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Cefalee in aumento, affliggono 52% popolazione mondiale – Cefalea

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(ANSA) – ROMA, 12 APR – Una nuova revisione delle evidenze
suggerisce che il 52% della popolazione mondiale è affetta da un
disturbo di cefalea ogni anno, con il 14% che riporta emicranie.
   
La revisione è pubblicata su The Journal of Headache and Pain.
   
Gli autori della Norwegian University of Science and
Technology hanno esaminato 357 pubblicazioni tra il 1961 e la
fine del 2020 per stimare la prevalenza globale delle cefalee e
hanno stimato che il 52% della popolazione mondiale ha
sperimentato un disturbo di cefalea in un anno, con il 14% che
riferisce un’emicrania, il 26% che riferisce una cefalea di tipo
tensivo e il 4,6% che riferisce una cefalea cronica per 15 o più
giorni al mese. Tutti i tipi di mal di testa erano più comuni
nelle femmine che nei maschi, più marcatamente per le emicranie
(17% nelle femmine rispetto all’8,6% nei maschi) ed anche nelle
forme croniche (6% nelle femmine rispetto al 2,9% nei maschi).
   
La maggior parte delle pubblicazioni prese in considerazione si
riferiva ad adulti tra i 20 e i 65 anni, ma alcune includevano
anche adolescenti e bambini fino a 5 anni, e persone anziane
sopra i 65 anni.
   
Basandosi su un precedente rapporto del 2007, Lars Jacob
Stovner, autore principale, e i suoi colleghi, hanno anche
misurato le differenze di metodo tra gli studi esaminati. La
maggior parte degli studi ha riportato la prevalenza della
cefalea nell’ultimo anno. Tuttavia, alcuni studi hanno riportato
la prevalenza della cefalea nel corso dell’intera vita e altri
per periodi molto più brevi, compresi i casi di cefalea
nell’ultimo giorno. Secondo Lars Jacob Stovner, dalla revisione
emerge che “la prevalenza dei disturbi della cefalea rimane alta
in tutto il mondo e il peso dei diversi tipi di cefalea può
avere un impatto devastante”. Da qui anche le basi per
migliorare metodi di interventi e trattamento dell’attacco acuto
anche se, riconoscono gli autori, la maggior parte delle
pubblicazioni esaminate proveniva da paesi ad alto reddito con
buoni sistemi sanitari, quindi questo potrebbe non riflettere
tutti i paesi. “Rispetto al nostro rapporto precedente del 2007
e alle stime globali, i dati suggeriscono che i tassi di mal di
testa ed emicrania potrebbero essere in aumento. Tuttavia, dato
che potremmo spiegare solo il 30% o meno della variazione nelle
stime delle cefalee con le misure che abbiamo esaminato, sarebbe
prematuro concludere che le cefalee sono definitivamente in
aumento”, afferma Stovner. (ANSA).
   

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