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Return to work, al via nelle Marche un progetto per le donne con tumore al seno

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AIUTARE le donne che hanno avuto un tumore al seno a reinserirsi nel mondo del lavoro. È questo l’obiettivo del progetto Return to work che coinvolgerà alcune pazienti della zona di Fermo, nelle Marche. Un obiettivo perseguito in modo molto pratico e diretto: grazie a “borse lavoro” che permetteranno ad alcune pazienti di avere un’occupazione retribuita presso aziende del territorio fermano, e attraverso attività di formazione e counseling. Nelle Marche ogni anno oltre 1.300 donne si ammalano di tumore al seno e in circa la metà dei casi la diagnosi avviene in età lavorativa.

 

Il nome completo del programma è “Return to work: terapie occupazionali e sostegno integrato per donne con storia di carcinoma mammario”, ed è promosso dalla Clinica Oncologica dell’Università Politecnica delle Marche (Univpm) insieme all’Area Vasta 4 di Fermo e a una rete qualificata di organizzazioni, come l’associazione Semper Odv e la Compagnia delle Opere. Il progetto sarà interamente finanziato dalla Regione Marche con un Fondo Sociale Europeo dedicato (è possibile presentare le domande per partecipare fino al 23 dicembre 2021, compilando il modulo presente a questo indirizzo e inviandolo a [email protected]).

 

Return to work coinvolgerà inizialmente 12 donne che verranno inserite all’interno delle aziende per 9 mesi, e altre 20 donne (già occupate) che, insieme alle prime, potranno accedere ad attività formative gratuite (corsi di inglese e informatica, di potenziamento delle soft skills, di autostima, ma anche di oncologia). Le partecipanti saranno anche supportate dal punto di vista psicologico. “La cura della persona va intesa come un processo integrato e complesso, che mette in primo piano non solo le cure mediche ma anche le esigenze sociali e lavorative dei pazienti”, spiega Mauro Silvestrini, presidente della facoltà di Medicina della Univpm.

Secondo una ricerca condotta dall’Ausl di Bologna insieme all’associazione Onconauti su 841 pazienti (età media 51 anni), al momento dell’indagine 301 non erano occupate, mentre 540 sì (64,2%). Di queste, 503 (93,1%) sono tornate al lavoro dopo l’intervento mentre 37 (6,9%) non sono rientrate. Tra quelle rientrate 56 (11%) hanno poi lasciato il posto di lavoro, mentre 447 (88,9%) lavorano ancora. “Questi dati dimostrano come sia rilevante una presa in carico globale dei pazienti che vada oltre la cura, a partire proprio dall’inserimento lavorativo”, dice Rossana Berardi, Ordinario di Oncologia Univpm e Direttore della Clinica Oncologica Azienda Ospedaliero-Universitaria Ospedali Riuniti di Ancona: “L’aspetto legato al lavoro è fondamentale nel reinserimento delle donne colpite da tumore nel contesto sociale. Ciò vale per chi è guarito, ma anche per chi convive ancora clinicamente con la malattia e può ugualmente svolgere un lavoro. Trattandosi di un progetto innovativo, inoltre, il suo valore cresce non solo nel senso della formazione delle donne ma anche della ricerca. Un plauso va infine alla Regione Marche che ha creduto nel progetto sostenendo quella parte di mondo femminile costretta a misurarsi con una battaglia così delicata e complessa”.

 

“Si è concretizzata una forte sinergia tra diversi enti ed istituzioni, rivolta al benessere delle donne con carcinoma mammario”, aggiunge Roberto Grinta,  Direttore di Area Vasta 4: “Il progetto Return to work può vantare una rete qualificata di organizzazioni esperte, la Regione Marche ne ha intuito il valore, garantendone il finanziamento. L’Area vasta 4 Asur è orgogliosa di sostenere questo sostegno concreto alle donne che affrontano un momento particolarmente delicato della propria vita”.

 
Ancora oggi la diagnosi di neoplasia spesso si traduce nella perdita del posto di lavoro, ancora di più se parliamo di donne. “Il progetto che consentirà alle partecipanti di acquisire quelle competenze e conoscenze che oggi sono indispensabili a chi vuole entrare nel mercato del lavoro o vuole completare quel percorso formativo necessario alla crescita lavorativa”, commenta Renato Bisonni, Direttore Uoc di Oncologia Medica Ospedale Civile Murri di Fermo, Area Vasta 4.

Il Fondo sociale europeo negli anni ha destinato molte risorse per interventi di inclusione socio-lavorativa destinate generalmente alle fasce più vulnerabili della popolazione. “Con il progetto RTW si ha una occasione unica di progettare in questo campo, perché si ribalta il concetto di vulnerabilità”, sottolinea Sabrina Petrelli Sociologa ASUR Area Vasta 4 – referente del Progetto per l’Area Vasta 4: “Si punta, infatti, sulla valorizzazione e sul recupero delle potenzialità di persone, in questo caso le donne con storie di carcinoma mammario, che hanno avuto un percorso difficile dal punto di vista strettamente clinico e che hanno una possibilità di ritorno al proprio equilibrio di vita attraverso quelli che sono definiti ‘determinanti della salute’, il lavoro, la formazione e l’attenzione alle relazioni, proprio quelle dimensioni non sempre vivibili a pieno dalle donne”.

All’inizio, ci saranno dei colloqui conoscitivi “Il nostro compito parte da attività di consulenza orientativa, alla quali seguiranno i colloqui singoli con il bilancio delle competenze di ogni candidata”, spiega Maria Giovanna Cicconi, Project Manager della Cdo Marche Sud: “Poi, ci sarà il vero e proprio ‘matching’ con le aziende, seguito da una costante presenza, per assicurarci la soddisfazione e il successo delle candidate inserite in azienda”. La Semper Onlus, invece, metterà a disposizione gli specialisti di psico-oncologia, della foto-arte-terapia e della danza-movimento-terapia. “Parteciperemo, inoltre, alla ricerca multidisciplinare finalizzata al sostegno Integrato delle donne afferenti alla Clinica Oncologica di Ancona”, conclude Marco Romeo, Presidente Semper Onlus ODV.



www.repubblica.it 2021-12-23 15:38:21

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