opt-out if you wish. Accept Read More