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A Candiolo, un robot aiuta i pazienti dell’hospice

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DALLE finestre si vedono le montagne del Monviso e all’interno le opere del maestro Ugo Nespolo arredano le camere e gli spazi comuni. Inaugurato il 14 dicembre scorso, l’Hospice Monviso dell’IRCCS di Candiolo, dedicato ai malati oncologici, si circonda di bellezza. Ma c’è anche molto altro: un’equipe – dagli operatori sanitari al personale amministrativo – altamente preparata e tanta tecnologia d’avanguardia. Nessuno si stupisca, dunque, se a far visita ai pazienti c’è (anche) un robot. Un “esemplare” unico in Italia, programmato sia per la telemedicina sia per abbattere le distanze con le famiglie.

 

Dottor Robot

Si sposta in autonomia evitando gli ostacoli e si porta al letto del paziente, permettendo di monitorare i parametri vitali e di mostrare allo specialista dall’altra parte dello schermo dettagli in altissima risoluzione grazie alla sua telecamera a 8K. Il robot adottato dall’Hospice Monviso è provvisto, per esempio, di un fonendoscopio per l’auscultazione e di ingressi per collegare strumentazioni mediche, come un ecografo, trasmettendo audio, video e risultati dei test in tempo reale. Una “chicca” della telemedicina, insomma, che consente di eseguire consulti multispecialistici, di ridurre i tempi che occorrerebbero allo spostamento del personale sanitario e di velocizzare le decisioni sui trattamenti.

Funzione “famiglia”

A rendere davvero speciale il supporto robotico del centro piemontese, però, è la sua funzione “famiglia”, come l’ha definita Antonino Sottile, Direttore Generale della Fondazione del Piemonte per l’Oncologia, che lo trasforma in un collegamento con il mondo esterno, mettendo in comunicazione i pazienti con i familiari lontani. Benché ci sia la possibilità per un caregiver di rimanere accanto alla persona malata (anche di notte, visto che ogni stanza è privata e dotata di un letto extra), non tutti i familiari possono spostarsi, magari perché anziani o anch’essi malati, ricorda Sottile. “La funzione “famiglia” è stata un’idea originale del Candiolo e rispetto ad altri supporti per le comunicazioni offre i vantaggi intrinseci di uno strumento medico certificato, con maggiore sicurezza di trasmissione dei dati e di controllo della privacy”.

Umanità e tecnologia

“Vogliamo unire umanità, tecnologia e competenza in un’unica realtà di assistenza per le persone che sfidano il tumore in fase avanzata”, conclude Anna Sapino, Direttore Scientifico IRCCS Fondazione del Piemonte per l’Oncologia di Candiolo: “In questo senso l’hospice rappresenta solo l’inizio di un percorso dedicato a questa tipologia di pazienti. Un ulteriore spazio, infatti, è stato pensato nel progetto ‘Cantiere Candiolo, il piano di sviluppo dell’Istituto che metterà a disposizione nuovi spazi per medici, ricercatori e, soprattutto, pazienti e loro familiari”. Con un’attenzione in più verso il benessere psicologico.



www.repubblica.it 2021-12-28 08:56:16

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