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E’ scientifico: un abbraccio può lenire il dolore

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Francesco Cro è psichiatra al Dipartimento di Salute Mentale, Viterbo

L’abbraccio di una persona amata lenisce ogni dolore. Questa affermazione intuitiva e apparentemente banale trova conferma in uno studio della Lorestan University of Medical Sciences di Khorramabad, in Iran. La ricerca, condotta da pediatri coordinati da Siavash Beiranvand, docente di anestesiologia che aveva già dimostrato in passato l’azione analgesica della meditazione e della preghiera, ha coinvolto 120 bambini tra i 2 e i 6 mesi di età sottoposti a iniezioni endovenose.

Come ipotizzato dai ricercatori l’essere abbracciati e accarezzati dalla mamma riduce sensibilmente la durata del pianto dei bambini e i segni fisiologici e comportamentali di risposta al dolore.

Nell’infanzia

Ma il bisogno di essere abbracciati non si esaurisce con l’infanzia, e la restrizione dei contatti interpersonali cui siamo costretti dall’inizio della pandemia da coronavirus influisce negativamente sulla qualità della vita a tutte le età: basti pensare agli adolescenti, alla scoperta dell’amore e del corpo dell’altro, o agli anziani, spesso soli in casa o ricoverati in strutture che non sempre sono organizzate per facilitare l’incontro fisico con i familiari.

Un gesto consolatorio

Su queste e altre tematiche si fa il punto il 21 gennaio in occasione della Giornata dell’abbraccio.

L’abbraccio è uno dei gesti più significativi che possiamo dare o ricevere per tutta la vita: serve a ricevere o dare consolazione e protezione, a esprimere la gioia del congiungimento o il dolore del distacco, può avere un grande valore erotico o esprimere semplice affetto, può superare le barriere del sesso, dell’età e dello status sociale; può significare amicizia e rispetto ma anche possesso e sottomissione.

L’amore

Ci si abbraccia quando ci si ama ma anche quando si lotta: abbracciare una persona significa certamente riconoscere la sua importanza per noi e coinvolgerla nella nostra fisicità.

Favorisce il legame tra persone

Durante un abbraccio il nostro corpo reagisce alla presenza dell’altro con una serie di manifestazioni fisiologiche: si innalzano le concentrazioni di ossitocina, ormone che oltre a facilitare il travaglio di parto e l’allattamento favorisce il legame tra le persone e riduce l’aggressività, la pressione arteriosa e la produzione di cortisolo (ormone dello stress, aumentato in caso di depressione), oltre a potenziare l’orgasmo femminile.

Un pieno di endorfine

L’abbraccio aumenta anche i livelli di endorfine, sostanze che riducono la percezione del dolore e inducono una sensazione di benessere. Abbracciarsi guardandosi negli occhi consente inoltre a due persone di sintonizzare il loro stato di coscienza, soprattutto attraverso la stimolazione dell’emisfero cerebrale destro, maggiormente coinvolto nella risposta emotiva e affettiva, rinsaldando così il loro legame.

Questo gesto semplice e spesso trascurato o sottovalutato può e deve essere coltivato nelle relazioni interpersonali, anche vincendo la riluttanza o l’imbarazzo, perché fa bene sia a chi lo dà sia a chi lo riceve.

 



www.repubblica.it 2022-01-20 14:44:59

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