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Tumore allo stomaco, l’immunoterapia è la nuova frontiera – Medicina

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(ANSA) – ROMA, 07 APR – Il cancro dello stomaco è la quinta
neoplasia più comune, la quarta causa di morte per tumore. Nel
2020 sono state un milione le nuove diagnosi di tumore gastrico
nel mondo, con 770.000 decessi; in Italia 23.000 le nuove
diagnosi e circa 8.500 le morti. Molte le nuove frontiere: le
novità emerse al recente International Gastric Cancer Congress
di Houston, sono state al centro di un confronto dei massimi
esperti italiani nella Tavola rotonda promossa dall’Associazione
“Vivere senza stomaco si può”. “L’immunoterapia sta aprendo
prospettive molto interessanti nel trattamento del tumore dello
stomaco in fase avanzata – dichiara Domenico D’Ugo, direttore
dell’Unità Operativa Complessa Chirurgia Generale, del
Policlinico Gemelli di Roma – specie per alcune categorie di
pazienti che presentano particolari assetti genetici come
l’alterazione chiamata ‘instabilità dei microsatelliti’ che non
tutti i laboratori sono in grado di studiare e che è predittiva
di non risposta alla chemioterapia. I primi studi indicano che i
pazienti sottoposti a immunoterapia hanno risposte migliori
rispetto a quelli non trattati con questa terapia”. La chirurgia
resta centrale nella cura del tumore dello stomaco e le evidenze
confermano l’efficacia di quella mininvasiva, altamente
raccomandata in casi selezionati. Si comincia a parlare di
onco-chirurgia o chirurgia di precisione: si punta anche in
questo caso all’immunoterapia in presenza di un particolare tipo
istologico che sta diventando predominante nella carcinosi
peritoneale. “Il tentativo – spiega Giovanni De Manzoni,
direttore Unità Operativa Complessa di Chirurgia Generale
dell’esofago e dello stomaco dell’Azienda
ospedaliero-universitaria di Verona – è quello di usare
l’immunoterapia anche come trattamento loco-regionale durante
l’intervento chirurgico o intervallato alla chemioterapia
tradizionale sempre in onco-chirurgia”. Al Congresso mondiale
oltre che di terapie mediche adiuvanti e di chirurgia si è molto
discusso di terapie di supporto. “Siamo consapevoli – commenta
Claudia Santangelo, presidente di ‘Vivere senza stomaco si può’
– delle criticità che ancora impediscono nel nostro Paese di
intercettare precocemente questa neoplasia: la mancanza di una
diagnosi precoce e l’assenza di un definito percorso
diagnostico-terapeutico all’interno di Centri di riferimento
riconosciuti a livello regionale”. (ANSA).
   

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