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Latte artificiale alla sbarra. I pediatri attaccano: formule simili, prezzi legati al…

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Per essere valida la ricerca scientifica deve essere indipendente in particolare quando si parla di salute, ma purtroppo le cose non vanno sempre così. L’ultimo allarme arriva da un gruppo internazionale di ricercatori che ha preso in esame le ricerche sul latte in polvere per neonati: i risultati, da poco pubblicati sul British Medical Journal, mostrano che la maggior parte di queste è condizionata dalle aziende produttrici, ha obiettivi poco chiari ed evita di segnalare i risultati non graditi. Solo il 14% degli studi esaminati non presenta conflitti di interesse, “nell’87% dei casi è stato violato il Codice internazionale per la commercializzazione dei sostituti del latte materno, recentemente inserito tra le priorità di salute pubblica nella dichiarazione dei Ministri della Salute al G20”, sottolinea Sergio Conti Nibali, responsabile nutrizione dell’Associazione Culturale Pediatri (Acp). La questione è importante: “I risultati di queste ricerche sono pubblicizzati e contribuiscono a offrire ‘scientificità’ al marketing delle formule artificiali, a danno dell’allattamento”, sottolinea Conti Nibali. “Non ci sono evidenze scientifiche tratte da studi indipendenti che dimostrino la superiorità di una formula rispetto a un’altra, le differenze di prezzo tra vari prodotti sono legate agli investimenti pubblicitari più che alla qualità”.

Ci sono diversi meccanismi che permettono di influenzare i risultati ottenuti. “Spesso le formule artificiali non sono confrontate con il gold standard della nutrizione dei primi anni di vita, che è il latte materno”, fa eco Costantino Panza, pediatra dell’Acp “oppure gli autori modificano gli esiti dello studio per far risaltare quelli più favorevoli, ricercano risultati che non sono significativi per il benessere del paziente o includono solo dati relativi ad alcuni sottogruppi di partecipanti”.

Studi di questi tipo contribuiscono a rallentare la diffusione dell’allattamento materno: in Italia i bambini allattati in maniera esclusiva a 4-5 mesi di età compiuta – secondo i dati Epicentro relativi al 2019 – sono meno di un quarto dei nati, con notevoli differenze tra regioni, e numeri ridotti in particolare al sud. “Oggi all’uscita dalle maternità moltissime mamme allattano, poi le percentuali crollano, e sono lontane dalle indicazioni dell’OMS che raccomanda l’allattamento al seno esclusivo per i primi sei mesi di vita”, conferma Luigi Orfeo, presidente della Società Italiana di Neonatologia (SIN), che proprio recentemente si è espressa contro il “bonus latte artificiale” deciso dal governo.

“Ci siamo sempre espressi a favore dell’allattamento materno, ci sono però situazioni in cui il latte artificiale è necessario, ed è importante poter disporre di prodotti di qualità”, ricorda Orfeo, “molte mamme si ritrovano sole, in difficoltà per l’assenza di tutele adeguate che permettano di conciliare il lavoro con la maternità”. Per quanto riguarda la ricerca, “quanto scritto nello studio corrisponde in parte a verità ma va interpretato: non tutti gli studi sono di buon livello ma l’industria svolge un ruolo importante nel promuovere la ricerca”, sottolinea il presidente della Sin.

Anche se l’obiettivo delle imprese è soprattutto quello di promuovere i propri prodotti: “Per fare ricerca indipendente serve una strategia politica di fondo, che individui priorità e risorse. Finché i governanti non si renderanno conto che bisogna investire molto di più non ne usciremo”, avverte Conti Nibali. “Purtroppo la lettura critica delle evidenze scientifiche, ossia la evidence-based medicine, è poco insegnata ai corsi di laurea e di specializzazione, molti medici si basano su linee guida non scientifiche e sulle informazioni fornite dagli informatori scientifici, o in congressi medici il cui costo è sostenuto dall’industria del farmaco o dei dispositivi medici”, osserva Panza. Anche per questo l’Acp ha creato in varie province dei journal club dove gruppi di pediatri dell’associazione studiano e praticano la medicina evidence based, e pubblica sulla propria rivista i resoconti critici di molti studi per aiutare i pediatri a prendere decisioni corrette.

 



www.repubblica.it 2021-11-01 09:08:11

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