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Tumori rari, capirne l’origine è un lavoro di rete

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“L’unione fa la forza”. Lo diciamo spesso, ma poche volte lo mettiamo in pratica. In Italia, fare sistema e creare sinergie tra realtà diverse non è sempre facile. Eppure, fare gioco di squadra contando sulla collaborazione di più persone e sulla condivisione di conoscenze per raggiungere un obiettivo comune può fare un’enorme differenza in tanti settori. Ne è convinto Luca Mazzarella, coordinatore del Working Group di Genomica e Informatica di Alleanza Contro il Cancro (Acc, la Rete Oncologica Nazionale fondata dal Ministero della Salute nel 2002), che ha base all’Istituto Europeo di Oncologia (Ieo) di Milano. Mazzarella è anche responsabile di Unic, un progetto che raggruppa 16 dei 28 Irccs associati ad Acc e si avvale della collaborazione dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn), con l’obiettivo di mettere a fattor comune i dati clinici, le competenze e le esperienze degli istituti di ricerca per comprendere le mutazioni di alcuni dei tumori rari più complessi. “La nostra attività all’interno di Acc – spiega Mazzarella – è servita ad implementare sia metodologie molto avanzate di analisi molecolare che tecnologie sostenibili facilmente interoperabili. Tutto questo ora ci consente di capire meglio l’origine di patologie estremamente rare”.

 

Unic

Per riuscire in questo intento, il gruppo di lavoro ha seguito fedelmente il popolare proverbio da cui siamo partiti, e ha fatto leva sui punti di forza di ogni centro coinvolto nel progetto, mettendo in collegamento istituti in possesso di una grossa mole di informazioni, centri dotati delle più sofisticate tecnologie di analisi molecolare e strutture ben fornite sia di dati che di tecnologie avanzate di sequenziamento. L’Infn, grazie a una piattaforma centralizzata, analizza le informazioni raccolte e le trasferisce agli istituti per l’identificazione e la caratterizzazione molecolare dei tumori.

 

“La forza di questo progetto sta nell’avere a disposizione non solo una casistica numericamente ampia (40 o 50 casi da analizzare è già un numero eccezionale per questo tipo di patologie) – sottolinea il coordinatore – ma anche informazioni cliniche molto precise su pazienti seguiti per tanto tempo all’interno di uno stesso istituto, per esempio a quante e quali terapie siano stati sottoposti, come sia stata fatta la diagnosi, o per quanto tempo siano sopravvissuti. Dati di questo genere sono molto importanti, perché associano un valore all’informazione genetica che deriva dalla nostra analisi. Molti degli studi sull’origine di questi tumori, infatti, non presentano una caratterizzazione clinica così approfondita”.

 

Cinque tumori rari 

Ecco i tumori rari che all’inizio del 2021 sono stati inseriti nel progetto. La loro scelta è dipesa dall’esistenza di casistiche sufficienti per avviare un lavoro di analisi dati, dalle prognosi infauste e dalla complessità nel trattarli. 

 

Angiosarcoma mammario

È un tumore che si conosce poco e rappresenta meno dell’1% dei carcinomi mammari. Colpisce pazienti già provati dalla malattia, perché si sviluppa dopo cicli di radioterapia somministrati per trattare una patologia precedente, come il tumore della mammella o il linfoma. Alcuni casi vengono gestiti abbastanza bene dalla chirurgia, altri, invece, sono difficili da trattare perché identificati quando sono già in uno stadio avanzato. Tra i tumori allo studio, l’angiosarcoma mammario è quello su cui i ricercatori contano di trovare più informazioni.

 

Tumori a cellule di Merkel

È un tumore della pelle molto aggressivo che si manifesta specialmente nelle zone della testa e del collo e può dare luogo a metastasi che complicano di molto la prognosi dei pazienti. Negli ultimi anni si sono fatti passi in avanti nel trattamento con l’immunoterapia, ma non tutti i pazienti rispondono e la prognosi è in genere infausta.

 

Colangiocarcinomi

Sono i tumori delle vie biliari, una malattia subdola che non dà sintomi così chiari e allarmanti da spingere chi ne soffre a rivolgersi subito al medico. I casi di colangiocarcinoma sono in aumento in tutto il mondo, in Italia se ne sono stimati 5.400 nel 2020. La diagnosi non è delle più semplici e sul fronte delle terapie negli ultimi anni non sono stati fatti grandi progressi. 

 

Tumori timici

Il timo è un piccolo organo situato dietro lo sterno ed è essenziale per il sistema immunitario. I tumori della ghiandola timica possono estendersi ai tessuti e agli organi circostanti, come polmoni e pleura. Le cause e i fattori di rischio sono ancora sconosciuti.

 

Tumori neuroendocrini

Sono tumori che hanno origine dalle cellule neuroendocrine, cioè le cellule presenti in tutto l’organismo e importanti per regolare, per esempio, il flusso dell’aria nei polmoni, la velocità di transito del cibo nel tratto gastrointestinale o il rilascio dei succhi gastrici nell’intestino. Possono colpire organi diversi come pancreas, polmoni, intestino, tiroide, timo o ghiandole surrenali. In questo tipo di tumori c’è una grossa differenza tra quelli ad alto grado molto aggressivi e quelli a basso grado meno pericolosi. La ragione di questa diversità non è ancora chiara.

 

Vecchio approccio, nuove sfide

Per malattie oncologiche più frequenti, come quelle al polmone, alla mammella e al colon, l’approccio di studio attraverso strutture di rete è servito a migliorare la comprensione delle mutazioni e a individuare trattamenti e diagnostiche più sofisticate rispetto a qualche anno fa. I ricercatori di Unic, quindi, sono fiduciosi e sperano di poter ottenere gli stessi risultati anche per i tumori rari. Per via del GDPR sulla privacy, uno degli aspetti più complicati da gestire è lo scambio dei dati. “Molti degli sforzi compiuti per mettere insieme il progetto – spiega ancora Mazzarella – sono serviti a generare una piattaforma di scambio di dati per consentirci di svolgere queste attività rispettando la normativa e garantendo la protezione delle informazioni”. 

 

I prossimi passi

Ora il gruppo sta per concludere l’analisi dei dati e presto tirerà le somme del lavoro svolto. I risultati serviranno sia a definire una classificazione genomica degli angiosarcomi mammari che a comprendere le mutazioni e la risposta dei tumori a trattamenti specifici, per esempio l’immunoterapia per i tumori a cellule di Merkel. “I tumori rari – conclude Ruggero De Maria, Presidente di Acc – hanno la necessità di essere studiati e trattati attraverso strutture di rete adeguate, perché è fondamentale condividere le esperienze e sperimentare nuovi protocolli clinici”.



www.repubblica.it 2022-01-24 17:21:05

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