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Sapete chi è Henrietta Lacks? Grazie alle sue cellule abbiamo farmaci e vaccini

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Fino a non molto tempo fa, per i non addetti ai lavori era solo una giovane donna nera della Virginia, madre di cinque figli e morta nel 1951 di cancro della cervice a soli 31 anni. Oggi Henrietta Lacks è celebrata ovunque come una delle persone più importanti della ricerca in biomedicina.

Grazie a lei oggi abbiamo il vaccino contro la poliomielite, abbiamo strumenti molto più potenti contro il cancro della cervice e molti altri tipi di tumore, nuovi farmaci contro l’Aids, l’emofilia, il Parkinson. Sappiamo assai di più sugli effetti delle radiazioni cosmiche sulle cellule umane e anche su cosa succede all’organismo in condizioni di microgravità.

Abbiamo fatto progressi sulle malattie genetiche. Le ricerche sulla fertilità e la procreazione assistita le devono moltissimo, e la medicina di precisione sta raggiungendo successi insperati proprio grazie a lei. Persino i vaccini contro Covid-19 devono molto a questa donna. Ma lei, Henrietta Lacks nata Loretta Pleasant il 1 agosto 1920, tutto questo non lo ha mai saputo.

Quelle cellule prelevate nel 1951

A consentire questi avanzamenti nella ricerca sono state infatti solo le sue cellule, prelevate nel 1951 dai medici del Johns Hopkins Hospital di Baltimora cui si era rivolta per la sua malattia. Nel corso degli accertamenti, i medici si accorsero che il cancro da cui era stata colpita aveva delle caratteristiche uniche. Le cellule tumorali presentavano infatti una straordinaria capacità di replicarsi in vitro a ritmi mai visti prima – una generazione ogni 24 ore – ed erano particolarmente resistenti fuori dal corpo umano, potendo resistere per più di 36 ore.

Una sorta di immortalità, dunque, che si è in seguito rivelata utilissima per la ricerca: nel corso dei decenni le linee cellulari HeLa, dal nome di quella donna cui erano state prelevate a sua insaputa, sono cresciute e si sono moltiplicate senza sosta nei laboratori, viaggiando in ogni parte del globo e persino nello spazio.

Grazie a loro migliaia di ricercatori hanno potuto indagare le cause delle malattie o verificato l’efficacia e la sicurezza delle nuove terapie. Dagli anni Cinquanta ad oggi, si calcola che ne siano state distribuite oltre 50 milioni di tonnellate, per essere oggetto di oltre 75 mila studi.

Cellule preziose per i progressi della medicina, ma preziose anche per le tasche di coloro che su queste linee cellulari hanno costruito un business miliardario. Senza che nessuno, della famiglia di Henrietta, ne sapesse nulla o ne ricavasse alcun beneficio economico.

Da tempo i discendenti di Henrietta combattono per riparare questo torto. E proprio in questi giorni l’Organizzazione Mondiale della Sanità, per bocca del Direttore Generale Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha reso omaggio a questa donna “immortale” e al suo fondamentale contributo alla medicina con una cerimonia speciale nella sede di Ginevra.

“Quello che è successo ad Henrietta Lacks è profondamente ingiusto, per almeno tre motivi”, ha ricordato Ghebreyesus nella sua commemorazione. “In primo luogo, perché tutta la vicenda è avvenuta in un momento in cui la discriminazione razziale era molto diffusa negli Stati Uniti – così come lo è tutt’ora in diverse parti del mondo. In secondo luogo, perché Henrietta è una delle tante donne nere il cui corpo è stato sfruttato e abusato dalla comunità scientifica.

Il divario sociale fra razze e ceti, ieri e oggi

“Era una donna che aveva fiducia nel sistema sanitario, cui si era rivolta in cerca di una terapia per la sua malattia. Eppure quello stesso sistema che cercava di salvarla si è impadronito di una parte di lei”, ha aggiunto il Direttore dell’Oms. Infine, perché le tecnologie mediche che hanno avuto origine da quel primo furto sono state utilizzate per perpetuare altre ingiustizie: le conoscenze che ne sono derivate non sono state condivise in modo equo nel mondo. Nei paesi in cui il cancro della cervice è più diffuso non ci sono dosi sufficienti di vaccino contro l’HPV, il papillomavirus che rappresenta la principale causa di questo tumore. E anche i vaccini contro Covid-19, che pure devono molto alle linee cellulari HeLa, non sono stati distribuiti a sufficienza nei paesi a medio e basso reddito. Per questo – ha concluso Ghebreyesus – oggi dobbiamo sanare questa ingiustizia rendendo onore a Henrietta. Anche nella salute e nella scienza, black lives matters.

L’accesso ai dati del suo genoma

Dopo anni di battaglie e polemiche, comunque, Henrietta ha ottenuto, almeno in parte, giustizia. In primo luogo, nel 2013 i familiari hanno ottenuto dai National Institutes of Health americani che l’accesso ai dati del genoma della linea cellulare HeLa sia regolamentato, per evitare violazioni della privacy che coinvolgerebbero anche i membri della famiglia ancora in vita. Nel 2020, in occasione del centenario della nascita di Henrietta, la famiglia ha lanciato HELA100, un progetto destinato a formare le nuove generazioni di ricercatori sull’impatto delle cellule HeLa di Henrietta Lacks promuovendo allo stesso tempo l’equità sanitaria e la giustizia sociale.

Un passo avanti per la bioetica

Ed è sempre del 2020 l’Henrietta Lacks Enhancing Cancer Research Act, una legge che obbliga le agenzie federali a vigilare su una maggiore inclusività degli studi clinici sul cancro finanziati dal governo, affinché vengano condotti anche sulle popolazioni tradizionalmente sottorappresentate. In questo senso la traccia di Henrietta non si legge solo sui banconi dei laboratori. E’ anche, importantissima, quella lasciata nelle moderne politiche di bioetica e nelle leggi sul consenso informato, che oggi proteggono i partecipanti ai trial e contribuiscono a costruire i diritti dei malati e la fiducia dei pazienti nella medicina.



www.repubblica.it 2021-10-24 05:00:00

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